«Adeline's nightmares»

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Si agitava tra le lenzuola senza pace, alla ricerca di una quiete interiore che non riusciva ad ottenere.
La fronte era grondante di sudore, ma allo stesso tempo il corpo della ragazza esigeva calore, sembrava sentisse freddo anche quando quelle piccole goccioline scendevano.
La scuola era dormiente, e dalla finestra si poteva intravedere la valle che circondava la scuola del male nitidamente: si poteva anche scorgere qualche lupo di guardia, che qualvolta passava da un albero all'altro, in cerca di nemici, che purtroppo non c'erano.
Ancora il solito picchiettio del ramo sulla finestra della torre, era soggetto degli incubi di Adeline.
In quel momento, la ragazza stava correndo, tra gli alberi di una foresta, sembravano tutti uguali, sembrava un susseguirsi delle stesse cose, degli stessi posti, dello stesso tempo.
Adeline correva alla ricerca di una meta che non sapeva, voleva solo scappare, ma da cosa? Sentiva soltanto una voce chiamarla, una voce cupa e soffocata, uno strazio per le sue orecchie.
Lo sentiva, lo sentiva sempre più vicino.
Stanca e affaticata, si accostò dietro ad un albero, sperando che qualsiasi cosa la stesse inseguendo, si fosse fermata.
"Vi ho trovati" disse la voce, per poi estinguersi in un silenzio tombale.
Poi una mano davanti alla bocca di Adeline, poi un dolore lancinante al fianco.
La stava trascinando via quando...si svegliò, nel letto della sua stanza, sudata e avvolta a mo' di bruco tra le coperte nere del suo letto.
La luce lunare illuminava i suoi occhi rossi, ancora scossi dalla paura.
Paura...una parola nuova per lei, una Mai poteva davvero spaventarsi? Soprattutto di qualcosa di cui neanche conosceva la forma, né il nome.
Le sue compagne ancora dormivano beatamente, avrebbe voluto esser come loro.
Stanca di stare a letto inutilmente si alzò, e si appostò davanti la finestra, notando qualcosa che la sorprese ancora di più.
Un'ombra, o meglio una persona, o no..una forma oscura, una forma umanoide e nera, era in piedi davanti alla porta della scuola.
E i lupi? Che fine avevano fatto?
La figura che sembrava essere incappucciata alzò la testa verso di lei, come se sapesse che lo stava osservando.
Ma non riuscì a distinguere un volto, era nero, totalmente.
Riuscì a scorgere soltanto un sorriso, ma un sorriso di quelli spaventosi, quelli che sono solo in grado di far gelare il sangue nelle vene.
Adeline strizzò gli occhi, ma la figura era ancora lì, nella stessa posizione di qualche istante prima.
Poi si girò, e tirò un respiro profondo.
Guardò nuovamente fuori, ma la figura si stava dirigendo verso il ponte di mezzo, diretto alla scuola del Bene.
La preoccupazione la stava assalendo.
Nel giro di dieci secondi era già vestita, e indossando il lungo mantello nero si precipitò giù, nella speranza di incrociare la figura.
Quando si trovò davanti il ponte di mezzo, vide la figura sul punto di finire la sua attraversata, allora puntando la bacchetta verso il ponte cercò di fare il possibile per impedire alla strana apparizione di raggiungere la scuola del bene, doveva proteggerlo.
"Protego!" Sussurrò, e un raggio di luce bianca partì dalla punta della sua bacchetta, colpendo il ponte e formando una specie di cupola attorno ad esso.
La figura era intrappolata.
Adeline con passo calmo attraversò la barriera e si fermò un centimetro dopo.
"Chi sei?" Chiese, intrepida, Adeline.
La figura rise come qualche minuto prima, poi alzò la mano e fece cenno ad Adeline, come un saluto..agitando la mano.
"Che diavolo vuoi?! Sparisci!" Sbraitò la ragazza, infastidita dal comportamento di quell'essere così strano.
Poi un forte dolore alla testa la colpì, quando la figura tese la mano in avanti.
Vedeva che la figura stava avanzando e più avanzava più il dolore aumentata.
Adeline tese la bacchetta verso la strana figura.
"Stupeficium!" Un lampo di luce rossa partì dalla bacchetta, colpendo in pieno il bersaglio e scaraventandolo dolorante dall'altra parte del ponte.
"Tornerò" sussurrò la figura, troppo dolorante per combattere ancora.
Quando Adeline si alzò, si diresse nuovamente verso la sua stanza, ringraziando mentalmente di essere una Mai già esperta in magia.
Mentre camminava lungo il sentiero che portava alla porta principale della scuola si appoggiò ad un albero, era ancora molto stanca data da lotta e il dolore subito.
Poi un tonfo, poi due, poi tre.
Accanto ad ogni albero giaceva il corpo senza vita di un lupo.
Erano morti.
Adeline era come pietrificata davanti quella visione, non sapeva cosa era meglio fare: se tornare in camera come se nulla fosse successo o se chiamare qualcuno e spiegare tutta la storia, anche se qualcuno l'avesse ritenuta pazza..perché diciamoci la verità..Quale essere si infiltrerebbe in una scuola dove tantissimi Mai studiano? Dove potrebbero ucciderti da un momento all'altro? Dunque preferì tornare in camera, aspettare l'alba e procedere tutto normalmente.
Quando Adeline rientrò in stanza, si cambiò e si rimise a letto, mancavano un po di ore all'alba.
Non riusciva proprio a dormire, le immagini di quella figura che si avvicinava, che sorrideva, i lupi..la stavano sconvolgendo quella notte.
Non poteva essere stato un Mai a fare tutto questo, i lupi non erano morti a causa di una maledizione, non era la loro magia quella..per uccidere un mago, o un qualsiasi altro essere esiste un solo e unico incantesimo, appartenente alla categoria dei senza perdono, che uccide silenziosamente, infatti la maggior parte delle vittime ha ancora gli occhi aperti quando l'incantesimo viene lanciato.
E quello non era il caso, sembravano piuttosto massacrati a morte, piuttosto che colpiti da un incantesimo.
E allora, se quell'essere non era un Mai, chi era? E perché era lì? Mille domande giravano per la testa di Adeline, ma a queste..non aveva neanche una sola risposta.
Poi si addormentò, aspettando che la luce riuscisse a filtrare dalle finestre.

Quella mattina la prima a svegliarsi fu Sophie, che alzatasi si diresse verso la finestra per aprirla.
Notò molti studenti ancora in pigiama, avvolti dai mantelli riunirsi fuori, una gran ciurma.
"Adeline! Anita! Svegliatevi! Ora!" Scosse le amiche in preda alla curiosità.
Quando Adeline mise a fuoco la situazione, ripensò agli avvenimenti della notte precedente e capì che tutti gli studenti erano radunati lì per via dei lupi: gli insegnati dovevano sapere che nessun Mai sarebbe stato in grado di far ciò, non c'erano tracce di magia, la loro magia.
Le ragazze ancora in pigiama, proprio come gli altri studenti, indossarono il mantello e scesero giù dalla torre.
Mentre Adeline percorreva i corridoi e le gradinate della sua scuola, sentiva qualcosa di strano dell'aria, oltre alla tensione e al resto, non era sempre la stessa, c'era qualcosa in più.
Quando varcarono al soglia della porta della Scuola, tantissimi ragazzi erano radunati li, e si affrettarono a riconoscere Vex, Hort e Led e accanto a loro tutti gli altri studenti del loro anno.
"Cosa è successo?" Chiese ad Hort Anita.
Hort spinse in avanti le tre streghe e indicò un punto oltre gli altri studenti.
La scena della sera precedente era di nuovo davanti agli occhi di Adeline, nulla era cambiato, tutto era rimasto uguale.
Dall'altra sfonda, Clarissa stava guidando alcuni Sempre verso la folla di Mai.
"Castore! Per l'amor del cielo! Cosa è successo qui?" Chiese sconcertata la donna.
Tedros adocchiò Adeline, che stava osservando la scena di fronte a lei.
"C'è qualcosa che non quadra, qua non c'è segno di magia Mai ed è una magia troppo elevata per loro" disse Castore.
"Vi ricordo che coloro che sono tornati dopo il finto diploma hanno poteri abbastanza elevati da fare ciò, quindi sono stati loro!" Una vocina femminile richiamò dunque l'attenzione di tutti i Mai, in particolare degli studenti dell'anno di Adeline.
Quest'ultima sapeva a chi apparteneva quella voce così stridula e l'odio in lei crebbe, crebbe così tanto da far diventare i suoi occhi rossi, di un color assai più opaco, un certo Bordeaux scuro.
Adeline sorrise amaramente, uno di quei sorrisi cattivi, malvagi.
Questo risolino un po' impertinente nei confronti della Sempre, fu in grado di far rivolgere l'attenzione di tutti gli studenti verso Adeline, che camminando verso colei che aveva incolpato i Mai di quell'atto, si appostò in prima fila, davanti i Sempre.
"Carry...feccia umana, la puzza di marcio si sentiva anche da lì sotto, sapevo fossi stata tu a dire una cosa così stupida...ma c'era da aspettarselo, la tua visione del mondo è piccola quanto il tuo stupido e inutile cervello" disse Adeline, scatenando la risata generale di tutti i Mai e di qualche Sempre, anzi di quasi tutti i Sempre.
Carry fece per parlare, ma Adeline parò una mano davanti a lei.
"Ricorda che sei nel mio territorio, dunque o tappi quella tua stupida boccaccia o sparisci, e sparisci a modo mio" continuò Adeline alzando la bacchetta, e accarezzandola con le dita.
Carry non osava proferire parola.
Dalle sponda nera dei Mai si potevano udire parole contro i Sempre di ogni tipo "feccia umana", "tulle vagante", "stupidità rosa"e molto altro.
"Sapete cari Sempre! Cari perfetti Sempre...questa volta non siamo stati noi, non c'è traccia di magia nera e senza magia nera non c'è Mai che abbia potuto far ciò..e poi avanti, stupide oche come Carry, mettete in moto il cervello! Perché avremmo dovuto uccidere i nostri stessi guardiani?! Se fossimo stati noi avremmo senza dubbio ucciso le vostre fate non pensate?" Adeline aveva perfettamente ragione.
Il suo ragionamento non faceva una piega, e arrivò a pensarlo anche Carry.
Tedros invece, era in parte felice di ciò, stava per sposare non una semplice Mai, ma una delle più grandi e intelligenti Mai che avesse mai visto.
Adeline però aveva altri pensieri per la stessa, tutto ciò era un incubo divenuto realtà.

~Il principe e la strega:2 RITORNO IN ACCADEMIA~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora