«Don't let me down»

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Quel sorriso l'aveva completamente paralizzata, la paura era talmente tanta che nessuno riscriva più a muovere un muscolo.
La figura incappucciata emanava un forte tanfo, a cui Adeline qualche sera prima non aveva completamente fatto caso: odorava di putrido, quasi da morto.
"Ci rivediamo" si risolse ad Adeline senza smettere un secondo di sorridere, poi scomparve nel nulla.
"Andate ognuno nei vostri dormitori, sta notte io e gli insegnanti creeremo delle barriere di protezione attorno ogni valle e i pasti saranno effettuati nella mensa interna del castello"
Ordinò Castore.
"Ma...signore" stava per contraddire Adeline.
"Nessun Ma, tutti dentro, adesso." Disse in fine.
Adeline, Sophie e Anita si diressero affiancandosi verso la torre della malignità, quando la prima fu afferrata per un polso.
Era una stretta possente, colma di determinazione.
"Voi andate avanti" disse Adeline.
Le amiche annuirono, sapendo di poterla lasciare in buone mani e proseguirono il loro cammino.
"Perché ti ha detto "ci rivediamo"?" Disse in fretta lui, sembrava quasi furioso.
Adeline sbuffò, tirò un sospiro e lo guardò  dritto negli occhi, cogliendo un filo di preoccupazione.
"Una notte, l'ho visto davanti la scuola..poi l'ho visto dirigersi verso il tuo castello e l'ho attaccato perché non potevo permettere che ti raggiungesse" disse tutto d'un fiato Adeline.
"Quando?" Chiese lui.
"Qualche sera prima" disse lei.
Lui sospirò sonoramente, e passò la mano destra sui capelli, scompigliandoli.
Era agitato, Adeline lo conosceva abbastanza da cogliere ogni suo atteggiamento.
Tedros d'un tratto, la baciò.
Era un bacio ricco di parole, parole che da quando avevano ripreso la carriera scolastica non si erano più scambiati.
Fu un bacio profondo, passionale, sembrava quasi non volessero più staccarsi.
"Non te ne andare" sussurrò Adeline.
Sgranò gli occhi un secondo dopo aver pronunciato quelle parole, le stava pensando..e non si era neanche accorta di averle dette.
Ma ne era sicura, ormai senza lui nulla sarebbe stato come prima.
"Non lo farei mai" disse Tedros, interrompendo il flusso di pensieri della ragazza.
"Ti amo" disse sorridendo sulle sue labbra la Mai.
"Ehm..ehm!" Un forte tosse attirò la loro attenzione, costringendoli a separarsi.
Era Castore.
"Oh..torno, si.." Disse Adeline, sorridendo al ragazzo, per poi dirigersi verso il castello nero, mentre il principe prendeva la direzione opposta.
Questa cosa la torturava, adesso doveva pure stare lontana da Tedros durante il pranzo! Che assurdità.
Ma Adeline era troppo esperta e cattiva per arrendersi, e sapeva già cosa fare.
Quando entrò nella sua stanza, le amiche erano pensierose, sedute a terra con una espressione persa nel vuoto.
Adeline le guardò stralunata, poi si sedette accanto a loro, stando in silenzio.
Pensava stessero in silenzio già da quando le aveva lasciate sole e ne ebbe la prova perché non toccarono nulla, era tutto per come lo avevano lasciato, anche le loro espressioni erano tali.
"Perché non ce lo hai detto?" Chiese senza guardarla Sophie.
"Non volevo farvi preoccupare" rispose Adeline, torturandosi alcune ciocche di capelli che le ricadevano sul fronte.
"Quella cosa si aggira per la scuola, pensi sia meglio così?" Chiese Anita.
"Che sarebbe cambiato se ve lo avessi detto?" Si stava agitando Adeline.
Le amiche restano a fissarla, poi chinarono la testa in segno di resa.
"Scusa" disse Sophie.
"Mi dispiace non avervelo detto, ma non potevo" disse Adeline.
Le amiche sembrarono capire e si strinsero in un caloroso abbraccio, sciolto quando alla porta della stanza numero tredici qualcuno bussò.
Adeline prontamente si alzò e si diresse verso la porta in legno scuro.
Aperta,  non trovarono nessuno, né qualcosa che avesse fatto intuire alle ragazze la presenza di qualcuno.
"BOO!" A farle spaventare li attendevano Vex, Led e Hort, con l'aggiunta compagnia di Josh e Robert.
Adeline lo strattonò per un po.
"CHE IDIOTI CHE SIETE!! VI ODIO!!" Sbraitò Adeline, anche se un secondo dopo, insieme alle amiche scoppiò in una fragorosa risata.
"Ci voleva proprio questo scherzetto!" Rise Anita dando una pacca sulla spalla ad Hort.
"Da quando lo difendi?" Rise Adeline.
"Da quando ti ha fatta spaventare seriamente Adeline di OltreForesta!" Continuarono a ridere tutti quanti insieme.
"Che cosa sta succedendo qui?" La voce pesante di Castore interruppe il momento di festa degli studenti.
"Tornate subito nelle vostre stanze!" Sbraitò l'uomo.
I ragazzi sbuffarono e dopo essersi salutati, le tre tornarono in stanza mentre gli altri si diressero verso destra, per potersi recare nei loro dormitori.
"Signore..?" Richiamó prima di chiudere la porta Adeline.
"Dovrebbe preoccuparsi delle matricole del primo anno, piuttosto che controllare noi dato che non dovremmo neanche essere qui!" Sbraitò Adeline.
Castore la guardò con sguardo truce.
"Almeno noi abbiamo rischiato per proteggere la scuola!" Disse in fine suscitando la malinconia e la rabbia dell'insegnate.
Adeline chiusa a chiave la porta, si accasciò sul pavimento dandole le spalle e fissò le amiche che erano tornate per terra.
"Domani che lezione abbiamo?" Chiese Anita.
"Arti Oscure se non sbaglio" disse Adeline.
Sophie annuì.
"Sarà meglio andare a letto" disse Sophie.

Si era svegliata nel bel mezzo della notte e non riusciva più a chiudere occhio.
Aveva bisogno di calmarsi.
I rami sbattevano come al solito sulla finestra accanto al letto di Adeline, e il vento soffiava così forte da metter timore anche a quell'uccellaccio tutto ossa.
Ma ella sapeva cosa doveva fare.
Imboccata la bacchetta, la innalzò, smaterializzandosi nella stanza del principe.
Si, era totalmente fuori dal regolamento scolastico.
Ma lei era una Mai, e i Mai non hanno alcuna regola se non una: MAI SEGUIRE LE REGOLE.
Si accucciò accanto a lui, accarezzandogli il viso.
Tedros capì subito di chi si trattava, dal solo profumo: rose.
La strinse forte a sè, e le sussurrò un dolce "ti amo", a cui lei rispose con un bacio.
Lui le sfilò la grande camicia da notte nera, riempiendola poi di dolci baci.
Adeline lo imitò, e quando lui entrò dentro di lei, erano finalmente uniti sotto tutti gli aspetti.
Passando la notte insieme, proprio come quella prima della Guerra Dei Cieli, Adeline riuscì a tranquillizzarsi e finalmente a cadere in un beato sonno, senza incubi e preoccupazioni.

La scuola del bene era ancora dormiente, e lo sarebbe sicuramente stata anche quella del male.
Tra qualche ora la sveglia nella stanza numero tredici della torre della malignità avrebbe emesso un fastidiosissimo rumore, in modo da svegliare le tre.
Adeline dando un ultimo bacio al suo principe, tornò nella sua stanza per com'era venuta.
Si rimise a letto e tranquilla si addormentò nuovamente, aspettando il richiamo per alzarsi: aveva d'altronde dormito divinamente.
Intanto Tedros si girava da solo tra le coperte, che ancora profumavano di rose, pensando alla fortuna che aveva avuto ad incontrarla.

La mattina successiva, quando quell'aggeggio demoniaco finalmente suonò, svegliandole, Adeline era proprio di buon umore.
"Sta mattina siamo felici eh?" Rise Sophie vedendo finalmente la sua amica così spensierata.
"Cosa è capitato? Qualcuno sta notte è sgattaiolato via dalle stanza!" Disse poi strofinandosi gli occhi Anita.
Avevano tutte quante la voce impastata dal sonno.
Le due guardarono Adeline, e subito scoppiarono in una fragorosa risata.
"Va bene va bene, sono stata da Tedros!" Disse Adeline ridendo.
"Ecco perché era così felice! E chissà cosa hanno fatto..!" Continuò a scherzare Sophie.
Adeline diventò tutta rossa, e abbassò lo sguardo accennando un sorriso, sotto gli occhi delle amiche.
"Non ci credo!" Rise ancora Sophie.
"Tu...Tedros..sta notte..." Rideva ancora Anita.
"Cosa c'è di strano?" Chiese Adeline.
"Il fatto che non sia successo prima!" Rise Sophie.
Adeline rise, e poi scompigliò i capelli alle sue amiche, e fu subito festa.
Cuscini che volavano, libri in aria, e chi più ne ha più ne metta.
"Ragazze..?" Si fermò improvvisamente Anita.
"Non dovremmo prepararci?" Chiese poi.
Le altre sue annuirono, e dopo le rispettive docce, indossarono la divisa e filarono direttamente alla mensa della Scuola Del Male.
Sinceramente mai nessuno mangiava lì perché quello era l'unico momento nella quale poteva regnare pace tra le due case, ma in circostanze pericolose allora si...erano tutti riuniti lì.
La Sala era molto grande, vi erano due tavolate in legno scuro, dove vi erano due grandi tovaglie nere e pietanze in abbondanza.
Sopra i tavoli, dal letto pendevano due stendardi con su lo stemma della Scuola Del Male, mentre nel muro frontale, dove risiedevano gli insegnanti, vi erano cinque stendardi neri più piccoli, dove vi erano disegnati i cinque elementi del male.
Adeline, Sophie e Anita presento posto accanto ai loro amici, e trovarono anche già seduta Harley, intenta a leggere l'orario.
"Adesso abbiamo arti oscure" disse lei prendendo un toast dove vi era una strana sostanza violacea, poteva sembrare a prima vista marmellata...ma non lo era affatto!
"Che cos'è?" Chiese Robert indicando la strana confettura sul toast di Harley.
"Melma di Troll candita, volete assaggiare?" Propose Harley.
Ovviamente tutti risposero di no, accontentandosi di qualcosa di più 'normale'.
Quando la colazione fu consumata, il gruppo di amici si diresse verso la classe di Arti oscure.
Come al solito si affiancarono tutti quanti, prendendo bacchetta e i libri.
"Dunque, oggi parleremo di.." L'insegnate aveva appena iniziato a parlare.
Mrs. Ritterhads era una donna molto giovane e slanciata, sapeva meravigliosamente le arti oscure e quando spiegata riusciva a mettere così tanta energia da coinvolgere tutti quanti.
Ma non riuscì a terminare la frase, poiché un grande fruscio di vento, fece spalancare le porte della classe, e un brivido percorse ogni centimetro del corpo di ogni presente in quella stanza.

~Il principe e la strega:2 RITORNO IN ACCADEMIA~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora