Capitolo 19

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Alla fine ci rinunciammo io e Matteo. Non ci sembrava il momento adatto, quindi andammo in salotto per vedere la tv.

Ci sedemmo sul divano, e io mi accoccolai su di lui, era comodissimo, quasi come un cuscino. Lui allungò il braccio sul mio fianco, come per abbracciarmi e nel frattempo girava i canali della tv.

- che palle, oggi non c'è un cazzo.- affermò abbastanza scazzato Matteo.

-già, ormai non sanno più che inventarsi.- continuai.

Forse c'era rimasto male che la mamma era ritornata a casa prima del previsto e che ci aveva interrontti. Ma la colpa non era di nessuno, quindi secondo me non era il caso di arrabbiarsi, quindi cercai di consolarlo, coccolandolo un po'.

Lui ricambiò le coccole e mi baciò. Le nostre lingue si accarezzavano lentamente. Mi piacevamo moltissimo i baci così, lenti, ma con molta passione. Rimangono i migliori secondo me. Matteo si fece un po' trasportare e portò lentamente la sua mano sulla mia intimità. Mi ritrovai un po spiazzata, non me lo aspettavo in quel momento.

Non fece nulla, stranamente. Forse non voleva essere troppo invadente, anche perchè appena portò la sua mano lì, chiusi quasi del tutto le gambe. Non volevo in quel monento. Se sarebbe entrata la madre? Mi sarei vergognata moltissimo.

Squillò il telefono di Matteo. Era Sascha.

- ao fra?- rispose Matteo.

- hai da fare?- chiese Sascha a Matteo.

- veramente si.- rispose molto infastidito.

- scusami, ma mi servirebbe un favore puoi venire qui da me?- domandò.

Matteo mi guardò, io annuii. Mai abbandonare gli amici nel momento del bisogno, questo era il mio motto principale.

- va bene, 5 minuti e arrivo.- attaccò il telefono.

Si alzò dal divano, mi disse che era una cosa urgente, o almeno sembrava, mi baciò e se ne andò. Mentre mi avvicinai anche io alla porta per uscire, sentii una mano sulla mia spalla. Mi girai. Era la mamma di Matteo!

- Martina, quindi sei la ragazza di mio figlio.- affermò.

- em si.- pensavo che si fosse capito.

- meno male.- disse improvvisamente.

- scusi, non comprendo.- dissi con aria confusa.

- finalmente mio figlio ha trovato una bella e brava ragazza! Per me quasi un sogno.- disse molto contenta. Quasi euforica.

Rimasi immobile, arrossii. Era la prima volta che parlavo con la madre di un mio ragazzo e mi aveva appena fatto un complimento, mi sentivo parecchio a disagio.

- avevo paura che sarebbe finito a prendere chissà quale zoccola... per fortuna ha trovato te, ti prego, restagli vicino, perchè anche se lo vedi così, 3 un ragazzo tanto solo e bisognoso di affetto.- disse quasi piangendo la madre.

Mi spiazzò.

- tranquilla signora. Mia ssicurerò che suo figlio stia bene e non faccia sbagli.- dissi consolandola.

- non ne ho dubbi.- mi sorrise e io mi limitai a ricambiare.

Dopo uscii finalmente dalla casa e inizia a dirigermi verso la mia macchina, poco distante dalla casa di Matteo. Prima di entrai notai uno strano bigliettino attaccato.

"Scusa, non dovrei, ma ti amo."

Di chi era? Non era di Matteo, conosconla sua scrittura e non era questa. Non ci stavo capendo nulla, troppe cose tutte insieme. Lasciai correre, infondo chiunque fosse non mi importava. Buttai il fogliettino al cassonetto vicino all'auto e tornai nel mio quartiere.

Scesi dalla vettura e incintrai Sofia.

- ei sofy.- la chiamai.

-marti! Tutto apposto?- mi domandò.

- insomma più o meno. Ho un bel po' di cose da raccontarti...- dissi abbassando la voce.

- andiamo a casa mia, prendiamo un caffè e raccontami tutto!-

Così andammona casa sua, mi sedetti sul tavolo della cucina e lei iniziò a mettere su la macchinetta del caffè. Dopo so sedette davanti a me. Così gli raccontai tutto.

- pff, le mamme sempre in mezzo.- disse versando il caffè.

- non mi importa tanto di Quello, ma su cosa ha detto di Matteo, insomma non mi sembra per nulla solo.- affermai.

- spesso le.persone nascondono tratti di loro che odiano.- mi fermò Sofia.

- forse...- dissi.

- e riguardo al bigliettino?- mi domandò passandomi il bicchiere.

- non so chi potrebbe essere, non credevo di avere ammiratori.- iniziai a bere il caffè.

- dobbiamo indagare.- disse con faccia pensierosa.

- secondo me è meglio non pensarci troppo...- dissi per cambiare argomento.

- è appena tornato Sascha.- affermò.

- e allora?- non riuscivo a capire a cosa puntava.

- allora sei stupida!- disse alzando leggermente la voce.

- non può essere lui! È fidanzato.-

- apputo!! Ricordincosa c'era scritto?!- continuava a insistere.

Infondo da come era scritto la frase, poteva sembrare che era stato Sascha a scriverlo, ma non era abbastanza, non c'erano prove sufficienti per dirlo con esattezza. Sofia era molto convinta di questa cosa, infatti decise che l'indomani saremmo dovute andare a spiarlo. Non ero d'accordo, anche perchè la ragazza, Sabrina, mi odiava a morte di già, così mi avrebbe direttamente uccisa, ma Sofia è testarda, quindinalla fine decisi di assecondarla, per dimostrargli che si sbagliava su Sascha.

Dread -Matteo Picarazzi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora