Capitolo VII - Metà Secondo Mese

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-Lea-

Il mio armadio continuava ad essere sommerso di tutine per neonati e seriamente, non sapevo più cosa farci, tanto che pensai quasi di indossare io alcune cose.

La mia pancia era praticamente enorme rispetto a qualche settimana prima, stava crescendo in modo spaventoso, tanto che la mattina evitavo di specchiarmi per paura di vedermela ancora più grande.

Era brutto da dire, ma mi faceva senso!

Per fortuna era una domenica mattina e non dovevo preoccuparmi di andare a lezione e cercare di mantenermi fresca e sveglia.

La notte prima ero stata con Harry, a parlare, fare l'amore e scherzare. I suoi erano via per motivi di lavoro mentre Gemma era sparita nel nulla da un paio di giorni, e sinceramente iniziavo a preoccuparmi.

Harry era ancora a dormire. Era uno spettacolo poterlo vedere prima che si svegliasse, con i capelli lasciati liberi e sparsi sul cuscino che poco prima condividevo con lui, con gli occhi chiusi e la pelle più pallida rispetto a come ce l'aveva solitamente durante il giorno. Era in una posizione strana, le gambe le teneva larghe come le braccia sparse insieme ai capelli sul cuscino, era ancora nudo e con solo le coperte che lo tenevano al caldo e coperto.

Mi piaceva questo di lui! Il fatto che se anche fossi incinta e meno "disponibile" sia fisicamente che emotivamente, lui era lì che mi aspettava e appena ne aveva la possibilità mi rendeva felice!

Lentamente scivolai via dal letto, strusciando i glutei sulle lenzuola ormai portate via da lui, per poi dirigermi nel suo bagno e darmi una sistemata, racimolando a terra i resti della sua tuta e il mio intimo, per poi infilarmeli in santa pace in bagno.

Quella stanza era un macello, non rimetteva molto in ordine, anche se era pulito, quel disordine mi mandava fuori dai gangheri.

Sempre con molta calma uscii dal bagno dirigendomi alle scale per andare in cucina e prendere qualcosa da mangiare.

Ma prima di uscire guardai un'ultima volta Harry, per poi chiudere la porta e scendere tutta la rampe delle scale mentre con un elastico, rigorosamente fregato ad Harry, mi legavo i capelli.

Quel movimento mi alzò leggermente la maglietta a maniche lunghe che, anche essendo di Harry mi stava giusta, infatti si arrampicò sulla pancia lasciandomela fastidiosamente scoperta, così, frettolosamente, me la riabbassai.

Era strano vedere la cucina vuota a quell'ora della mattina, soprattutto di domenica, ma dovevo farci l'abitudine. In quel momento Anne iniziava a girare il mondo a causa della Fashion Week ed era spesso costretta a prendere all'improvviso il primo volo per raggiungere il suo datore di lavoro e assisterlo in quelle situazioni folli. Poi c'era Des che doveva spesso andare in giro per seguire la band che aveva sotto le sue ali protettive. Perciò sapevo già che molto spesso avrei passato le giornate da Harry gustandoci un po' di sana solitudine.

Ma quel pensiero fisso di Gemma mi faceva impazzire! Ma che razza di fine aveva fatto? Perché non chiamava mai?

Mi fiondai letteralmente sul frigorifero sperando di trovare un po' di latte, avevo voglia di una colazione "normale", ma appena richiusi l'anta di metallo e plastica dura, mi accorsi di alcune foto, molto scure che a tratti erano bianche.

Ancora accecata dal sonno, dovetti strizzare per bene gli occhi per mettere a fuoco e capire che quelle foto "molto scure ma chiare" erano le ecografie di nostro figlio, tenute ferme da delle calamite con miniature di cibo e cose varie applicate sopra.

Potevo capire la gioia di essere padre e tutto quanto, ma per quale motivo metterle proprio in cucina? Potevo capire anche se il piccolo era già uscito dalla pancia, tutto bello e carino, ma nelle ecografie non si capiva nulla e in cucina erano così inquietanti!

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