Capitolo 5

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Nei giorni seguenti l'arrivo di Party Poison successero davvero tantissime cose.
Tanto per dirne una, scoprimmo che Poison aveva un'infinità di poteri. Sul serio, così tanti che persi addirittura il conto. E poi, Poison ritrovò la memoria. O qualcosa del genere. Non sapevo bene cosa fosse successo, ma una sera, dopo essere stata a cena da mio padre - che nel frattempo mi aveva tartassato di domande tanto da farmi scoppiare un atroce mal di testa - notai che Poison si comportava in modo strano.
Ovviamente, devo premettere che nei giorni seguenti l'esplosione che lo portò da noi, io e Party Poison stringemmo una specie di... ah, ok, mi fa strano dirlo. Io mi resi conto che più i giorni passavano, più trovavo Poison affascinante, ed interessante, e ok, non credo ci sia nulla di male quindi lo dico, anche piuttosto sexy.
Sopratutto quando dimenticava di prendere una maglietta dal cassetto di Frank e usciva dalla doccia a torso nudo e con i capelli scompigliati e umidi...
Ok, basta parlare dell'effetto che mi faceva trovarmi davanti un Poison mezzo nudo. Dunque, dato che passavamo gran parte del nostro tempo insieme, e che lui era segregato nel mio appartamento come un ricercato dall'FBI, era ovvio che stringessimo un buon rapporto. Spesso ci ritrovavamo con Mikey a fare ricerche su ricerche e alla fine quando Mikey lasciava l'appartamento io e Poison ci addormentavamo sul divano.
Comunque, mio padre continuava a stressarmi ogni giorno, dicendomi che sarebbe stato meglio tornare nel suo appartamento, che forse avevo bisogno di una nuova guardia del corpo, che dovevo fare molta attenzione, guardarmi intorno e un sacco di altre cose paranoiche totalmente senza senso.
Era diventato quasi ossessivo, mi telefonava praticamente dieci volte al giorno per chiedermi con chi fossi e cosa stavo facendo.
In tutto ciò, come dicevo comunque, Poison aveva cominciato a comportarsi in modo strano. Non ero stata in casa praticamente tutto il giorno, quindi non potevo sapere perché ora sembrava più disorientato di quando arrivò, e si comportava davvero in modo particolare. Per dirne una, notai che manteneva una certa distanza da me. Si rifiutò anche di mangiare seduto al mio fianco sul divano come facevamo di solito ormai. Ed ovviamente non mi addormentai con la testa sulla sua spalla. Anzi, quella sera forse per la prima volta dopo tutto quel tempo, mi ritrovai a dormire da sola nel lettone che prima dividevo con Frank.
Il non sapere perché Poison fosse così taciturno, freddo e distaccato mi torturò per gran parte della notte, portandomi a fare mille supposizioni ridicole, tanto che mi sentivo quasi come Mikey.
In più, la sera seguente scoprimmo che Mikey aveva anche lui dei poteri. Oh, beh, in realtà inizialmente pensai che fosse tutto frutto della sua immaginazione, e comunque la cosa mi spaventò abbastanza.
Era venuto come al solito da me, per illuminare me e Party Poison con le sue altre teorie. Ne aveva formulate davvero tantissime. Stavolta comunque, a differenza delle altre sere, Poison sembrava disinteressato e anzi, anche abbastanza infastidito dalle supposizioni di Mikey, quasi come se non volesse nemmeno sentirle. Tanto che alla fine se ne andò a sdraiarsi sul divano dicendoci che non si sentiva "in vena" di chiacchierare.
Mikey dovette ammettere che trovare informazioni credibili su persone con superpoteri era alquanto complicato. Il più delle cose che si trovavano nel web provenivano da egocentrici sfigati che avevano bisogno di attirare l'attenzione. Un gran mucchio di falsi allarmi.
Comunque, mi spiegò che camminando avanti e indietro nel salotto di casa sua, intento a rimuginare sulle informazioni che aveva ottenuto dalle sue ultime ricerche, aveva notato che, sullo scaffale vicino alla televisione, quello dove Donna Way teneva allineate tutte le sue inquietanti bambole di porcellana, c'era nascosta una piccola cassettina contenente una chiave, e sulla chiave c'era impresso il simbolo che Poison aveva tatuato sulla nuca. Mi disse che la cosa non aveva senso, secondo lui, perché non riusciva a comprendere come mai Donna avesse una chiave del genere nascosta in casa e sopratutto non riusciva a trovare un collegamento tra Donna e Party Poison.
Oh, ora che so tutta la storia, sin dal principio, quella situazione mi risulta alquanto scontata. Se solo fossi stata più sveglia, attenta o intelligente, avrei notato molto più facilmente tutti gli indizi che avevo sempre avuto sotto al naso.
Comunque, io e Mikey ci addormentammo in cucina, con la testa poggiata sugli appunti sul tavolo, proprio come succedeva quando andavamo al liceo e studiavamo fino a tardi.
E fin lì andava tutto bene. Poi d'un tratto Mikey si svegliò di soprassalto.
Era spaventato ed agitato. Aveva la fronte imperlata di sudore e tutta l'aria di aver fatto uno di quegli incubi così reali da farti venir voglia di andare a dormire nel lettone con i tuoi genitori!
«Cazzo!» esclamò con voce roca, scuotendomi. Non che non avessi già aperto gli occhi comunque, sentendolo sussultare in quel modo. Aveva i battiti del cuore accelerati e gli occhi sgranati mentre cercava di calmarsi.
«Che succede!?» chiesi preoccupata, stirandomi i muscoli delle braccia e delle spalle che facevano male vista la posizione scomoda in cui avevo dormito.
Mikey si guardò intorno, come per controllare che nessuno potesse sentirci. Lentamente, facendomi cenno di non fare un fiato, si alzò ed accostò la porta della cucina, per poi avvicinarsi di nuovo a me.
«Che hai?» chiesi ancora, sollevando un sopracciglio.
Lui scosse la testa, guardando ancora una volta in direzione della porta come per assicurarsi che Poison non fosse in agguato «Candice... ho avuto una visione!» disse guardandomi negli occhi.
In quel momento non sapevo se piangere perché mi aveva fatto prendere un colpo per una cosa così ridicola, o se ridere perché dall'aria che aveva sembrava crederci sul serio.
«Mikey, hai fatto un brutto sogno...» mormorai scuotendo la testa, tirandomi su «Io me ne vado a letto, ho la schiena a pezzi...» aggiunsi poi, nel tentativo di dirigermi di là, ma Mikey mi fermò bloccandomi il passaggio.
«Non era una visione, Candice!» esclamò cercando di non urlare. Poi abbassò la voce di qualche tono «Ho visto chiaramente Party Poison che ti...» deglutì abbassando lo sguardo «...non so cosa ti stava facendo! Ti aveva legata ad una sedia e ti... teneva le mani sulla tua testa, ed era come se volesse strapparti via il cervello, non so cosa volesse fare ma tu eri lì ed urlavi per il dolore! E non credo che sia solo un incubo!» spiegò.
Oh, merda.
Non era qualcosa di molto simile ad uno dei flash che avevo visualizzato provando ad entrare nella testa di Poison!?
E come diavolo faceva Mikey ad aver visto la mia stessa identica cosa, anzi, in modo più approfondito?
E perché mai Party Poison avrebbe dovuto o voluto torturarmi, o strapparmi via il cervello, o fare qualsiasi cosa stesse facendo nel sogno di Mikey?
E comunque, cosa avrei dovuto fare ora? Magari era proprio per questo che Poison si comportava in modo così strano, ultimamente... qualsiasi cosa fosse, comunque, non potevo davvero andare da Poison e chiedergli se aveva intenzione di farmi del male.
E così cominciarono a vorticarmi in testa un milione di domande, che si aggiungevano all'altro milione di domande già presenti. Uno strazio, sul serio.
Mi domandai come mai non ero stata in grado di percepire le strane intenzioni di Poison. Mi ero sforzata così tanto per entrare nella sua mente, com'era possibile che non ero riuscita ad intercettare i suoi pensieri malvagi? Allora forse non ce ne erano e Mikey aveva davvero avuto solo un inquietante incubo? E comunque che c'entrava Donna Way e quella chiave che Mikey aveva trovato, con tutta questa storia? E dove diavolo era finito Frank? Perché non tornava e basta? Con lui era tutto più facile! E che sarebbe successo se avessi chiesto a mio padre di illuminarmi su tutta la faccenda? Ne sapeva davvero qualcosa in più, o magari stavolta anche lui non sarebbe stato in grado di darmi una risposta?
Avevo il cervello in fiamme, tanto stavo pensando.
Alla fine decisi di fingere di non sapere nulla. Decisi di non dire nulla a Poison riguardo l'incubo di Mikey, perché magari se lo avesse saputo avrebbe reagito male. Decisi di comportarmi come se tutto fosse ok, sperando che Poison non avesse, tra i tanti, anche qualche strano potere che gli facesse scoprire che sapevo che prima o poi mi avrebbe torturata, per qualche misterioso motivo.
La mattina seguente io e Mikey lasciammo il mio appartamento prestissimo, con la scusa del lavoro e tutto il resto. Probabilmente avrei anche abbandonato il mio appartamento nelle mani di Poison per sempre purché non mi torturasse. Insomma, avete idea di cosa significhi dubitare che uno sconosciuto venuto dal nulla, che hai ospitato tanto gentilmente in casa tua, voglia mangiarti il cervello o qualsiasi cosa del genere? Ah, era un pensiero orrendo. Ovvio che non volevo essere torturata, legata ad una sedia, maltrattata e niente di simile.
Quello che successe dopo, comunque, fu anche peggio.
Mikey mi seguì per tutto il giorno come un cagnolino fedele, nonostante sapessimo entrambi che le sue capacità fisiche non gli avrebbero permesso di sconfiggere un tizio con più poteri di Dio nel caso avesse voluto rapirmi.
Ovviamente, dato che io non sono affatto sveglia, fu Mikey ad accorgersi che una donna asiatica sui trent'anni, vestita in un elegante completo grigio, ci stava seguendo praticamente da ore.
Era seduta a pochi tavoli dal nostro, nel cafè in cui avevamo fatto colazione, aveva passeggiato dall'altra parte del marciapiede mentre noi ci incamminavamo verso il mio posto di lavoro, aveva pranzato su una panchina di fronte alla vetrina e poi era di nuovo dietro di noi mentre gironzolavamo per Belleville senza meta chiedendoci se fosse o meno il caso di tornare a casa e rischiare che l'incubo di Mikey della notte precedente diventasse realtà.
Mikey mi sussurrò di accelerare il passo perché la tizia asiatica gli metteva ansia - nel frattempo aveva supposto che poteva trattarsi di una complice di Poison, di una guardia del corpo mandata da mio padre e tante altre cose - ma prima ancora che potessi dargli retta, mi ritrovai la donna al fianco che mi sorrideva con uno dei sorrisi più plastici mai visti in tutta la mia vita.
«Salve!» esclamò porgendomi una mano per presentarsi «Mi chiamo Kim ed ho assolutamente bisogno di parlarti, Candice» disse guardandomi negli occhi.
Come faceva a sapere il mio nome? Oh, beh, pensai che avendomi seguita per tutto il giorno doveva pur aver appreso qualcosa sul mio conto.
Sollevai un sopracciglio, guardando Mikey sperando che riuscisse a trovare qualcosa da dire. Tipo, non lo so "scusi ma andiamo di fretta" o cose simili.
Non morivo dalla voglia di conversare con una stalker.
Ma Mikey scrollò le spalle e basta, così sospirai. Pensai di usare il mio potere per entrare nella sua mente, cercare di captare qualche informazione o roba simile. Non feci nemmeno in tempo a pensarlo, che i lati delle labbra della donna si sollevarono in una specie di ghigno «Non provarci nemmeno, ragazzina...» disse con tono serio «Seguimi, e renderemo tutto meno complicato».
Deglutii, chiedendomi seriamente chi diavolo fosse quella Kim e cosa volesse da me.
Lanciai uno sguardo alla distanza che mi separava dal mio appartamento. Era poco più di un chilometro. Non ero mai stata così lieta di vivere in una cittadina così piccola come quel giorno!
Guardai Mikey sperando che potesse capire il mio intento di correre il più velocemente possibile verso casa. Ok, lì c'era Poison che forse voleva uccidermi, ma l'idea di morire dentro le mura del mio appartamento passò in secondo piano. Quella Kim aveva uno sguardo pieno di cattiveria. Mi guardava come se volesse scuoiarmi viva e mangiare le mia interiora e poi gettare la mia carcassa in un fiume!
- ok, ero un'appassionata di film horror, sia chiaro.
Dunque, feci un respiro profondo e contai mentalmente fino a tre. Ringraziai il cielo quando compresi che Mikey aveva avuto la mia stessa idea e cominciò a correre al mio fianco verso l'appartamento di sua spontanea volontà.
Corremmo a perdifiato, non ero mai stata così veloce in tutta la mia vita. Corremmo voltandoci indietro di tanto in tanto per controllare dove fosse Kim, se ci stesse seguendo o cosa.
Con il cuore in gola, arrivati davanti al mio appartamento, dopo essermi accertata che Kim non ci fosse alle calcagna, presi le chiavi e le infilai nella serratra per aprire la porta. Mikey si teneva una mano sul fianco, aveva poggiato l'altra mano sullo stipite della porta e cercava di riprendere fiato.
Girai la chiave e spalancai la porta sentendo un immediato sollievo nel vedere il mio appartamento. Come se fossi tornata nel mio nascondiglio sicuro.
Oh, si, come no.
Non feci nemmeno in tempo a mettere piede all'interno che sentii una mano afferrarmi la maglietta alle spalle e tirarmi indietro. Vidi lo sguardo di terrore negli occhi di Mikey che emise una specie di urlo spaventato. Fortunatamente, almeno Party Poison, incuriosito da quel rumore, si affacciò sull'ingresso dell'appartamento per vedere cosa stesse succedendo.
Non potevo dire se fosse per la scena stessa, per il mio sguardo impaurito mentre Kim mi stringeva a sé con un braccio e mi puntava dei... ah, quella roba non l'avevo mai vista prima. Sembrava una specie di Wolverine, le erano usciti fuori dalle mani degli artigli lunghissimi ed affilati come coltelli, e me li stava puntando alla gola senza troppi complimenti.
Potevo sentire le punte degli artigli spingere contro la mia pelle, e la salda presa di Kim sul mio corpo.
Comunque, notai che l'espressione di Party Poison era un misto di sorpresa, paura e qualcos'altro che non avevo intenzione di analizzare in quel momento, dato che avevo una psicopatica intenta ad infilzarmi.
Sentii Kim fare una specie di risatina alle mie spalle, non appena vide Poison.
Poison si schiarì la gola, facendo un passo verso di noi, ma Kim indietreggiò spingendo ancora un pò più a fondo i suoi artigli contro la mia gola.

Bene, tutto quello che accadde dopo fu così confuso che non credo di riuscire a raccontarvelo per bene. Posso solo dire che gli artigli di Kim stavano per entrarmi nella carne, quando sentii Poison esclamare "Tanto non ti serve a nulla, da morta!".
Oh, quella si che era una bella notizia... insomma, di qualsiasi cosa si trattasse, per lo meno non era arrivata la mia ora! Magra consolazione, considerando il dolore alla gola, mentre Kim stringeva gli artigli contro la mia pelle.
Il mio sguardo volava da Mikey a Poison, da Poison a Mikey. Li stavo silenziosamente implorando di fare qualcosa. Qualsiasi cosa.
E fu proprio quello il momento in cui successe. Il momento in cui Poison si scoprì per la prima volta, mostrandoci davvero di cosa fosse capace. E no, non fu nulla di piacevole.
Non sapevo bene quali fossero i suoi poteri, ma vidi Poison fare uno scatto impercettibile che lo portò alle mie spalle. Sentii la presa di Kim farsi più rigida, ed improvvisamente, gelida. Oh, lo sguardo di Mikey che osservava tutta la scena in silenzio era qualcosa di spettacolare. Sembrava stesse guardando un cavolo di film o che ne so io. Era a bocca aperta, e compresi ben presto, quando finalmente la presa di Kim mi lasciò andare ed io riuscii a riprendere a respirare, portandomi una mano alla gola per fare pressione sulla ferita, che Poison mi aveva, almeno per il momento salvato la vita. E che per farlo, la stava togliendo a Kim.
Assistere ad un omicidio non è affatto piacevole, se può interessarvi. Sopratutto quando l'omicidio avviene in maniera così inaspettata.
Bene, Poison stava stringendo la testa di Kim tra le mani, quasi come se volesse stritolarle il cranio, e dall'espressione sofferente di Kim, aggiunta alle sue urla strazianti, doveva essere qualcosa di davvero doloroso. Non riuscivo a muovermi. Non riuscivo a dire nulla. Ero impotente, davanti a quella scena. E giuro, anche se può sembrare impossibile, Kim sembrò prosciugarsi. Volevo dire a Poison di smetterla, perché era ovvio che l'avrebbe uccisa e insomma, noi non eravamo assassini, giusto? Non riuscivo a dire nulla. Restai immobile davanti all'immagine di Poison che, grazie a chissà quale potere, stritolava la testa di Kim, e lei, piano piano, cominciò a prosciugarsi come... oh, no, non so come cosa. So solo che sembrava davvero che le fossero rimaste solo le ossa e la pelle. Nient'altro. Aveva l'aspetto di un cadavere in putrefazione. Oh, che scena orrenda. Mi sentii nauseata. Avevo voglia di vomitare.
Quando Poison lasciò la presa dalla testa di Kim, il corpo della donna cadde a terra e fui sorpresa di non vederlo frantumarsi in mille pezzi, tanto fragile sembrava ora.
Guardai Poison stringere i pugni. E così, improvvisamente, dagli spazi tra le nocche delle sue mani, ne uscirono fuori degli artigli affilati. Proprio come quelli di Kim.
Fu in quel momento che compresi che Party Poison aveva la capacità di risucchiare i poteri - e la vita - degli altri.
E fu già abbastanza straziante tutta la scena, che quando Mikey riuscì a parlare per dirmi«E' esattamente quello che faceva a te, nel mio sogno!» non avevo le forze fisiche e mentali per reagire in alcun modo.
Pensavo solo che c'era una donna morta ai miei piedi, una donna che conosceva Party Poison a quanto sembrava, e che voleva uccidermi o rapirmi o qualsiasi altra cosa. Pensavo che ero stata davvero stupida a fidarmi di Poison come se niente fosse. Pensavo che mio padre si sarebbe incazzato da morire, non appena avrebbe saputo cosa stava succedendo. E pensavo che dovevo correre da mio padre per raccontargli tutto. Lui avrebbe avuto delle risposte. Ne ero sicura.

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Su EFP mi ero firmata Thorexina perché sono un pozzo di idee per stupidi nicknames XD
Comunque sono annoiata quindi boh, aggiorno a uffa. Tanto dodici capitoli sono gia pronti all'uso, poi dovrò iniziare a scrivere i nuovi ma c'è tempo, ora sono troppo pigra.

Thought You Was Batman #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora