I tuoni facevano da colonna sonora a quel pomeriggio grigio e monotono.
Monotono perché Abigail si trovava sempre nel solito luogo, con la solita speranza addosso, ma, questa volta, con qualcuno che sperava con lei.Quelle quattro mura bianche, ormai, erano come una seconda casa per lei.
Ci passava così tanto tempo, ma le andava bene così.
Dopotutto avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riavere il ragazzo che amava."Hey Sal, hai visto che sono tornata?" disse prendendogli la mano e stringendola leggermente.
"No, non ti liberi di me, lo so che ci hai sperato" ironizzò, sperando in una sua reazione.
Nulla, nemmeno una stretta di mano, una variazione nel suo battito cardiaco, nel suo respiro, nulla.
Sospirò."Amore, ti ho portato una cosa, anzi una persona" sorrise leggermente guardando chi c'era accanto a lei.
Aveva portato la piccola Antonella, che in quel momento stava silenziosamente nel suo passeggino scrutando ogni singolo movimento di Abigail.
La prese in braccio causando un mugolio di lamentela dalla piccola che, probabilmente, stava per addormentarsi.
"Piccina, lo vuoi vedere papà?" le chiese sorridendo.
Antonella sorrise riconoscendo la parola 'papà'
La appoggiò delicatamente sul petto di Salvatore e lei, riconoscendo il suo odore, si accoccolò dolcemente e chiuse gli occhi.
"Hai visto Sal? La senti vero? Antonella, è tua figlia amore e ha bisogno di te, guarda come si è accoccolata, sono sicura che vorrebbe tanto che la abbracciassi.
Vorrebbe tanto che tu ti svegliassi e anch'io lo vorrei, ti prego Salvatore lo so che puoi riuscirci, lo so che vuoi farlo.
Cos'è che ti blocca? Non ti sei mai fermato davanti a nulla, perché adesso sì?
Non posso andare avanti senza di te, lo sai, svegliati...ti prego"Iniziò a piangere silenziosamente, vederlo così la stava distruggendo.
Non riusciva più a sopportare di vederlo su quel maledetto letto, fermo, immobile.Ad un certo punto lui iniziò a muovere le dita della mano, come se volesse muovere il braccio, come se volesse alzarlo.
"Sal...?"
Ovviamente lui non rispose.
Abby lo guardò cercando di capire cosa volesse fare."Aspetta Sal, faccio io" disse pensando di aver capito.
Prese il suo braccio e, facendo attenzione a non staccare nessun cavo, lo mise sopra al corpicino di Antonella, come se la stesse abbracciando.
"Volevi questo?"
Un piccolo sorriso, quasi impercettibile, si creò sul volto di Salvatore.
Abigail non se lo lasciò sfuggire e sorrise a sua volta."Amore mio..."
Si chinò e, mettendogli una mano sul viso, gli lasciò un piccolo bacio a stampo sulle labbra.
Dopo, però, non si spostò, rimase con le labbra appoggiate alle sue e le lacrime che non avevano intenzione di fermarsi.Stava bagnando la pelle chiara di Salvatore con il suo pianto, ma non le importava, non riusciva a fermarsi e non voleva allontanarsi da lui.
Passò qualche secondo e la ragazza sentì un sorta di solletichio sulle labbra, si allontanò leggermente per capire cosa fosse e si accorse che era lui, stava muovendo le labbra.
Istintivamente riappoggiò le labbra sulle sue, questa volta baciandolo e, sorprendentemente, lui iniziò piano piano a ricambiare il bacio.
Chiuse gli occhi continuando a baciarlo accorgendosi che i movimenti del ragazzo si facevano sempre più rapidi.
Alzò leggermente il viso e aprì gli occhi.
Salvatore aveva gli occhi aperti e la stava guardando.
"Oddio..Sal?" sorrise, lui si guardava intorno come se fosse smarrito.
"Amore, stai bene?" gli chiese preoccupata.
"Sì...credo..." rispose a voce bassa, abbassò lo sguardo notando Antonella.
"Ti da fastidio? Se vuoi la sposto, la rimetto nel passeggino?"
"No...lasciala...lasciala lì"
Era ancora molto debole, difatti faceva fatica a parlare.
"Non sforzarti, adesso chiamo l'infermiera"
Si allontanò dirigendosi verso l'uscita.
"Abigail..." la richiamò, e lei si fermò.
"Dimmi"
"Sei sempre stata qui?" le chiese, lei sorrise leggermente.
"Sì" lui ricambiò il sorriso e la lasciò andare.
I medici ci misero circa un'ora a visitarlo, un'ora straziante.
Nessuno di loro diceva una parola e i loro volti sembravano sempre voler dire che c'era qualcosa che non andava.Abigail temeva che ci fosse veramente qualcosa che non andava.
Temeva che l'overdose gli avesse fatto dei danni, temeva che lui non fosse più lo stesso e, nonostante possa sembrare un'orribile contro senso, in quel momento lei aveva una terribile voglia di farsi e non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe resistito.Iniziò a sudare e a sentire i vari sintomi dell'astinenza, non era passato molto dall'ultima volta che si era iniettata dell'eroina in corpo, infatti non si aspettava una tale crisi, non era preparata.
Faticava a respirare, ma doveva essere forte.
Doveva resistere per Salvatore."Signorina?" un medico, finalmente, uscì dalla stanza.
Abigail cercò di ricomporsi e, sembrando il più possibile normale, rispose."M-mi dica.."
"Abbiamo fatto i vari esami e sembra essere tutto apposto, per sicurezza lo terremo in osservazione per questa notte, ma pensiamo che già domani nel pomeriggio potrebbe tornare a casa, se non si verificheranno altri problemi" la informò, e si sentì sollevata a quelle parole.
"Grazie..."
Quella notizia le fece quasi dimenticare dell'eroina.
Non aveva bisogno dell'eroina se con lei c'era Salvatore, era sempre stato lui la sua droga preferita e ora sarebbe tornato ad esserlo.
Sapeva bene che era difficile smettere con la droga, ma non poteva continuare, non con lui che aveva rischiato la morte per quella fottutissima sostanza stupefacente.
Non avrebbe mai permesso che fosse anche solo vicino alla droga, non dopo quello che era successo."Posso andare da lui adesso?" chiese e il medico annuì.
Prese la bambina in braccio e tornò da Salvatore che sembrava essersi già ripreso."Hey" si voltò verso di lei sentendo la porta aprirsi.
"Come stai?" gli chiese.
"Sto bene, cioè ho caldo, e fame, e anche sete, però sto bene"
sorrise.
"Domani ti dimettono, possiamo tornare a stare insieme" sussurrò l'ultima parte della frase, come se temesse che lui avesse cambiato idea su di lei.
"Stai con me vero?" le chiese.
Abigail lo guardò confuso, non capiva cosa intendesse.
"Vieni a vivere con me?" modificò la frase.
"Mi vuoi veramente?"
"Ma che domande del cazzo fai Abigail? Certo che ti voglio"
Lei sorrise.
"Vieni qua" le fece segno di avvicinarsi, appoggiò la bambina e si avvicinò.
Lui le prese dolcemente il viso e la baciò."Ti amo, Abby" sussurrò sulle sue labbra.
"Anch'io ti amo"Sinceramente, questo capitolo non mi piace tantissimo, ma hey era necessario.
Ditemi voi che ne pensate :)
Qua nel frattempo c'è il temporale e niente, io ho paura.
Mi fate compagnia su qualche social finché muoio lentamente?Instagram: __weltschmerz__
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Nineteen 2|| Surrealpower
FanfictionSequel alternativo di Nineteen, in caso preferiate la Salgail alla Surrora (come la sottoscritta) La storia inizia da quando Salvatore è in coma, saltando la parte in cui Sascha vuole rimanere solo con lui nella sala d'ospedale.