Capitolo II - Secondo Mese (Part I)

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-Lea-

Ero ormai entrata definitivamente nel secondo mese di gestazione e mia mamma con Anne non smettevano un attimo di assillarmi con completini firmati Burberry, scarpine della Nike e tante altre cose che senza sapere il sesso del pupo era difficile acquistare, ma no! Entrambe avevano trovato una soluzione: abiti con colori neutri e abbastanza portabili per entrambi i sessi. In men che non si dica mi ritrovai l'armadio pieni di abiti da neonato accatastati uno sopra l'altro in un angolo.

«Che urto!» sbottai lanciando una maglietta impigliata ad una stampella.

Quell'armadio era un vero disastro e per rimetterlo a posto dovevo starci due giorni interi davanti.

«Calmati, Lea» intervenne Harry, steso sul mio letto a sfogliare una rivista trovata per caso.

«Come posso calmarmi se il mio armadio somiglia al ripostiglio delle scope di Hogwarts?!» sbottai girandomi verso di lui.

«Stenditi un attimo, sono ore che sei in piedi per cercare qualcosa da metterti» sbuffò alzando pigramente lo sguardo verso di me.

«Non posso stendermi un attimo, Harry! Tra un po' dobbiamo andare dal ginecologo e poi dobbiamo uscire con Louis, Ben e Bernard, il trio medusa!» continuai la mia lagna con lui che nemmeno batteva ciglio.

«Lea, mancano tre ore per la visita e otto per la cena, calmati, sul serio» continuò lui con voce calma e sguardo stanco.

Con un urlo spaventoso me ne andai in bagno per farmi una doccia, lasciando lui steso sul mio letto a sfogliarsi una rivista di moda.

La pancia cominciava ad emergere, ma nuda facevo un altro effetto. Si vedeva molto bene quel piccolo cumulo di pancia, che qualcuno lo avrebbe definito "cumulo di amore". Certo, anche per me era amore, ma quell'amore avrei preferito averlo verso i trent'anni con una carriera già perfetta e una vita stabile.

A ventuno anni non pensi minimante ai bambini, insomma, sono impegnativi e costosi, ma chissà perché i miei pensieri iniziavano a mutarsi. Iniziai a pensare che ce l'avrei fatta con o senza l'appoggio di qualcuno, sì, ce l'avrei fatta, amavo quel bambino che cresceva in me e amavo anche il fatto che Harry mi fosse accanto.

Mi buttai a capofitto nella doccia lasciandomi andare.

Ero tornata ad essere schizofrenica, ma con la differenza che in quel periodo non attaccavo nessuno ma mi limitavo a parlare e litigare da sola.

«LEA!» urlò lui e da come potevo sentire si era affacciato in bagno.

«Che c'è?!» chiusi il getto d'acqua per ascoltare meglio.

«Tua madre ti vuole parlare!» continuò.

«Bè, dille che mi richiamasse tra cinque minuti!» gridai senza capire il perché mi cercasse a quell'ora del giorno.

«Ha detto che è urgente!»

A quel punto sbuffai annoiata dal comportamento di mia madre.

«Un attimo che mi sciacquo e vengo» risposi infine sentendo poi la porta del bagno chiudersi.

Finii velocemente di docciarmi e una volta pulita uscii subito mettendomi al riparo nell'accappatoio, correndo in seguito verso la mia camera.

Una volta lì mi fiondai con molta leggerezza sul letto, facendo rimbalzare anche Harry che, essendo abituato, mi tese il telefono senza battere ciglio per poi tornare a sfogliare la rivista.

«Dimmi tutto» risposi.

«Troy vorrebbe che tu facessi da testimone a Lilly» disse semplicemente senza esitazione.

Seasons of Love IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora