Capitolo 2

83 9 4
                                    

Dunque, ci sono altri punti da chiarire, prima di parlare di ciò che successe a seguito delle esplosioni.
Per dirne uno, quelli che credevamo fossero dei poteri straordinari, beh, non erano nulla in confronto a ciò che davvero avremmo potuto fare. Era come... beh, per esempio, eravamo come dei bambini che avevano appena imparato a scrivere tutte le lettere dell'alfabeto. Pensavamo che fosse grandioso, ma non avevamo ancora idea di quante cose avremmo potuto scrivere, sapendo tutte le lettere dell'alfabeto e come unirle insieme. Ecco, qualcosa del genere.
Io e Frank eravamo davvero ansiosi di scoprire fin dove potevamo arrivare. E poi, come ho già detto, i miei poteri non funzionavano con mio padre, dunque ora avevo una persona con la quale oltre a poterne parlare tranquillamente, potevo anche esercitarmi. Ci eravamo detti che avremmo lavorato duro, per scoprire chi fossimo, perché fossimo così, e quanto grandiose potessero diventare le nostre abilità.
Infatti, già il giorno stesso in cui incontrai - o meglio, lui mi seguì - Frank nella Zona Industriale, passammo gran parte del pomeriggio a sperimentare le nostre abilità. Fu così entusiasmante che mi dimenticai totalmente del mio coprifuoco.
Quando tornai a casa, con ben due ore e mezzo di ritardo, ed un atroce mal di testa per quanto avevo sforzato la mia mente a creare illusioni e a manipolare quella di Frank, mi aspettavo una ramanzina da parte di mio padre che non sarebbe finita mai. Insomma, mi mandava in giro con una guardia del corpo, figuriamoci come sarebbe stato agitato non vedendomi rincasare nell'ora prestabilita!
Quindi, quando invece con mio stupore lo trovai serenamente seduto sulla sua poltrona a leggere un giornale con aria stranamente rilassata, capii che mio padre, ancora una volta, sapeva molte più cose di me. Capii che sapeva di Frank, e che si fidava di lui. Altrimenti avrebbe mandato uno dei suoi uomini migliori a cercarmi. Se non lo aveva fatto, c'era un motivo.
Oh, ovviamente, non avevo idea di quale fosse quel motivo. Pensai solo che finalmente le cose stavano prendendo la giusta piega.
Le cose andarono anche meglio, quando mio padre mi chiese di presentarglielo. Beh, ovviamente inizialmente mi sentivo in imbarazzo. Non volevo che Frank pensasse che avessi chissà quali strane idee. Ma gli raccontai di mio padre, e di quante cose sapesse, così Frank decise di incontrarlo ben volentieri.
Un'altra cosa che devo dire su Frank, è che era dannatamente curioso. Davvero. Si sforzava davvero tantissimo ad elaborare teorie su ciò che eravamo e tutto il resto.
Frank voleva sapere. Ed io, che credevo di sapere molte cose sul mio potere e tutto il resto, dovetti ammettere che non ne sapevo poi molto, nonostante avessi ricevuto una minima educazione al riguardo. O meglio, io mi accontentavo di sapere ciò che mio padre voleva farmi sapere. Mi bastava, andava bene così. Insomma, c'è chi nasce con due teste, chi soffre di strane malattie... a me era andata più che bene, no?
L'unica altra persona più curiosa di Frank era il suo migliore amico, Mikey Way.
Bene, Mikey era un altro sapientone, ma le cose che sapeva erano frutto di ricerche e studi e cose del genere.
(Si, forse non ero così sveglia, perché fin quando non fu lui a chiedermi come facesse mio padre a sapere tutte quelle cose su questi poteri, io non mi ero mai posta la domanda. Pensavo che lo sapesse e basta).
Comunque, Mikey era un ragazzo alto e magro, con dei pesanti occhiali da vista sul naso ed un quadernino sempre a portata di mano su cui appuntava ogni minima cosa. Ma non aveva alcun potere. Forse, pensavo, era per questo che fosse così affascinato dalle nostre abilità da supereroi. Perché lui era un ragazzo ordinario.
Comunque, sapevo di potermi fidare anche di lui, perché Frank si fidava ciecamente, e perché era uno di quei ragazzi che non sanno mentire. Di quelli che puoi leggere come un libro aperto. Non aveva strane intenzioni, non era uno di quelli - chiunque essi fossero - da cui mio padre voleva proteggermi. Probabilmente se qualcuno gli avesse messo in mano una pistola, pensavo, Mikey si sarebbe sparato su una gamba nel tentativo di infilarla nella fondina. Sul serio. Mikey era imbranato, non faceva paura nemmeno ad un moccioso.
Capii comunque presto che invece mio padre non nutriva troppa simpatia per Mikey. Ci fu un periodo in cui mi chiesi anche se non fosse perché lui non aveva poteri, ma pensai che fosse una cosa davvero stupida. Scoprii poi, comunque, che non gli piaceva Mikey perché lo considerava troppo curioso e ficcanaso. Oh, gli feci notare che Frank era curioso e ficcanaso allo stesso modo, ma ogni volta mio padre scrollava le spalle e sorrideva, rispondendomi che Frank era Frank.
Ve l'avevo detto, che mio padre lo adorava, no?

Thought You Was Batman #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora