Capitolo XIII

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{Giuseppe P.O.V.}
Ricevuta la chiamata alquanto allarmante di Sascha, mi vestii e andai a prendere Stefano e Salvatore.
...
...
...
*in macchina*

Ste: "Giuse te sai qualcosa a riguardo di Sascha?"
"No, mi ha solo detto di andare da lui all'istante o sarebbe impazzito."
Sal: "Di sicuro c'entra Sabrina"
Ste: "Probabile"
Giu: "Sicuramente".

Senza ponerci altre domande arrivammo a casa di Sascha.

Bussai alla porta più volte, finché una voce proveniente dall'interno dice: "È APERTO" .
Giro la maniglia e...

{Salvatore P.O.V.}
Quando Giuseppe aprì la porta, davanti a noi, c'era il puro caos: piatti rotti a terra, sedie per aria, tavolo rovesciato, bicchieri a terra...poi con la schiena attaccata all parete destra c'era Sascha. Non sembrava stesse molto bene: del sangie gli usciva dalle nocche della mano sinistra, vari tagli sui piedi procurati dai cocci dei piatti, gli occhi lucidi
e rossi; erano vuoti, persi in un punto vuoto, non sembravano i suoi.
Ste: "SASCHA! COS'HAI FATTO? STAI BENE?" si allarmò Stefaa
no precipitandosi su Sascha per aiutarlo a rimettersi in piedi.
Io: "Perchè eri a terra che è successo?"
Giu: "Sascha rispondi!"
Ste: "Dov'è Sabrina? Hai litigato con lei"
A quel nome gli occhi di Sascha si spostarono su Stefano riaquistando calore.
Sa: "L'hai vista? E dov'è? Sta bene? Ti ha parlato di me?
Ste: "No, cos'è successo?"

Ci raccontò tutto.

A primo impatto con la notizia del figlio tutti pensammo che si trattasse di uno scherzo, ma non era così.
Ci disse di Sabrina, del loro litigio e di come se ne era andata.
"Tornerà" disse Giuseppe dandogli una pacca sulla spalla.
"No invece, penserá che io non voglio crescere quel bambino...ma io lo voglio!"

Nella casa ci fu qualche minuto di silenzio: tutti stavano cercando una risposta, una consolazione da fare a Sascha, ma era ovvio che non ce ne era nessuna.

{Sabrina P.O.V.}
Il sole iniziò a tramontare, così decisi di scendere dell'albero e farmi una piccola camminata per poi tornare alla stazione.
'Forse sto sbagliando...in fondo Sascha non ha tutti i torti, vuole solo pensarci, sì, devo tornare da lui è dirgli scusa'
Camminavo con il passo più veloce che potevo per raggiungere il treno e tornare a Milano.
Scorsi un vicolo che usai come scorciatoia, ma appena girai l'angolo qualcuno mi afferrò da dietro, spingendomi un fazzoletto bianco sul naso.
Ci vollero pochi secondi, prima che la mia vista, iniziò a farsi sempre più opaca fino a scomparire...
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PUONA SERAAAAAAAAAAAAAA
RAGAZZI, DATO CHE VI VOGLIO BENE, CERCHERÒ DI PORTARVI UN NUOVO CAPITOLO PIÙ TARDI, MA DOVETE DIRMI SE LO VOLETE ALTRIMENTI DOMANI.
PER ORA GODETEVI QUESTO😛
SCIAO SCIMMIETTEEE🐵☝💞

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