Capitolo tre.

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-Sei ancora arrabbiata?- Chiese Dinah, abbracciandomi da dietro. -Sì, allontanati.- Le dissi incazzata. -E se non volessi farlo?- Chiese, continuando a stringermi a sé. -Mi allontano io.- Dissi, alzandomi dal letto per andare in cucina. Lei mi seguì. -Scusa, okay? Credevo fosse una cosa eccitante, non pensavo di farti arrabbiare così tanto.- Disse.
Infondo non lo so perché ero arrabbiata davvero. Si avvicinò alla sedia su cui ero seduta e si posizionò sulle mie gambe. -Mi dispiace, possiamo lasciar stare?- Chiese, intrecciando la mia mano alla sua. Piano piano avvicinò le sue labbra alle mie e mi baciò. Era incredibile come non provassi niente, come quando mi baciasse io non provassi niente, più si comportava bene con me, più ero tormentata. -Sono stanca, voglio dormire.- dissi, staccando il bacio. -Uhm, okay, scusa.- disse, alzandosi dalle mie gambe. Senza rivolgerle uno sguardo me ne tornai a letto. -Buonanotte.- Disse, seguendomi in camera.
Ed anche stanotte sono tormentata, forse il problema non è lei, ma io, forse sono io a non riuscire a provare sentimenti, le sto facendo solo del male, non è giusto quello che sto facendo.
Mi girai verso Dinah e fortunatamente dormiva, andai in cucina, mi rollai una canna e poi la fumai, tanto per stare più tranquilla. Fortunatamente ci riuscii senza prenderla a male. Tornai a dormire, collassando non appena poggiai la testa sul cuscino.

***
Sentii la sveglia suonare e sussultai. Cazzo, dovevo andare a lavoro, le mie ferie erano finite a quanto pare. Spensi velocemente la sveglia per evitare che Dinah si svegliasse, ma fu inutile. -Devi andare a lavoro?- chiese. -Già, non ho un papà che mi passa i soldi purtroppo.- dissi, freddamente, riferendomi al fatto che suo padre le passava soldi senza problemi. -Farò finta di non aver sentito, idiota.- disse con la voce assonnata. Indossai velocemente la mia divisa da receptionist, le diedi un bacio a stampo, -tornerò dopo pranzo.- le dissi, e poi uscii. Fortunatamente non ero in ritardo, presi l'auto di Dinah e mi diressi all'hotel in cui lavoravo. -Buongiorno.- Dissi, entrando. -Non ti aspettavo in orario.- Rise Luke, il mio collega.
-Beh, mi piace sorprenderti.- Risi. Rise anche lui, e senza esitare mi misi a lavoro. Non c'era molta gente, quindi avevamo modo di chiacchierare tra di noi e scherzare. -Buongiorno, mi servirebbe una camera.- Disse, una voce familiare. Alzai lo sguardo dal computer per vedere chi fosse ed era Camila. -Ehi, Camila.- Sorrisi. -Lauren, che ci fai qui?- Chiese, sorridendo. -Ci lavoro.- risposi ridendo. -Giusto.- rise anche lei. -Ci pensi tu a lei?- chiese Luke. -Sisi.- risposi. -Allora, dimmi tutto, Camz.- Dissi. -Mi serve una camera matrimoniale, con bagno e doccia. Credo di rimanere qui per un po', almeno finché non trovo un posto in cui stare.- Si spiegò. -Matrimoniale? Sei qui con qualcuno?- Chiesi, curiosa. -Nono, ma preferisco il letto matrimoniale.- Rise. -Comunque, la camera 147 è libera, quindi eccoti le chiavi.- Sorrisi, porgendole le chiavi. -Vuoi che ti accompagni io?- Chiesi, cercando di aiutarla. -Sì, se puoi farlo, grazie, mi sentirei molto più a mio agio.- sorrise. Ricambiai il sorriso e la accompagnai alla sua camera. -Ma è bellissima.- disse, nel vedere la camera. -Già.- sorrisi. Il facchino portò le valige in camera. -Signora Cabello, queste sono vostre.- Sorrise posando le valige all'entrata. -Sì, grazie.- Disse, ricambiando il sorriso. Regalava i suoi sorrisi migliori a chiunque.
-Beh, forse è meglio che vada a finire il tuo modulo e ti lasci sistemare le tue cose.- Dissi. -Ehm, aspetta, devo dirti una cosa.- disse uscendo in corridoio. -Mi dispiace per ieri, la tua ragazza sembrava come arrabbiata, non voleva che ti parlassi e forse non dovevo farlo, ma sembravi simpatica così volevo scambiare qualche parola con te e quando ho scoperto che sei davvero simpatica volevo solo parlare. Sarò sembrata una morta di figa, mi dispiace, davvero.- Continuò. -Ma no, tranquilla, Dinah è così, con tutti, era solo nervosa. Mi fa piacere starti simpatica, anche perché per me è lo stesso. Ti trovo simpatica anch'io.- Le sorrisi. -Va bene, allora, mi sento meglio ora, non mi piace essere odiata o che le persone pensino io sia qualcuno che non sono.- Disse. -Va tutto bene.- le sorrisi ancora. -Ora torno a lavoro.- continuai. -Va bene, quando finisci il turno vieni a trovarmi?- Chiese, sorridendomi. E come potevo dire di no ad un sorriso del genere? -certamente.- le sorrisi. -Grazie, ah, e la divisa ti dona proprio.- Sorrise ancora, per poi rientrare.
Ma quanto era adorabile?

•Spazio autrice •
Se vi va passate a leggere le storie di vodkmickey , sono davvero bellissime e meritano tanto.

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