-Lea-
La calma non era dalla mia parte.
Avevo il costante bisogno di litigare con qualcuno. Il primo ad addossarsi le miei inquietudini fu il mio cervello, poi toccò a mia madre e a mio padre, poi i miei cugini ed infine toccò ad Harry, che in quel momento se ne stava seduto a studiare cercando di non dare di matto dopo il mio ennesimo sproloquio contro di lui.
Sembravo ridicola, ero ridicola, sapevo di essere ridicola, ma cosa potevo farci?
Mia madre provava a non darmi retta, mio padre passava sempre più tempo fuori casa, mentre Harry era in trappola, un po' per colpa sua dato che "doveva studiare" e un po' perché io non lo facevo uscire.
Ero stesa comodamente sul suo letto a straparlare e a gridargli contro.
«Per favore, Lea! Smettila!» sbottò girandosi furioso verso di me, con due occhi assonnati ma rossi dalla rabbia «Ho solo fatto un appunto! Non ho detto nulla di male!» respirò rumorosamente.
In poche parole la sua "colpa" fu che mi fece notare il fatto che stessi aumentando di peso.
MAI dire ad una donna incinta che sta aumentando di peso, specie se quella donna non ha molta fiducia in se stessa e i suoi ormoni non sono proprio dei santi nei suoi confronti!
«E certo! Dirmi che sono ingrassata è solo fare un appunto!» mi alzai dal letto ricercando le mie converse, per poi infilarmele e continuare a cercare le altre mie cose sparse per la sua camera.
«E adesso dove vai?» domandò esausto.
«Non sono affari tuoi!» esclamai impegnata nel cercare il cappotto.
«Calmati Lea! Sono due settimane che fai così!» alzò di nuovo la voce.
«E tu ancora non hai capito come ti devi comportare, idiota!» mi girai furiosa verso di lui ritrovandomelo a due millimetri di distanza.
Sentivo le tempie pulsare all'impazzata, martellandomi il cervello, il viso mi andava a fuoco, avevo bisogno di darmi una calmata.
«Aspetta! Ti accompagno a casa» disse più lentamente andando a prendere il suo giubbotto, decisamente arreso.
«Lascia stare» chiusi la porta con un tonfo, svegliando, probabilmente Gemma, che appena mossi un passo mi fermò attirando la mia attenzione ancora concentrata sulla litigata appena avuta con Harry.
«Lea...Va tutto bene?» si grattò il polpaccio con il piede nudo mentre con la mano destra si stropicciava gli occhi come suo fratello era solito fare.
«Sì, Gemma. Torna a dormire» mormorai a testa bassa mentre scendevo le scale.
Lo dovevo sospettare. Il rumore dei suoi piedi piccoli e scalzi sul pavimento della casa rimbombò per tutto l'atrio, dove ero prima di fermarmi pur di non farla uscire al freddo, sicura del fatto che mi avrebbe seguita anche fuori.
«Gemma, torna a letto» sospirai girandomi lentamente verso di lei, che mi era poco distante.
«Ti va un tè?» propose ignorando il mio comando di poco prima.
«Sono le undici di sera...» mi lamentai.
«E quindi?» domandò lei.
Rassegnata alla sua persuasione, mi lasciai guidare in cucina, dove iniziò a preparare il tè per entrambe.
«Questa volta per cos'avete litigato?» sospirò rassegnata, intanto che si sedeva al mio fianco, sull'isola, per aspettare comodamente che l'acqua bollisse.
STAI LEGGENDO
Seasons of Love II
Fanfiction"Se tornassi indietro, invece di non vedere l'ora che finissero i nove mesi della gravidanza, ne avrei amato ogni attimo, consapevole del fatto che la cosa stupenda che mi viveva dentro era la mia unica occasione di collaborare con Dio alla rea...