Capitolo 10

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'Pronta piccolina?' Sussurrò con voce calda al mio orecchio.

'S-si' Risposi con il cuore in gola.

Era tremendamente eccitante quando faceva così.

Punto e basta, non parliamone più perché se no perdo la testa.

Saliamo in macchina e Alvaro accende la radio e parte Take me home di Jess Glynne.

Questa canzone mi ricorda moltissimo mio zio.
È morto di un tumore al sangue quando io avevo 11 anni.

È stata una perdita traumatica, gli volevo tantissimo bene, era come un secondo padre per me.

Poi mi raccontava tantissime cose interessanti: leggende, aneddoti di quando era nell'esercito, cose strane.

Mi manca tanto.

Una lacrima copiosa solca il mio viso.

Cerco di trattenerla ma Alvaro se ne accorge e ferma subito la macchina.

'Ehi ehi, cosa c'è Clarita?'

Ormai ho iniziato a piangere e non riesco a smettere.

Il mio viso è un fiume in piena.

'No ti prego non piangere'

Affera il mio volto fra le sue mani e inizia a baciarmi le guance per asciugare le lacrime, mi abbraccia e mi coccola.

'Shhhh, stai tranquilla' Ricomincio a respirare regolarmente.

Mi calmo e abbraccio lo spagnolo.

'Grazie Alvaro'

'Di niente cucciola, quando vorrai dirmi cosa è successo io sono a tua disposizione'

Annuisco deglutendo.

Ripartiamo.

Lungo il tragitto tolgo tutti i residui di trucco e riapplico solamente il Mascara.

Siamo arrivati a destinazione.

Il ristorante si chiama 'Ristorante Solferino' in Piazza Solferino.

Il posto è molto carino, mi piace.

Alvaro mi prende per un fianco e mi attira a sé.

Andiamo al bancone delle prenotazioni e Alvaro parla.

'Salve, ho prenotato a nome Morata.'

'Si, tavolo 21'

Ci accompagnano al tavolo e ci lasciano il menù.

***

La cena prosegue benissimo, il cibo è squisito.

Vuole pagare Alvaro perché è il mio compleanno ma alla fine decidiamo di pagare a metà.

Saliamo in macchina.

' Ora ti porto in un posto speciale. Però ti devo bendare'

Scoppio a ridere.

'Ok dai, bendami pure'

Alvaro mi benda e subito dopo accende il motore dell'auto.

DOPO 20 MINUTI

'Bene Clarita siamo arrivati'

Alvaro mi apre la porta e mi prende per mano.

Brividi.

'Ti faccio la telecronaca Clarita: stiamo entrando, stiamo attraversando i corridoi, eccoci, siamo  arrivati'

Mi toglie la benda ma io ho ancora gli occhi chiusi.

Apro le palpebre e esamino la zona.

Mi metto a saltare e urlare.

Sembro una ragazzina in calore.

SONO ALLO JUVENTUS STADIUM SENZA NESSUNO.

Solo per me ed Alvaro.

'Alvaro, ti voglio tantissimo bene'

Gli salto addosso e ci abbracciamo.

Le mie gambe circondano il suo bacino.

Ci allontaniamo e ci guardiamo.

Gli occhi espressivi, il  suo naso perfetto, il volto circondato da un filo di barba che rende i suoi lineamenti dolci un po' più duri.

E poi le sue labbra rosse e carnose.

Lo spagnolo si avvicina al mio viso.

I nostri respiri si fondono in uno unico.

Le nostre labbra si sfiorano.

'Sei bellissima'

Le nostre labbra si incontrano, si accarezzano, danzano.

È una sensazione paradisiaca.

La suo lingua picchietta contro il mio labbro inferiore chiedendomi l'accesso, io glielo concedo.

Le nostre lingue si intrecciano e ballano una danza sconosciuta agli occhi degli altri.

Alvaro Morata mi ha baciata.

Spazio Autrice

RAGAZZE SIETE INATTIVE

Adrenalina|Alvaro  MorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora