Capitolo VI - Secondo Mese (Part V)

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-Harry-

Era molto tardi, e tutti, tranne Lea, erano ancora svegli.

Harry voleva parlare del viaggio con Louis, sembrava quasi che volesse essere costretto dal suo migliore amico per poter partire. Voleva sentirsi costretto ad andare, come se quella scelta non dipendesse da lui e che era costretto a partire.

Harry approfittò del fatto che Lea si era appisolata sulla sua spalla per poter parlare con Louis, anche se valevano molto anche le opinioni di Ben e Bernard lì con loro.

«Non me la sento di venire» sbottò Harry interrompendo un momento lungo di silenzio.

«Ancora non glielo hai detto?» domandò allibito Louis, poco prima di prendere un sorso di vino bianco.

«No!» si sporse in avanti, quasi svegliando Lea che si stropicciò gli occhi truccati sul maglione di Harry che la guardò con un po' di dolore, dato che il trucco non sarebbe partito tanto facilmente.

«Perché? Vorrei solo capire questo. Perché?» insistette Louis.

«Perché la lascerei sola! Ecco perché!» cercò di trattenersi.

In fin dei conti sentiva che doveva rimanere a Londra anche se lei partiva per Bradford, ma un conto era poterla raggiungere con tre ore di macchina e un conto era arrivare da lei con dieci ore di aereo rischiando di mandare a monte tutto quanto!

«Ma lei non può andare da qualche parte, che so!? Magari dai parenti?» tentò Louis.

«Vorrebbe andare a Bradford da sola» mormorò Harry.

Louis lo fissò, era davanti a lui, seduto sull'altro divano insieme a Ben che di conseguenza assisteva alla scena come Bernard, entrambi senza fiatare.

«Devo risponderti o credi che ci arriverai da solo?» domandò retoricamente Louis prendendo in seguito un altro sorso di vino.

«Louis, non posso partire senza dirle nulla!» anche se era quello che avrebbe voluto, ma voleva fare, di fronte ai suoi amici, l'uomo di casa.

«Perché?! Noi partiremmo a metà Luglio e agli inizi di Agosto saremo di nuovo qua!»

«Capisci che c'è la possibilità che accada qualcosa?» gli rammentò Harry.

«Harry! Svegliati! Lei vuole partire senza di te e tu ti fai tutti questi problemi solo perché hai il terrore che ti vieti di partire!» si spazientì Louis.

«Shh...Abbassate la voce» intervenne Ben mentre fissava Lea che si muoveva appena per mettersi più comoda contro il corpo di Harry che l'assecondava sempre pur di non farla svegliare.

Louis ed Harry fecero un lungo sospiro, pieno di rabbia e frustrazione.

«Sei grande abbastanza, Harry, da poter decidere da solo. Non posso decidere io al tuo posto e tanto meno Lea» la indicò distrattamente.

Non poteva concludere in quel modo! Harry sarebbe rimasto con il dubbio su cosa fare per tutti quei mesi! Non poteva lasciare le cose in sospeso!

«Se le parlo dici che si arrabbierà?» domandò timoroso Harry, mentre accarezzava dolcemente la nuca alla sua Lea.

«Perché dovrebbe arrabbiarsi? Harry, hai accettato di fare il padre senza problemi! Le stai affianco sempre, cosa vorrebbe? Che ti incatenassi in cantina e che non avessi più contatti con l'esterno?! Scusa, ma non mi sembra la tipa, anche se sclera spesso» Louis accavallò in modo mascolino le gambe guardando il suo migliore amico.

«Ho la sensazione che mi dica di no» Harry storse il naso.

«Mi dispiace, ma finchè non glielo dici, io non potrò intervenire» Louis fece spallucce.

Era chiaro, aveva l'amico troppo intelligente.

Doveva vedersela da solo, ma chissà perché era alquanto sicuro sul fatto che lei glielo vietasse e che quindi era meglio tenerla all'oscuro di tutto.

«Come vanno gli esami?» domandò Louis a Bernard che cacciò fuori un lamento di dolore, mentre l'interlocutore se la rideva sotto i baffi.

Bernard, da quello che sapeva Harry, non stava dando quasi nessun esame dopo quello andato male il mese prima, a Louis faceva ridere perché era ridicolo, dato che tante volte aveva preso dei voti non adatti ma che andavano bene per finire prima l'anno, ad Harry non creava nessun problema, erano problemi suoi ed essendo grande, Bernard, poteva decidere per sé stesso senza che gli altri lo prendessero costantemente in giro.

La serata andò avanti tranquillamente, tranne per Harry che rifletteva accuratamente su ogni possibile soluzione, anche se quella situazione una soluzione ce l'aveva ed era anche molto intuitiva e facile: dire tutta la verità.

Alla fine della serata, Harry risvegliò Lea che sobbalzò appena sentì sfiorarsi la guancia. Salutarono tutti e con la stanchezza partirono per tornare a casa.


-Lea-

Era strano. Così silenzioso e misterioso, non mi piaceva quando passava troppo tempo in silenzio senza dirmi nulla, soprattutto quando eravamo in macchina di ritorno da una serata un po' strana.

Non fiatava, forse si era addormentato, forse era morto, mah...

Fatto sta che stava zitto e nemmeno quando una macchina passò con il rosso davanti a noi lui si scompose! Era innaturale!

«Per caso Louis si sta per risposare?» tentai, fallendo miseramente, però riuscii a strappargli un sorriso divertito «E allora cosa è successo? Qual è la causa di questo silenzio?» continuai girandomi di poco verso di lui, prendendo poi la mano e posarmela sulle cosce, lasciandogli libera quell'altra per tenere il volante e guidare tranquillo.

«Nulla, tranquilla»

«Io sono tranquilla, però non capisco perché tu stia così in silenzio» giocherellai con le sue dita.

«Sono solamente stanco» fece spallucce.

«Vuoi che guidi io?» domandai premurosamente, beccandomi da parte sua una fortissima ed impulsiva risata «Guarda che non mi fai ridere» affermai.

Cercò di calmarsi, ma continuava a farsi scappare dei risolini, però almeno ero riuscita a farlo parlare.

Arrivati a casa mi lasciò sul pianerottolo di casa mia e se ne andò attraversando lentamente la strada residenziale deserta come sempre.

Era tardissimo e quella mattina di quello stesso giorno avrei avuto materie pesantissime e già prevedevo un abbioccamento sui libri con tanto di sbavata.

I miei erano già a letto, e ronfavano felici. Mi affacciai nella loro camera, guardandoli stringersi sotto le coperte.

Chissà se io ed Harry un giorno saremmo arrivati ad amarci come loro, con un amore che ormai andava avanti da vent'anni.

Socchiudendo la porta mi girai e me ne andai in camera mia. Ero stanca.

Molto stanca e la pancia mi faceva un po' male, forse era colpa dell'alcol che, anche se poco, avevo bevuto dal bicchiere di Harry.


-Spazio a me-


Mi sono accorta che questo è l'ultimo capitolo del secondo mese, perciò il prossimo si passera al terzo, e -OMG- si scopriranno tante cose.

Sto fangirlando. Sulla mia storia. Sono un caso disperato. Lo so.

Buona giornata a tutti ;)

BaciXx

Cate

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