Capitolo 15

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Martina pov

La mattina dopo mi arrivò un messaggio di Matteo, in cui mi diceva che prima di uscire saremmo dovuti andare all'aeroporto di Fiumicino, perchè Sascha stava per tornare a Milano.

A me non dava troppi problemi. Volevo salutare Sascha. Chiami Sofia e gli comunicai questa cosa. Anche per lei andava bene.

Pranzai e mi preparai per andare a prendere Sofia. Salutai la mamma come al solito e uscii di casa prendendo l'autobus. Come al solito c'era gente che non si lavava, quindi sentivo questa continua puzza di sudori. Mi faceva abbastamza schifo. Pensai che forse era arrivata l'ora di prendere la patente.

Appena arrivata a casa di Sofia salii in camera sua, visto che lei si stava ancora preparando. Non ho mai capito come faceva a metterci tutto questo tempo per prepararsi.

Mi sedetti sul letto e sul comodino trovai un album di foto. Iniziai a sfogliarlo, facendo ovviamente attenzione a non rovinare nè l'album e nè le foto.

Inizialmente c'erano le foto di Sofia da neonata. Era bellissima, cicciottella e con la sua belle bianco latte, i suoi occhi verdi a quell'etá erano ancora più "verdi", solo che era pelata, a differenza di ora che ha i capelli che gli arrivano fino al fondoschiena. Continuai a sfogliare e trovai tutte le foto dell'asilo, elementari e medie. Sempre una carinissima ragazza, ma la cosa non mi stupiva.

Arrivai alle foto delle superiori. Notai che al primo anno aveva fatto "amicizia" con la vip della scuola. Ora Sofia ne parla male, probabilmente avranno litigato prima che io entrassi nella sua classe. Dopo arrivai al terzo anno di superiori, e giá c'erano un miliardo di foto con me. Che bei ricordi. Lì non pensavamo ai ragazzi, a differenza di ora che avevamo perfino litigato per un ragazzo... ma l'importante era che avevamo risolto!

Finalmente uscii dal bagno e entrò nella sua cameretta.

-allora come sto?- mi chiese sfoggiando i suoi jeans chiari con la camicetta bianca.
- stai benissimo!- risposi sorridendo riappoggiando l'album sul comodino.
- hai visto il mio album ehh.- disse ridecchiando.
- giá... mi ha riportato alla mente molti ricordi, dai scendiamo che tra poco arriva Matteo.- disse facendo cenno di andare.

Scendemmo, Matteo ci mise un po', ma dopo une ventina di minuti finalmente arrivò. Salimmo in macchina e finalmente partimmo.

- allora ragazze, cosa avete fatto ieri sera?- ci domandò Matteo ridecchiando.
- niente di interessante.- dissi ridecchiando anche io.
- bhe in effetti nulla, nemmeno abbiamo bevuto, solo una piccola passeggiata sulla riva.- continuò Sofia.
- che bello! Dai un minimo interessante è.- disse Matteo sorridendo.

Finalmente dopo quasi un'ora di viaggio, arrivammo all'aeroporto. Cercammo Sascha un po' da tutte le parti, ma purtroppo questo posto era abnorme, quindi alla fine preferimmo chiamarlo.

- fra dove sei?- Chiese Matteo al telefono a Sascha.
- ehh fra sto qua, sto attendendo il mio volo.- ci disse esattamente dove si trovasse.

Finalmente lo trovammo, non ci sembrava vero. Appena ci vide si alzò e sfoggiò un bellissimo sorriso. Abbracciò prima Sofia e poi me. Strinse la mano a Matteo.

- mi mancherete ragazzi.- disse Sascha sorridendoci.
- anche tu fra.- disse Matteo rispondendo con un altro sorriso.
- dai... speriamo di rivederci.- disse Sofia.
- lo spero anche io.- disse facendogli un grandissimo sorriso e riabbracciandola, Sascha.
- bhe quindi è un arrivederci.- dissi ridecchiando.
- giá! Ah! E auguri a te e a Matteo.- disse facendomi l'occhiolino.

Inizialmente non capivo. Perchè auguri? Non stiamo insieme io e Matteo, purtroppo.

Evidentemente Matteo capì tutto. Si mise vicino a me e mi avvolse con un braccio.

- grazie fra.- disse facendogli l'occhiolino.

Poi annunciarono che l'aereo di Sascha era arrivato, quindi ci salutò per l'ultima volta e se ne andò.

Uscimmo, Sofia dovette amdare d auna parte insieme al padre e io rimasi da sola insieme a Matteo.

- avanti, cosa hai detto a Sascha?- chiesi ridecchiando a Matteo.
- ehh sapessi. Non voglio rotture di scatole in messo.- disse sorridendomi.

Ci guardammo un attimo e scoppiammo a ridere. Quella frase.mi aveva fatto davvero molto piacere. Mi avvicinai a lui e lo baciai. Salimmo sulla macchina e andammo a farci una passeggiata a villa phanphili.

Era da tanto che non venivo, mi mancava questo posto. Ci veninvo sempre da piccola, insieme ai miei, giocavamo sempre a calcio insieme ai miei cugini e zii. Mi divertivo sempre un mondo e ora ci stavo insieme a Matteo. Cosa potevo chiedere di più?

Dopo un po' di camminata ci sedemmo sul prato.

-qui si sta proprio bene!- affermò Matteo sdraiandosi sul prato.
- eggiá, per questo da piccola lo adoravo.- mi sdraiati vicino a lui.

Entrambi guardavamo il cielo. Inzilmente ci divertimmo a fare il gioco delle nuvole, cercando di indovinare che forme avessero. Io ero molto scarsa a quel gioco, invece Matteo era bravissimo!

Dopo mentre stavamo ancora sdraiati ci guardammo e ci scappó un sorriso.

- Martina devo dirti una cosa.- mi disse diventando serio.
- cosa?- chiesi abbastanza preoccupata.
- ti amo.- arrosì leggermente.

Io doventai completamente rossa, non sapevo che dire. Non me l'aspettavo.

-a-anche io.- mi limitai a rispondergli.

Dopo lui mi accarezzò la testa. Si avvicinò e ci baciammo. Si stavo davvero bene. Con lui mi sentivo protetta, come se non mi potesse accadere più niente di male. Lo amavo tantissimo e lui amava me.

Dread -Matteo Picarazzi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora