L'errore di valutazione

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Riconobbi i boschetti d'acero che, lentamente, prendevano possesso del paesaggio circostante. Esistevano molte strade spianate che raggiungevano Myr, ma noi arrivavamo dalle campagne infinite di Cardonia, attraverso alberi giganti e terre ricoperte da foglie brune. Di tanto in tanto si percepiva l'ululato dei lupi grigi, ma nessun animale ci attaccò nell'ultimo tratto di viaggio. Sbucammo improvvisamente dalla foresta su un sentiero illuminato dal sole. Trattenni il fiato.
Davanti ai miei occhi si spiegavano le imponenti mura della città, scure e minacciose, con i numerosi canali di gronda che simulavano un esercito di draghi; le pietre erano gigantesche e si distinguevano già a grande distanza, incassate le une sulle altre con estrema precisione. La cinta di mura circondava completamente il centro urbano ed era impossibile calcolare la grandezza di Myr; l'unico edificio visibile, il Palazzo dei Signori, rappresentava anche il bastione principale.
Myr era considerata un castello nel suo insieme. Gli ingressi principali erano distanziati di decine di miglia e affiancati da colossali torri munite di baliste. Il perimetro esterno, pattugliato costantemente da picchieri e arcieri, non poteva essere scalato o aggirato. La capitale del regno, inoltre, possedeva una caratteristica che la rendeva unica nel suo genere: era abitata unicamente da soldati e cavalieri. La città si poteva definire tranquillamente come una grande e omogenea caserma. Tutte le Legione Bianche erano addestrate ed equipaggiate a Myr, fedeli solamente al sovrano.
Ci avvicinammo dall'entrata Ovest. In quanto Cavaliere di Alabastro avevo il diritto e il dovere di incontrare il Re per ricevere il mio primo incarico da Milites. Non sapevo come prepararmi: potevo essere spedito in terre lontane, alla ricerca di monili antichi, oppure designato come comandante di un piccolo esercito al fronte delle Armate Tribali. O, ancora, ingaggiato in qualità di studioso delle leggi e dei codici. Il Cavaliere era soldato, studioso, sacerdote e vigilante allo stesso tempo. In cuor mio avrei preferito la via della spada.
Non c'era molta gente che attendeva all'esterno delle mura. I motivi per accedere a Myr, oltre ad un'udienza con Borony III, erano pochi. Dal gruppo di guardie in armatura pesante stanziate alla porta si staccò all'istante una coppia di armigeri. Stranamente parevano in stato d'allerta, con le picche abbassate ad altezza d'uomo. Ricordai solo all'ultimo della presenza di Elizabeth, una popolana molto giovane e dai costumi semplici. Compagnia decisamente ambigua per un cavaliere.
Allungai le mani in segno di pace.
« Non preoccupatevi. Lei è con me. »
La guardia di destra, un uomo con la barba nera e gli occhi attenti, serrò con maggior decisione il manico della sua arma.
« Indietro, vagabondo! » tuonò aggressivo « questo posto non è adatto ai tuoi affari! »
Esterrefatto, mi bloccai sul posto. Poi mi resi conto di essere vestito come un pezzente e cominciai a ridere. Elizabeth mi guardò allarmata.
« Hai preso un abbaglio, soldato. Io sono un Cavaliere di Alabastro. »
« Stai indietro! Nessun Cavaliere è sprovvisto di armatura. »
« Lo sono. Ho semplicemente perduto il mio equipaggiamento in un incendio. »
« Se davvero sei un Cavaliere, mostrami l'invito ufficiale del Re. »
Ovviamente non avevo più la pergamena con il sigillo reale, andata in cenere tra le fiamme di Merella. Quella guardia era davvero stolta.
« Mi chiamo Alexander Chorster Uradel, il mio ordine è... »
« Non m'interessano i tuoi vaneggiamenti! »
« Che succede? » domandò, con tono tranquillo, una terza voce.
Dal gruppo di guardie al cancello si era staccato un nuovo personaggio. L'armatura bianca, riccamente decorata e intarsiata d'oro, evidenziava l'elevato status sociale dell'uomo. Sul fianco destro pendeva una spada lunga di pregevole fattura, mentre il mantello color porpora evidenziava il rango tra le file delle Legioni Bianche. Un generale.
Le sentinelle si rizzarono come due steli.
« Questo straniero dice di essere un Cavaliere di Alabastro, ma non possiede né armatura, né invito. » borbottò il lanciere.
« Davvero? » il generale, con garbo, fece un cenno col capo « Sono Sir Armando di Lonor, protettore della Porta Ovest. Con chi ho il piacere di parlare? »
Finalmente un Cavaliere, una persona con la quale si poteva ragionare. Ero stato fortunato.
« Sir Alexander Chorster Uradel, cavalierato di Alabastro. Purtroppo ho perduto l'armatura del mio ordine e la pergamena d'accesso al Palazzo dei Signori in un incendio a Merella. »
Tralasciai il particolare degli orchi perché non mi sembrava il momento adatto. Elizabeth aprì bocca ma non disse nulla.
« Uhm...ed è la tua prima volta a Myr? » domandò Armando.
« Sì. Mio scopo è ottenere un Novo Incarico. »
« D'accordo. Ti accompagnerò personalmente dal re. »
Perfetto. Era ciò che desideravo.
« Chiedo il permesso di essere accompagnato da questa donna... » tentennai « ...è mia protetta. »
« Nessun problema. »
Sorrisi. Un vero generale si distingueva per i modi eleganti e l'occhio fine, l'occhio di chi sapeva riconoscere all'istante un Cavaliere.
Attesi che Armando mi desse le spalle per seguirlo verso il cancello. Sulla placca posteriore della sua armatura bianca si rifletteva l'immagine di un giovane uomo sporco, sciupato e trasandato. Compresi il motivo di tanta confusione: ero effettivamente ridotto male. La fuga, il viaggio stancante e il sudore mi avevano trasformato in un contadino. Elizabeth, in silenzio, seguiva i miei passi.
All'ingresso delle mura mi persi nell'immensità della città, nelle sue schiere di caserme e armerie ordinatamente disposte, nelle strade pulite, nel riverbero degli stendardi bianchi svolazzanti e nell'imponenza del Palazzo dei Signori. Torri, guglie e piccole cinte giravano tutt'intorno ai casolari di pietra. Quella era Myr, la città degli eserciti, dei grandi condottieri, dei Cavalieri splendenti.
« Arrestateli. »
Percepii l'urlo di Elizabeth, poi una forte botta alla nuca. Nei secondi successivi, il mio mondo divenne nero.  

La Caduta di AlexanderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora