Capitolo 16

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Il giorno dopo mi alzai presto, strano eh. Erano le 09:00. Mi affrettai ad andare in bagno, per lavarmi i denti. Avevo tanto sonno, a momenti mi addormentavo sul lavandino con lo spazzolino in bocca. Dopo andai in cucina per fare colazione. Cinque minuti dopo mi raggiunse mia madre, si sedette davanti a me.

Stavo mangiando come al solito, ma lei mentre mangiava mi fissava.
Perchè mi fissava? Continuavo a pensare. La cosa mi metteva a disagio. Odio essere fissata, perfino se era Matteo a farlo. Probabilmente lei aveva intuito che ero tornata insieme a Matteo, anche se lei non voleva, ma non volevo chiederlo. Se mi fissava solo perchè avevo qualcosa in mezzo ai denti? Quindi continuai a mangiare.

- Buongiorno.- disse continuando a mangiare la sua fettabiscottata con la Nutella.
- Buongiorno.- dissi anch'io, senza guardarla.
- Non mi devi ride nulla?- mi domandò continuando a fissarmi.

Sapeva davvero tutto o era una trappola? Per sicurezza non gli dissi di Matteo e finsi di non sapere.

- Cosa ti dovrei dire?- domandai guardandola.
- Non so, me lo devi dire tu.- continuò.
- Io non ho nulla da dire.- Presi il giornale che avevo affianco e feci finta di leggerlo.

Lei si alzò, e mentre passava dietro di me mi mise una mano sulla spalla.

- Spero che tu non stia facendo cazzate.- mi sussurò, andò a prendere il giacchettino e uscì per andare a lavoro.

Una cosa era sicura, sospettava qualcosa, probabilmente di me e Matteo. Fortunatamente non caddi nelle sue trappole.

Presi il telefono, nello stesso istante mi arrivò un messaggio di Matteo, dicendomi che non saremmo usciti perchè era rimasto indietro sia col montaggio che con la registrazione dei video. Per uscire, quindi, chiamai Sofia.

- Pronto, zoccola.- dissi appena mi rispose.
- dimmi tutto, troia.- disse ridecchiando.
- oggi puoi uscire? O devi uscire con qualche stronzo?- domandai ridecchiando.
- a dire la verità devo uscire con mio padre. Vale come stronzo?- disse ridecchiando anche lei, senza farsi sentire da suo padre.
- bhe, credo di si! Vabbè allora fa niente, alla prossima, ciao zoccola.- dissi ridecchiando.
- ciao troiaa!- attaccò.

Non sapevo se era vero che doveva uscire col padre, ma ovviamente non mi importava più di tanto.

Andai in camera mia, mi sedetti sulla scrivania. Il mio sguardo cadde su delle cuffiette. Non erano le mia. Le presi. Erano bianche, tutte intrecciate. Non erano nemmeno di Sofia... ma di Matteo! Presi subito il telefono e lo chiamai.

-pronto? Ti disturbo?-
- a dire la verità si, sai comè sto registrando.- disse ridecchiando.
- scusami se sei stupido e ti dimentichi le cuffiette a casa mia.- dissi ridecchiando anch'io.
- ah...- rimase in silenzio per qualche secondo.-ecco dove cazzo erano, puoi farmi il favore di riportarmele, amore?- mi chiese.
- si, ora arrivo.- attaccai.

Mi preparai di fretta e uscii di casa. arrivai a tivoli dopo circa un ora e mezza. Maledetto traffico.

Mentre mi incamminavo verso casa di Matteo notai una ragazza. Alta abbastanza, molto magra, quasi anoressica, anche abbastanza grande, credevo che avesse 25 anni come minimo. Dopo mi cominciò a fissare. Mi stava salendo l'ansia. Dopo si avvicinò a me.

- tu sei Martina?- mi chiese con tono minaccioso.
- em si... tu chi sei?- domandai confusa.
- non ti interessa, riavvicinati al mio ragazzo e ti faccio vedere io.- se ne andò.

Chi era quella ragazza? Come mai sapeva il mio nome? Si riferiva a Matteo? Ero seriamente preoccupata. Se Matteo mentre stava con me, stava anche con un'altra? Velocizzai il passo. Arrivai a casa di Matteo appena dopo dieci minuti. Iniziai a bussare.

- esiste il campanello.- disse avvicinandosi per baciarmi.
- ma vaffanculo stronzo.- lo spinsi ed entrai.- che stai insieme ad un'altra mentre stai con me?!- gli chiesi infuriata e guardandolo fisso negli occhi.
- ma cosa?! Stai impazzendo!- disse disorientato.
- non prendermi per il culo, come si chiama quella ragazza?!- insistei.
- ma quale ragazza!?- domandò Matteo.
- una bella ragazza, più o meno della tua età, magrissima, non credevo che ti piacessero gli ossi, era anche alta, pretendo una spiegazione.- dissi velocissimo.
- ma chi? Sabrina?- chiese cominciando a capirci qualcosa.
- ah, quindi si chiama così quella troia?!- urlai.
- frena frena frena!- mi fermò.- non è la mia ragazza, è la ragazza di Sascha.- disse spiazzandomi.
-...c-cosa?- mi sedetti ad una sedia dietro di me.
- non lo sapevo neanche io che Sascha fosse fidanzato, l'ho scoperto oggi, ti cercava lei, presumo che l'hai incontrata.- disse.
- giá... bene.- gli passai le cuffiette e andammo in camera sua.

Dread -Matteo Picarazzi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora