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Mi svegliai seduta sul divano, con la mano di qualcuno che faccio fatica ad identificare che stringe la mia.
È molto fredda, probabilmente è molto in ansia.

Dopo qualche minuto di confusione riesco ad identificare la persona che stringeva la mia mano, quasi come se fosse il suo patrimonio più grande.
È Simone, incoscientemente sorrido, probabilmente non si è accorto che mi sono svegliata.

-ehilà, sveglia principessa.
Mi sento così bene, lui non mi piace, io lo amo.
C'è chi ti piace e poi c'è chi ti fa impazzire. E no, non è la stessa cosa.

-come sta Carlo? perché non siamo con lui?
Mi faccio prendere dal panico, quando succede per me non è una cosa buona, potrei arrabbiarmi e urlare contro tutti oppure mettermi a piangere silenziosamente.
Forse è il caso che ammetta che il problema è solo mio, probabilmente il problema sono io.

Senza nemmeno pensarci, e io odio non pensare alle mie azioni, mi alzo e corro verso la cucina ma quando vedo le piastrelle mi fermo di scatto.
Potrà sembrare strano, ma le piastrelle di casa Di Francesco sono uniche nel loro genere.
Quindi io non sono a casa di Antony, sono in ospedale.

Sento delle grida, dicono il mio nome preceduto dalla parola "signorina" e seguito dal quasi ordine "si calmi".
Mi giro mentre le lacrime una ad una come una gara di corsa percorrono il mio viso, dai miei occhi scuri e spenti, passando dalle mie guance calde e rosee, fino ad arrivare alle mie labbra rosse e screpolate dove scompaiono quasi come le stelle quando arriva l'alba.

Qualcuno cinse con le braccia i miei fianchi, quel qualcuno era Simone, mi strinsi a lui e poggiai la mia guancia contro il suo petto, mentre il mio mascara lo sporcava di nero e acqua salata.
Lui mise il suo mento sulla mia testa per poi alzarlo subito dopo e cominciare a darmi piccoli e frettolosi baci in quel punto.

Il mondo mi stava crollando addosso, ma con lui era meno doloroso, come se mi ficcassero una spada nel cuore ma prima di raggiungerlo ci fosse un'armatura a proteggermi.

Non so perché con lui ho tutta questa confidenza, penso che chiunque si lasci toccare solamente da chi ha l'anima più in fiamme della sua.

-so a cosa pensi, ti conosco talmente bene che potrei sentire il tuo pensiero in mezzo al frastuono di una discoteca in centro Milano.
Sei ciò che ho sempre sognato ma non ho mai chiesto a nessuno.

io non l'ho mai capito.
Non l'ho  mai capito se lui, in quel poco tempo si era innamorato davvero di me, o perlomeno se si era preso una sbandata.
Se "noi" non eravamo una cosa così, tanto per passare il tempo, per riempire le giornate noiose di tarda estate.
Ho sempre vissuto col dubbio, fin dal nostro primo bacio, fin dal primo sguardo, da quando avevo capito che lui volesse qualcosa.
Ma cosa? Amore? Passione? Divertimento?
Come potevo capire cosa provava? Forse neanche lui lo sapeva.
Solo di una cosa ero certa, che ci avevo perso la testa, il cuore e la ragione.
Ero e sono certa che lo amavo e lo amo davvero.
Sono certa che sarei morta quando mi avrebbe mandata via, e sono certa che lo farà, perché cosa ci si può aspettare da uno così?
Io sono troppo debole per me stessa e il mio amore per lui  è troppo forte, tanto da spaventarmi.

Ma finché tutto ciò durerà, lui sarà sempre il mio piccolo segreto, la persona da cui tornerò quando tutto va bene e tutto va male.
E si, sono consapevole di non riuscire più a guardare un ragazzo nello stesso modo in cui guardo lui.

Fly in the skyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora