Ricordo pochi momenti dell'accaduto. Io che sfondavo la botola e Nath che gridava, mentre si contorceva dal dolore. Io che scappavo dalle braccia di Nicholas, per poi sfondare la porta e che mi dirigevo verso un punto impreciso. Sentivo come una forza innaturale, più potente di quando mi trasformavo normalmente. Era come se i miei occhi stessero bruciando, e neanche la pioggia che aveva appena iniziato a cadere mi calmava. Avevo alcuni pezzi delle catene ancora al collo, che m'impedivano di respirare. Ricordo di essermi fermata davanti ad una pozzanghera e di aver visto il mio riflesso. Non ero io. Iniziai a rotolare nel terreno, sporcandomi con il fango, cominciai ad ululare e a tirarmi il pelo. Era come se qualcosa nel mio corpo volesse uscire e prendere possesso di tutto. L'ultima cosa che ricordai fu la mia trasformazione in lupo. Questa volta, però, il mio pelo era diventato bianco come la neve. Mi svegliai in mezzo alla foresta, con il corpo insanguinato. Spaventata mi voltai e mi accorsi, con dispiacere, di essermi cibata di un cervo. Ancora stordita, cercai d'incamminarmi per la strada, che speravo mi conducesse a casa. Dopo tre ore faticose, arrivai in quella che doveva essere la casa di Nicholas. Ma a quanto pareva, né quest'ultimo, né Nath erano presenti. Entrai nel bagno per lavarmi. Avevo paura che dei cacciatori mi avessero vista nella notte. Loro sono come dei guardiani, proteggono la zona da animali intrusi, e possono attaccare anche le persone... Dopo essermi lavata, andai verso la cantina. Presi il mio borsone e mi cambiai.
"Dannazione! L'hanno vista, Nathan, sai cosa vuol dire? Metteranno in allarme le persone. Non possiamo mica dire:-È un licantropo gente! Non farà alcun male!- Ci scambierebbero per pazzi ed i tuo genitori la ucciderebbero. E tu faresti la sua stessa fine, perchè te ne sei andato senza il loro permesso."
Sentii la voce di Nicholas echeggiare tra le mura della casa. Il suo tono di voce era molto alto, tanto da farmi male alle orecchie. "Ragazzi!?" li chiamai, uscendo dalla casa, e come risposta ricevetti un abbraccio da Nath, che iniziò a piangere. "Grazie a Dio sei salva..." Nicholas invece tirò un sospiro di sollievo. Mi chiesero cosa fosse successo quella notte, ed io iniziai a raccontare, fino ad arrivare al punto in cui il mio pelo era diventato bianco e in cui gli occhi mi bruciavano. "Non è possibile..." disse Nath "Cosa non è possibile?" chiesi subito dopo "Si dice che il pelo di un lupo diventi bianco solo se un genitore di quest'ultimo sia ench'esso licantropo." spalancai gli occhi dallo stupore "Cosa!?" rispondemmo all'uniscono io e Nicholas "Lara, per caso hai sentito dolore agli occhi le altre volte in cui ti sei trasformata?"
"Sì..." risposi vagamente "Tu eri sicuramente già un licantropo alla nascita, ed il virus è stato solo una spinta a risvegliare il tuo essere. I tuoi genitori ti hanno mai raccontato qualcosa della tua infanzia?"
Iniziai a ricordare... da piccola mia madre mi teneva al nascosto da tutti, lontano dalla gente. Forse era questo il motivo dei continui litigi con i miei parenti. Loro lo sapevano e volevano allontanarmi, ero un pericolo per tutta la comunità... iniziai a piangere e corsi al piano di sopra, nella camera da letto. Sentii la porta aprirsi, per fortuna era solo Nath. "Lara, devi scappare, qui non sei al sicuro. Sicuramente i nostri genitori adottivi sapevano di te, e forse volevano sbarazzarsi dei tuoi familiari per non avere inconvenenti. Cercherò di fare delle ricerche su questa storia e farò tornare tutto a galla, te lo prometto, sorellina." sorrisi a quel nomignolo.
"Dove dovrei andare, Nath? Conosco a malapena questo posto, come dovrei fare?" Lui mi rassicurò, dicendo che una sua amica, che abitava a Vienna, mi avrebbe potuta aiutare, facendomi abitare nel suo appartamento. Nathan tornò a casa, prese per me il necessario per sopravvivere dalla sua amica, e i miei documenti, senza farsi vedere da i nostri genitori. La notte stessa, mentre Nicholas dormiva, uscimmo dalla sua casa e andammo alla stazione. Lì comprammo per me un biglietto di sola andata, per l'Austria. Il viaggio in treno fu stancante e fatto di sole lacrime, per aver abbandonato Nathan e Nicholas, la mia unica vera famiglia. Quando arrivai erano appena le cinque del mattino e faceva dannatamente freddo. Mi incamminai verso l'indirizzo datomi da Nath. Ci arrivai dopo un'ora, visto che non avevo abbastanza soldi con me, e quelli che avevo mi dovevano servire per sopravvivere. Dopo aver bussato alla porta, mi aprì una ragazza molto assonnata. Era alta ed aveva i capelli neri e gli occhi verdi, tendenti al grigio. Ad occhio sembrava Nathan versione femminile. Le sorrisi e mi presentai con un sorriso. Mi fece vedere la stanza in cui avrei alloggiato per tanto tempo. Mi addormentai con la consapevolezza di essere davvero sola. Mi svegliai il giorno dopo e dall'orologio vidi che erano le dieci e mezza. Saltai giù dal letto e mi diressi verso la cucina, dove invece di trovare la mia coinquilina, trovai un bigliettino sopra a quella che doveva essere la mia colazione.
"Ehi, mi dispiace lasciarti sola, ma devo andare a lavoro. Non ti ho svegliata perchè sembravi molto stanca. Ci rivediamo verso l'ora di pranzo. Charlotte" Questo citava il biglietto. Dopo aver mangiato il mio cornetto ed aver bevuto il caffè, ormai freddo, decisi di farmi una doccia e cambiarmi. Quel giorno pioveva, praticamente la rappresentazione del mio umore. Non potevo neanche chiamare Nath, perchè la polizia controllava il suo telefono. Inoltre, potevo chiamare solo dalla cabina, telefonica, per non destare sospetti. Verso le due del pomeriggio Charlotte rincasò e, dopo aver pranzato insieme, mi propose una cosa che mi rallegró. "Sai, nella panetteria in cui lavoro, ci vorrebbe del personale. Quindi ti volevo chiedere se ti andava di lavorare con me, per incominciare la tua nuova vita." io annuii velocemente. Poi Charlotte mi pose una domanda che mi spiazzò. "Comunque, so che tu e Nathan siete dei licantropi, ma non me ne preoccupo. So anche di queste persone che fanno esperimenti su delle cavie. Visto che sei scappata, dovremmo cambiare la tua acconciatura, il tuo modo di vestirti e dovremmo fare un documento falso, te la senti?" Io accettai, ma con molta insicurezza. Lei prese l'occorrente per i capelli, visto che della parrucchiera non se ne parlava, a causa del temporale. Mi tagliò i capelli più o meno a caschetto e mi fece mettere delle lenti a contatto marroni. Io ero un po' incuriosita del perché ne avesse un paio. Lei, come se mi avesse letto nella mente, mi disse che le aveva comprate prima di andare in panetteria. Vedermi allo specchio era come vedere mia madre da giovane, e mi fece scoppiare a piangere. Quando mi ripresi decisi di aiutare Charlotte con la cena. Mi disse che la sera sarebbe venuto un certo Joshua, ovvero il suo amico, nonchè il mio futuro capo.*Spazio Autrici (disperse)*
Ehilà, che ve ne pare di questo capitolo? La trama s'infittisce e si scoprono tante cose nuove.Comunque, scusate dell'assenza, ma io, MikaFan_For_Life_, sono molto occupata, ma riesco sempre a trovare un posto per voi. Per non parlare degli orari indecenti a cui mando le mie idee alla mia compagna di scrittura(?). Ricordatemi di farle una statua.
Byeee!
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The Fighting Wolf
Hombres LoboIn tutto il mondo, ma specialmente in Europa, stanno scomparendo molte persone. Al loro posto sembra stiano comparendo dei canidi antropomorfi. Lara, una ragazza come le altre, si trova stranamente coinvolta in questa situazione. Come farà ad uscirn...