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Mi sveglio con uno squillo del telefono, quanto odio questa suoneria, tutti gli IPhone hanno sta suoneria, a me fa schifo.

Cerco di alzare il busto, ma sento un peso sulla pancia, guardo in basso e prendo uno spavento.
Per l'amor di Dio, è una mano, mi volto a destra, vedo Simone e scoppio in una risata soffocata, quanto posso essere stupida.

-pronto?
Pronuncio io vedendo il nome "mamma", non ci voglio parlare, la odio così tanto in questo momento.

-dove sei? Dove cazzo sei? Appena torni a casa dimenticati la musica, il cellulare e tutto ciò che possa renderti felice, l'abbiamo deciso io e tuo padre.
Adesso ha oltrepassato il confine, quel confine tra madre severa e madre menefreghista di sua figlia, mi odia.
Non ho più intenzione di farmi trattare così.

-mamma sono da Antony.
Non tornerò, tu e papà mi avete ucciso più di chiunque altro.
Mi guardavate come se fossi il vostro amore più grande e subito dopo come se foste stati costretti a tenermi.
Mi guardavate con orgoglio davanti alla gente, perchè ero il vostro trofeo.
E con disgusto e indifferenza quando eravamo soli, ed io aspettavo solo un vostro gesto, un po' del vostro appoggio per stare meglio.

-come ti permetti Chanel, sta zitta!
Eravamo sempre noi a stare con te quando stavi male.
Appunto erano, mi dice di stare zitta.
Sto malissimo, vorrei solo che qualcuno mi aiutasse, un tunnel, un tunnel, non vedo nulla, non ci sono luci.
Un tunnel che sembra non finire mai.

-Volevo avere un rapporto con voi, volevo che mi insegnaste a vivere e salvarmi.
Che mi teneste per mano e mi asciugaste le lacrime.
Ma non l'avete mai fatto.
Le ho sempre asciugate io, anche quelle che mi procuravate voi: le asciugavo di notte, sfregando così tanto il viso sul cuscino che al mattino i miei occhi erano un impasto di sale e mascara.

Mentre queste parole uscivano dalla mia bocca, mi accorsi di urlare e subito mi fermai quando il braccio di Simone si mosse su di me.
Vidi la testa del castano alzarsi, con il suo fare un pò maldestro sbatte la testa spettinata contro il muro.

Scoppio in una risata, mentre dall'altra parte del telefono sento delle grida, le grida di mio padre.
Così mi fermo, con lo sguardo punto nel vuoto, riafferro il cellulare e lo porto all'orecchio.

-ma questa me la paghi, Dio se me la paghi.
Chanel torna subito a casa!
Mio padre, si permette proprio colui a cui importa meno di mia madre di ciò che mi riguarda.

-io non tornerò, fanculo.
Così spensi, con lo sguardo di Simone che mi fissava, confuso, senza capire.
Non c'è bisogno che lui capisca nulla.
un secondo dopo vidi spalancare la porta e Antony entrare.

-disturbo? Nono cazzo ve lo chiedo, non m'importa in realtà.
Carlo, Carlo vacca è in coma.

Mi alzai bruscamente, incredula di ciò che ebbi sentito poco prima.
Corsi fuori dalla stanza, nonostante Antony mi tirasse verso di lui, invano, cercando di calmarmi.
Guardai diritto, sbattei le palpebre e buio, buio totale.

Fly in the skyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora