La dottoressa aveva preso Salvatore, l'aveva portato fuori dalla stanza chiamando i suoi colleghi e dicendogli che gli serviva urgentemente la sala operatoria.
Senza dare nessuna spiegazione ad Abigail.
Non sapeva cos'era successo, non sapeva come stava il suo ragazzo.
L'operazione stava durando molto, troppo.Erano dentro quella sala già da due ore e non aveva avuto nessuna notizia.
"Hey..." l'infermiera che le aveva fatto compagnia nel periodo successivo all'overdose si sedette accanto a lei.
"Ti prego, dimmi che sai qualcosa, sono li dentro da troppo tempo" chiese Abigail a bassa voce mentre si asciugava le lacrime.
"Non so niente, ma vedrai che ce la farà Salvatore è forte, non ti lascerebbe mai da sola" cercò di rassicurarla, ma scosse la testa.
Le lacrime ricominciarono a scendere."Sono incinta" confessò, non sapeva nemmeno il perché di quelle sue parole, aveva bisogno di sfogarsi e si fidava ciecamente di quella donna.
"Questo è un motivo in più per lottare" le appoggiò una mano sulla spalla cercando di darle un po' di forza, ma con scarsi risultati.
"E se non dovesse farcela? Se qualcosa dovesse andare male? Se lui dovesse morire?" stava entrando in panico.
"Abigail, calmati, ce la farà- disse, poi si alzò dalla sedia- vado dentro a vedere com procede"
La ragazza rimase li, ad aspettare come stava facendo da ore, ma era terrorizzata.
Temeva che si sarebbe ritrovata da sola, con due bambini che gli avrebbero ricordato Salvatore tutti i giorni.
Si accarezzava la pancia, voleva tranquillizzare anche il piccolo che stava aspettando con lei, lo faceva molto spesso, ma avrebbe voluto che fosse il suo ragazzo a farlo.
Se solo fosse stato attento, se solo non fosse tornato a spacciare, a rubare, adesso starebbe bene.
Sarebbero insieme, magari su un letto a coccolarsi, a baciarsi.
Non di certo all'ospedale.Le porte della sala operatoria si aprirono, l'infermiera era uscita e la sua espressione trasmetteva tutto, ma non sicurezza.
"Hanno finito" la informò, Abigail la incitò a continuare.
"Ci sono state delle complicazioni, adesso lo portano nella sua stanza, così potrai vederlo.."
"Ma sta bene?" l'unica cosa che voleva sapere era un questa.
La donna abbassò lo sguardo e sospirando rispose
"Non lo so"
La giovane si alzò dalla sedia, iniziò a camminare avanti e indietro imprecando sotto voce.
“Cosa faccio senza di lui? Cosa?!
Lui è tutto per me, mi ha salvato la vita, mi sta salvando la vita io non ho nulla senza Salvatore!” iniziava ad agitarsi, troppo.
Il suo respiro si stava facendo irregolare, troppo veloce per essere normale.“Tesoro calmati, sei troppo nervosa, non fa bene ne a te ne al bambino...” questo non fece altro che innervosirla di più.
Si appoggiò al muro iniziando a piangere, più le lacrime scendevano più faceva fatica a respirare.
“Non piangere, respira, lentamente, va tutto bene” mimava l'atto del respiro per aiutarla.
“No, no, Salvatore...lui...lui...”
Cercava di respirare con la bocca, ma non riusciva.
Nel frattempo Salvatore si stava lentamente riprendendo dall'anestesia, i medici stavano aspettando che fosse completamente sveglio per riportarlo in stanza con più sicurezza.
“Salvatore, come ti senti?” chiese la dottoressa, lui aspettò qualche secondo prima di rispondere, si guardava attorno come se cercasse qualcosa.
“Dov'è Abigail?” domandò a sua volta, la donna sospirò.
“Salvatore per favore, devi collaborare con noi, ci pensiamo dopo ad Abigail” lui scosse la testa
“Voglio sapere dov'è” ribattè.
“Dobbiamo sapere come stai prima, ti prego, hai dolore da qualche parte?” continuò.
“Nonono, sto bene, portatemi da lei” cercò di liquidarla il più in fretta possibile.
La dottoressa guardò i suoi colleghi, aveva troppa energia per essere un ragazzo che aveva appena subito un operazione.
“Lo sai che se non senti dolore significa che hai un problema? Non puoi non sentire nulla dopo aver subito un'operazione del genere” spiegò, lui non disse nulla.
“E in più stai affaticando troppo il tuo corpo, smettila di respirare così, calmati e dicci la verità.”
Dopo quelle parole lui si calmò, riprese a respirare normalmente, in modo calmo.
“Si, mi fa male...” rispose.
“Tanto?”
“Non lo so, io...non riesco a respirare bene”
“Ti teniamo monitorato, appena senti qualcosa di anomalo diccelo e non affaticarti”
Più che delle indicazioni sembravano dei rimproveri, ma a lui non importava.
La sua salute era irrilevante, voleva avere la sua ragazza vicino perché aveva paura.Temeva che se ne sarebbe andata di nuovo, che questa volta non sarebbe tornata.
“Lei è la tua ragazza?” gli chiese nel tragitto verso la stanza.
“Si, si..” rispose.
“Non è un po' giovane rispetto a te?”
“Ha 19 anni..in meno rispetto a me” disse quasi infastidito dalla sua domanda.
I due non dissero altro, lo lasciò nella sua stanza e dopo avergli fatto le ultime raccomandazioni se ne andò.
Li dentro, ad aspettarlo, c'era l'infermiera che aveva fatto compagnia ad Abigail.
“Salvatore...” si avvicinò.
“È andata via..?” ovviamente si riferiva ad Abby, non vedendola li pensò che se ne fosse andata, lasciandolo li nonostante stesse male.
Forse l'aveva persa per sempre.
“No, prima mentre ti aspettava ha avuto un attacco di panico, non riusciva a respirare, dopo poco ha iniziato a farle male la pancia ed è svenuta”
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Nineteen 2|| Surrealpower
FanfictionSequel alternativo di Nineteen, in caso preferiate la Salgail alla Surrora (come la sottoscritta) La storia inizia da quando Salvatore è in coma, saltando la parte in cui Sascha vuole rimanere solo con lui nella sala d'ospedale.