«Welcome»

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Quando le tre varcarono la soglia della camera numero tredici della torre della malignità, un forte profumo familiare le avvolse, e si sentirono come a casa.
Nonostante la rabbia di Adeline, una parte di lei era contenta di essere tornata tra quelle mura ancora una volta.
Sospiró, poi si voltò verso le sue amiche, ancora impegnate ad osservare ogni minimo dettaglio della familiare stanza, come se non l'avessero mai vista.
Sembrava sempre più bella, sempre più accogliente nonostante per alcuni il nero possa sembrare un colore orribile per una stanza.
Le ragazze ricambiarono lo sguardo finalmente sereno di Adeline, che sembrava essersi calmato dopo ciò che aveva letto in quello stupido foglio.
Intanto Adeline stringeva qualcosa tra le mani perlacee, la lettera misteriosa che qualche giorno prima aveva ricevuto.
Tedros e Chaddick ne avevano ricevuto una uguale, e a quel punto le tre capirono che tutti gli studenti del loro anno avevano ricevuto la stessa lettera muta.
"Quando cominciano le lezioni?" Chiese Anita a Sophie, che passando dalla segreteria aveva recapitato l'orario scolastico.
"Tra due giorni" rispose l'amica.
"E le divise?" Chiese infine Adeline.
Anita indicò i bauli ai piedi dei loro letti, e aprendoli trovarono le loro care e vecchie divise da Mai.
Intanto Tedros faticava ancora a credere di essere di nuovo lì, in quel posto.
Vecchie memorie risalivano ogni volta che si guardava intorno.
Guardano fuori dalla finestra riuscì ad intravedere il cortile in comune, luogo dove aveva visto per la prima volta Adeline, dove aveva notato per prima volta quei profondi occhioni rossi.
Ricordò i duelli fatti in stanza con gli amici per allenarsi.
Ricordò tutto quanto, anche la Grande Guerra, che aveva portato via tanti compagni cavalieri, tanti principi ai loro regni.
Aveva visto tra la folla Adeline, stanca e insanguinata, l'aveva vista combattere e star male dal dolore.
Aveva visto il suo amico Chaddick cadere a terra dopo essere stato trafitto, ma fortunatamente era riuscito a salvarsi.
"Tedros!" L'amico lo richiamò, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Il ragazzo si voltò, osservando curioso l'amico.
"Stai bene amico?" Chiese Chaddick.
"Benissimo, stavo solo riflettendo" comunicò.
"E la lettera?"interruppe Tristan.
"Ne parleremo con le ragazze più tardi, in cortile" disse il ragazzo, deciso.

Adeline camminava solitaria verso il dirupo che dava sul lago nero, aveva bisogno  di passare del tempo da sola, per riflettere e prendere una posizione.
Il venticello invernale le accarezzava dolcemente il viso, ricordandole la volta in cui Tedros dall'altra sponda le regalò il primo vero sorriso.
Era passato tanto tempo da quando ciò era avvenuto, era solo una ragazzina appena quattordicenne, e invece adesso..stava quasi per sposarsi, anche se ormai la data del matrimonio ormai era stata rimandata ai tre anni successivi.
Le sembrò tutto un de-Ja-vù, che nonostante tutto le era mancato.
Qualcosa però turbava il suo umore, qualcosa che aveva a che fare con la nuova costituzione.
Chi era Decatrop? E da dove proveniva? In nessuna fiaba di Deuville era comparso questo nome, e a Gavaldon non era mai stato nominato.
Eppure, in quel nome riconosceva qualcosa di molto familiare, qualcosa che sapeva di conoscere, ma non ricordava, nonostante si sforzasse...lei non riusciva a ricordare.
Sapeva solo che era collegato, in qualche strano e assurdo modo, a sua sorella Helena, perché era certa di aver letto qualcosa proprio nel suo diario, che in quel momento purtroppo non aveva a disposizione.
Quando il sole cominciò ad abbassarsi, Adeline raggiunse le sue amiche in camera, socchiudendo la porta alle sue spalle.
Sophie stava dormendo, mentre Anita era intenta ad osservare ancora e ancora la misteriosa lettera bianca.
"Smettila, o perderai la testa" rise Adeline, accarezzando i capelli dell'amica.
"È quasi ora di cena, meglio indossare i mantelli, come ricorderai farà freddo" continuò la ragazza dagli occhi rossi.
Poi si diresse verso Sophie, che dormiva beatamente sul suo letto, in una posizione alquanto bizzarra.
Poi le sussurrò di alzarsi, ma ella non ne voleva proprio sentire nulla e nonostante i continui richiami si rotolava sul letto stringendo ancora di più il cuscino.
A quel punto, un sorriso malefico e divertito nacque sulle labbra di Adeline, che subito ebbe uno sguardo di intesa da parte di Anita.
Adeline puntò la bacchetta verso l'amica addormenta.
"Corpus locomotoria!" Disse Adeline.
Un bagliore tendente al marrone, si costituì in una nuvola che spostò Sophie dal letto al pavimento gelato.
E non sentendo più il comodo e caldo cuscino la ragazza si svegliò, stonata e infreddolita.
"Non ti volevi proprio svegliare!" Risero Adeline e Anita.
"Dunque mi avete buttata a terra come i sacchi di patate eh, spiritose..davvero!" Disse ridendo di gusto e applaudendo, scherzando con le amiche.
"Metti il mantello, è il momento di cenare" l'avvertì l'amica.
Le tre scesero come ai vecchi tempi verso il cortile in comune.
Sembrava tutto tornato a qualche anno prima.

~Il principe e la strega:2 RITORNO IN ACCADEMIA~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora