Capitolo XI - Quarto Mese (Part II)

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-Harry-

Quella mattina doveva correre da Louis per andare con lui ad Oxford Street per la casa. Era già pronto ma poco prima di uscire si accorse della famiglia riunita in silenzio nel salotto, con sua madre con gli occhi lucidi, il padre pensieroso e Gemma a testa bassa.

Erano solo le sette e trenta della mattina e in casa Styles c'era già tutto quel movimento.

«Ehi...Che sta succedendo?» domandò titubante.

Gemma alzò lentamente la testa sfoderando un sorriso di scuse, mentre la madre si alzò e se ne andò a lavoro lasciando gli altri in casa.

«Cos'ha la mamma?» l'indicò che ormai era già uscita.

«Non pensarci Gemma, vedrai che poi sarà felice» il padre cercò di consolare la figlia con gli occhi leggermente lucidi e colpevoli.

Harry era in ritardo e Louis iniziò a bombardarlo di messaggi minatori, ma lui era troppo preso dalla sua famiglia per dargli retta così rimase ad ascoltare.

«Ma cosa è successo?» Harry insistette un po' alterato.

«Gemma è la nuova direttrice della Banca Centrale Europea e fra tre giorni parte per Francoforte» riassunse il padre che fissava attentamente la figlia seduta sul tavolinetto al centro della stanza.

«Ma è magnifico!» l'abbracciò sperando di risollevarle il morale.

«Comunque tranquilla, ci parlerò io con la mamma» Des si alzò dalla poltrona e andò a baciare la testa delle figlia per poi passare al secondogenito e abbracciarlo «Io vado, ci vediamo questa sera» avvisò, e i ragazzi annuirono.

«Gemma, non pensare a mamma, parti tranquilla» le disse il fratello continuando a sperare che funzionasse, ma Gemma era così contorta che nemmeno se glielo avesse detto Anne che era felice ci avrebbe creduto.

Gli sorrise, sperando di levarselo di torno, aveva bisogno di stare da sola e piangere rannicchiata a terra in un angolo remoto della sua cameretta.

«Io vado, se hai bisogno chiamami!!» era troppo in ritardo così uscì di corsa da casa e salì in macchina chiamando Louis.

«Ehi! Ma dove sei finito!?» gli rispose subito l'amico.

«Problemi famigliari, poi ti spiego! Sto venendo a prenderti!»

«No, lascia stare! Sono già qui con l'agente immobiliare! Muoviti!» lo invogliò.

Accelerò così tanto che a volte ebbe paura di sfracellarsi da qualche parte, ma poi arrivò al luogo d'incontro e si tranquillizzò, Louis e l'agente erano davanti la casa a parlottare fra di loro e quando Harry arrivò si salutarono ed entrarono in casa.

Era in un palazzo abbastanza moderno ma non discordante con il resto delle case più liberty. La casa all'interno aveva pareti bianche pulitissime, con grandi vetrate in tutte le camera che davano in un amabile cortile pieno di fiori. Nella casa era presente solo la cucina ed il bagno per il resto dovevano arredarla, ma dato il luogo e tutto quello che offriva la casa e soprattutto il prezzo adeguato, era un'occasione imperdibile, così si ritrovò poco dopo a firmare il contratto sul ripiano nuovo della cucina completamente in legno chiaro come il pavimento.

Louis nel frattempo si era disperso nella casa abbastanza piccola ma divisa intelligentemente, quando Harry finì di firmare tutte le carte e di leggerle prima, salutò l'agente immobiliare, si fece dare le chiavi e rimase in casa da solo con Louis che intanto era nella futura camera padronale.

«Secondo te la prenderà bene?» la voce rimbombò nella stanza vuota fino a raggiungere Harry, fermo all'entrata.

«No, certo che no. Sarà una furia quando glielo dirò, ma era necessario e secondo me appena la vedrà se ne innamorerà» ammise.

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