6 mesi prima
«Devi venire con me».
Frank guardò il tizio che si era presentato sulla porta del suo appartamento, sollevando un sopracciglio.
Non lo conosceva, era sicuro di non averlo mai visto prima «E tu saresti?» chiese scettico.
La televisione era accesa, sintonizzata sull'esplosione appena avvenuta nella Zona Industriale di Belleville. Il ragazzo alla porta fece un respiro profondo, scuotendo la testa e smuovendo l'infinità di ricci castani che contornavano il suo volto.
«Non c'è tempo per le chiacchiere. Ti spiegerò tutto dopo. Ma ora devi venire con me.» disse solo.
Frank rise divertito. Quel tizio sembrava uscito da un film o qualcosa del genere «Si, certo. Cos'è, siamo in Matrix?» disse tentando di richiudere la porta per tornarsene a guardare il notiziario.
Il ragazzo però glielo impedì, poggiando una mano sulla porta e facendo forza per tenerla aperta «Mi manda Crow. Si tratta di Candice, ed ogni minuto che passa è un minuto in meno di addestramento, quindi smettila di fare domande, scrivile un biglietto in cui dici che tornerai presto, e vieni con me!» disse con aria severa.
Frank restò in silenzio per qualche secondo, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo. Perché Crow non gli aveva semplicemente fatto una telefonata per avvisarlo che stava mandando qualcuno da lui? E comunque dove dovevano andare? E che c'entrava Candice?!
Si rese conto che il tipo davanti a lui non scherzava, così sospirò «Ok. Posso sapere almeno quando tornerò a casa? Posso chiamare Candice per avvisarla che sto andando via?» chiese dirigendosi in cucina.
«No. Puoi scriverle un biglietto, non parlare di me, o di Crow. Dille solo che prima o poi le spiegherai tutto, e basta. Meno cose sa, meglio è.» disse secco il tizio, seguendo Frank all'interno dell'appartamento.
Lui alzò gli occhi al cielo. Se non fosse per il fatto che dietro a tutto questo c'era la mano di Crow, molto probabilmente avrebbe chiesto al tizio di andare ad importunare qualcun altro.
Ma doveva essere qualcosa di serio, e sopratutto, se si trattava di Candice, Frank avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Scrisse qualcosa su un post-it, e lo attaccò al frigorifero.
«Ok. Dove siamo diretti, comunque?» chiese Frank poi, guardando il tizio che sembrava avere fretta. Allungò una mano per prendere il suo cellulare, ma l'altro lo afferrò prima di Frank e se lo infilò in tasca «Questo non ti serve. Ed ora andiamo. Crow ti aspetta.» disse secco, uscendo dall'appartamento.
Frank si guardò addosso. Stava indossando i pantaloni di una vecchia tuta ed una t-shirt sporca.
«Posso almeno cambiarmi?» chiese sbuffando.
«No, non puoi. Non abbiamo tempo. Smettila di fare domande e seguimi!» ordinò l'altro.
«E che cazzo, però!» si lagnò Frank «Questo si chiama rapimento, lo sai?».
Il tizio si voltò a guardarlo, e scosse la testa con un mezzo sorriso sulle labbra «No, rapimentosignifica portare via qualcuno contro la sua volontà...».
Frank annuì «Esatto! Infatti io non ho alcuna intenzione di venire con te, ma mi stai costringendo a farlo.».
«No, per il momento ti ho solo detto che è per il bene di Candice, e tu ti sei convinto a venire con me. Ma se continui a blaterare giuro che ti tappo la bocca e ti chiudo nel cofano della mia auto. E quello si, sarebbe un rapimento».
Frank sospirò «Ah-ah» fece sarcastico «Sei davvero simpatico, sai? Posso sapere almeno come diavolo ti chiami? O è un segreto di Stato anche il tuo nome?».
«Ray Toro, ed ora smettila con tutte queste domande e seguimi.» rispose l'altro, incamminandosi verso la sua auto parcheggiata nel vialetto fuori dall'appartamento di Frank.Quando Frank aveva lasciato il suo appartamento aveva compreso che qualcosa di grave era successo, o stava succedendo, ma non aveva idea di cosa.
Ray Toro guidò in silenzio, risopndendo a stento alle mille domande di Frank.
Quando il ragazzo chiese perché stavano lasciando il New Jersey, Ray scrollò le spalle dicendo solo che Crow lo stava aspettando.
Ovviamente la cosa non aveva molto senso, per Frank. Crow abitava a Belleville, non potevano incontrarsi lì?
Comprendendo che non avrebbe ottenuto ulteriori informazioni, restò in silenzio per il resto del tragitto. Finché arrivarono finalmente a destinazione.
A Dover, nel Delaware.
Con più precisione in una zona deserta, nel quale spuntava solo un'enorme costruzione simile ad una base militare.
C'erano dei grandi edifici recintati, delle torrette di controllo in ogni angolo, e alla destra del grande cancello d'entrata nella base, un gabbiotto di controllo fuori dal quale due uomini in divisa, armati, si occupavano di controllare i documenti di chi usciva o entrava.
Quando Ray rallentò la macchina, comunque, le due guardie non gli chiesero nulla. Fecero un cenno con la testa ed aprirono il grande e pesante cancello.
Frank aggrottò la fronte, quel Ray doveva essere qualcuno di importante.
L'edificio principale della struttura era un grande palazzo a più piani, sul quale era affisso in grandi caratteri un cartello con su scritto "P-Plus".
Ray parcheggiò l'auto e disse a Frank di scendere e seguirlo. Frank osservò il logo sul cartello in cima all'edificio.
«Questa sarebbe la sede dell'azienda di Crow?» chiese, curioso quanto confuso. Si guardò intorno. C'era un'area al lato sinistro del palazzo, in cui c'era una specie di parco artificiale e c'erano un mucchio di ragazzi seduti qua e là. A Frank sembrava fosse l'ora di ricreazione a scuola. Poi notò alcune persone sparse intorno al perimetro, tutti indossavano delle tute scure ed attillate, ed avevano tutti una pistola nella fondina ed un auricolare all'orecchio.
Sembravano delle guardie anche loro. Non aveva senso.
«Come mai tutta questa sicurezza, qui?» chiese seguendo Ray che nel frattempo aveva aperto il grande portone d'entrata «Crow non è tipo, il direttore di un'azienda di integratori alimentari o qualcosa del genere? Non mi dire che crede davvero che qualcuno possa assaltare una fabbrica di barrette energetiche!» disse ridendo.
Ray sorrise e scosse la testa.
L'interno dell'edificio sembrava la hall di un albergo. C'erano dei divanetti accostati alle pareti, dei vasi di fiori accanto a questi e un grande televisore all'angolo.
L'edificio sembrava deserto, fatta eccezione per una ragazza con aria scazzata seduta in quella che doveva essere la reception.
Ray la guardò, ma non disse nulla. Continuò a camminare, entrando in un corridoio sulla destra.
Il pavimento in parquet sembrava fosse stato appena lucidato, alle pareti c'erano dei quadri famosi che Frank aveva visto su delle riviste, e il lungo corridoio aveva delle porte, tutte chiuse.
Frank si guardò intorno curioso. In fondo al corridoio c'era una porta più grande, con sopra un'insegna d'oro incisa.
"Gordon Crow"
Ray bussò sulla porta, e quando dall'interno il signor Crow diede il suo permesso ad entrare, l'aprì incitando Frank a mettere piede nell'ufficio.
Il signor Crow era seduto alla sua scrivania. Indossava uno dei suoi soliti completi, ed aveva l'aria preoccupata.
Sorrise a Ray.
«Grazie, Toro. Puoi andare, ora...» disse congedandolo.
Frank si avvicinò alla scrivania di Crow. Ora voleva sapere cosa ci facesse lì, e perché Crow non potesse incontrarlo nel suo appartamento a Belleville.
E sopratutto, come la questione avesse a che fare con Candice.
Fece un respiro profondo, sedendosi sulla poltrona in pelle di fronte alla scrivania.
«Grazie per essere venuto, Frank...» disse il Signor Crow sforzando un sorriso.
Frank sollevò un sopracciglio «Non credo avessi molte alternative, comunque...» commentò «Allora, che succede? Giuro che non ci sto capendo assolutamente nulla, e quel Ray Toro, lì, non è stato affatto d'aiuto. Non ha parlato per tutto il viaggio, e comunque, non poteva semplicemente chiedermi di venire a casa sua? Dovevamo per forza incontrarci qui? E sopratutto, che posto è questo? Perché comincio a dubitare del fatto che lei si occupi di distribuzione di barrette energetiche, a questo punto!» disse d'un fiato, nervoso.
Crow sorrise, all'ultima frase «Infatti io non mi occupo di barrette energetiche...» commentò, divertito. Prese qualche secondo per riflettere su come spiegare a Frank cosa stava succedendo, poi sospirò «Hai saputo dell'esplosione?» chiese.
Frank annuì.
«Bene. Frank, ci sono delle cose che devi sapere riguardo l'esplosione, riguardo i tuoi poteri e sopratutto riguardo mia figlia.» disse poi. Ma prima che Frank potesse dire qualcosa, continuò «Scommetto che anche tu, come tutti, ti sei sempre chiesto perché mai Candice andasse in giro con una guardia del corpo...»
Frank annuì di nuovo, e Crow si alzò dal suo posto e prese un fascicolo da un cassetto, per poi fare il giro della scrivania e mostrare il fascicolo a Frank, che lo aprì e ne tirò fuori alcuni fogli. Erano dei disegni. Dei ritratti a colori.
Frank li osservò confuso.
«Che roba è?» chiese.
Crow fece un respiro profondo «Questo» disse indicando il primo ritratto, il disegno di un uomo con un aspetto inquietante. Nonostante fosse solo un disegno, il suo sguardo sembrava minaccioso e pericoloso «...è Korse. E' uno psicopatico con una mente diabolica, ed il suo intento è quello di conquistare il mondo e rendere la razza umana priva di emozioni...».
Frank fece una smorfia «Si? Sembra la storia di qualche fumetto...» mormorò guardando ancora il disegno.
Crow scosse la testa «Purtroppo non lo è...».
«E cos'ha a che fare questo Korse con me? E sopratutto, perché continuate a dire che c'è di mezzo anche Candice?» chise Frank.
«Non credo ci sia un modo giusto per raccontare questa storia, quindi arriverò al dunque senza troppi giri di parole...» sospirò Crow «I poteri di Candice vanno davvero oltre l'immaginabile, Frank. Lei non sa solo manipolare la mente di chi ha davanti. Lei sarebbe in grado di manipolare la mente di un'intera popolazione. Lei saprebbe convincere l'intero pianeta che ciò che dice è giusto. Le basterebbe desiderarlo, davanti ad una telecamera, e mandare il video in diretta mondiale. Ed il mondo sarebbe nelle sue mani.» spiegò con aria costernata.
Frank sorrise «Stiamo parlando della stessa Candice? Quella che si sente in colpa dopo aver persuaso il suo capo ad aumentarle la paga mensile?» chiese diverito. No, non potevano parlare della stessa Candice.
Crow però annuì, ed era serio «Frank, non è un gioco, ok? Non sto scherzando. Quello che ti sto spiegando è dannatamente vero. E Candice è in pericolo!» fece una breve pausa. Il battito del suo cuore era aumentato, come ogni volta che pensava alla possibilità che qualcuno volesse portargli via Candice per... deglutì, passandosi una mano tra i capelli. Prese i disegni che Frank teneva in mano, e ne afferrò uno.
«Korse è un uomo viscido, e non ha poteri come voi. Ma sa usare la violenza, e non si fa scrupoli a sparare, se ce n'è bisogno. Il suo piano per la conquista del mondo prevede l'aiuto da parte di persone malvagie come lui, o persone che lui ha in qualche modo costretto o manipolato. Lui è la persona più importante, in tutta questa operazione.» spiegò mettendo il ritratto sotto al naso di Frank «Lui sa assorbire i poteri di persone come te, e Candice... non sappiamo quanti poteri abbia, in totale. Sappiamo che ha già ucciso molte persone, sotto il controllo di Korse. E sappiamo che Korse lo manderà a prendere Candice, per fargli assorbire i suoi poteri e così cominciare il suo ridicolo piano di conquistare il mondo!» disse evidentemente agitato.
«Ucciso? Cioè, questo uccide la gente?» chiese Frank preoccupato. Anche i suoi, di battiti del cuore, erano accelerati notevolmente «Lui vuole uccidere Candice?» chiese ancora, guardando Crow, e sperando in una risposta negativa.
Crow deglutì, socchiudendo gli occhi come per riordinare le idee.
«Lui assorbe la vita della gente. E con questa, i loro poteri.» mormorò Crow.
Frank guardò disgustato l'immagine che Crow gli aveva messo davanti.
Il disegno di un ragazzo che probabilmente aveva la sua età, che indossava una giacca blu, una fondina contentente una pistola gialla, ed aveva degli strani capelli color fuoco.
«Si chiama Party Poison. Ed è estremamente pericoloso...» spiegò Crow.
Frank sentì il sangue bollirgli nelle vene. Quel tizio non avrebbe mai e poi mai sfiorato Candice!
«Ed io, come posso aiutare?» chiese infine, promettendo a sé stesso che avrebbe fatto il possibile.---
I Capitoli Extra comprariranno ogni tanto nel corso della storia per spiegare quello che la protagonista non ha vissuto in prima persona o comunque per chiarire alcuni punti (o aggiungere qualche altro interrogativo?) al di fuori del POV di Candice.Grazie come al solito.
E per favore, se c'è qualcosa di sbagliato, qualche errore, qualsiasi appunto che volete farmi, fate pure, so pronta a tutto! XD
XOXO
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Thought You Was Batman #Wattys2016
RandomSuperpoteri, esplosioni, identità nascoste, sparizioni e pistole laser