'Pronta piccolina?' Sussurrò con voce calda al mio orecchio.
'S-si' Risposi con il cuore in gola.
Era tremendamente eccitante quando faceva così.
Punto e basta, non parliamone più perché se no perdo la testa.
Saliamo in macchina e Alvaro accende la radio e parte Take me home di Jess Glynne.
Questa canzone mi ricorda moltissimo mio zio.
È morto di un tumore al sangue quando io avevo 11 anni.È stata una perdita traumatica, gli volevo tantissimo bene, era come un secondo padre per me.
Poi mi raccontava tantissime cose interessanti: leggende, aneddoti di quando era nell'esercito, cose strane.
Mi manca tanto.
Una lacrima copiosa solca il mio viso.
Cerco di trattenerla ma Alvaro se ne accorge e ferma subito la macchina.
'Ehi ehi, cosa c'è Clarita?'
Ormai ho iniziato a piangere e non riesco a smettere.
Il mio viso è un fiume in piena.
'No ti prego non piangere'
Affera il mio volto fra le sue mani e inizia a baciarmi le guance per asciugare le lacrime, mi abbraccia e mi coccola.
'Shhhh, stai tranquilla' Ricomincio a respirare regolarmente.
Mi calmo e abbraccio lo spagnolo.
'Grazie Alvaro'
'Di niente cucciola, quando vorrai dirmi cosa è successo io sono a tua disposizione'
Annuisco deglutendo.
Ripartiamo.
Lungo il tragitto tolgo tutti i residui di trucco e riapplico solamente il Mascara.
Siamo arrivati a destinazione.
Il ristorante si chiama 'Ristorante Solferino' in Piazza Solferino.
Il posto è molto carino, mi piace.
Alvaro mi prende per un fianco e mi attira a sé.
Andiamo al bancone delle prenotazioni e Alvaro parla.
'Salve, ho prenotato a nome Morata.'
'Si, tavolo 21'
Ci accompagnano al tavolo e ci lasciano il menù.
***
La cena prosegue benissimo, il cibo è squisito.
Vuole pagare Alvaro perché è il mio compleanno ma alla fine decidiamo di pagare a metà.
Saliamo in macchina.
' Ora ti porto in un posto speciale. Però ti devo bendare'
Scoppio a ridere.
'Ok dai, bendami pure'
Alvaro mi benda e subito dopo accende il motore dell'auto.
DOPO 20 MINUTI
'Bene Clarita siamo arrivati'
Alvaro mi apre la porta e mi prende per mano.
Brividi.
'Ti faccio la telecronaca Clarita: stiamo entrando, stiamo attraversando i corridoi, eccoci, siamo arrivati'
Mi toglie la benda ma io ho ancora gli occhi chiusi.
Apro le palpebre e esamino la zona.
Mi metto a saltare e urlare.
Sembro una ragazzina in calore.
SONO ALLO JUVENTUS STADIUM SENZA NESSUNO.
Solo per me ed Alvaro.
'Alvaro, ti voglio tantissimo bene'
Gli salto addosso e ci abbracciamo.
Le mie gambe circondano il suo bacino.
Ci allontaniamo e ci guardiamo.
Gli occhi espressivi, il suo naso perfetto, il volto circondato da un filo di barba che rende i suoi lineamenti dolci un po' più duri.
E poi le sue labbra rosse e carnose.
Lo spagnolo si avvicina al mio viso.
I nostri respiri si fondono in uno unico.
Le nostre labbra si sfiorano.
'Sei bellissima'
Le nostre labbra si incontrano, si accarezzano, danzano.
È una sensazione paradisiaca.
La suo lingua picchietta contro il mio labbro inferiore chiedendomi l'accesso, io glielo concedo.
Le nostre lingue si intrecciano e ballano una danza sconosciuta agli occhi degli altri.
Alvaro Morata mi ha baciata.
Spazio Autrice
RAGAZZE SIETE INATTIVE
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Adrenalina|Alvaro Morata
FanfictionClara Zaza è una ragazza di 18 anni molto timida e insicura. La sua passione più grande è la street dance. Si trasferirà dalla sua città Natale, in Basilicata, dove viveva con i genitori per frequentare l'Università a Torino. Lì vive anche suo frate...