Cap 5

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  L'amore fugge come un'ombra l'amore reale che l'insegue, inseguendo chi lo fugge, fuggendo chi l'insegue.
(William Shakespeare) 




Era la prima volta che fuggivo da qualcosa che mi opprimeva e, devo dire la verità, non mi dispiacque affatto.
Mentre indossavo i miei short neri, le converse rosse e una maglia dello stesso colore, Frankie sistemava il lenzuolo a mo' di liana.
"Bene, sei pronta?" Mi chiese non appena lanciò il lenzuolo dalla finestra.
"Si" risposi mettendo il cappello con visiera in testa e poi alzare il cappuccio della felpa che indossavo.
"Che dici, avvisiamo Ian?" Chiesi sottovoce.
"Ma sei pazza?! Così il bono può andare a riferire tutto a Kelly! Dai, muoviamoci!" Mi incitò.
Per primo scese Frankie e io lo seguii a ruota.
Erano le 11 di sera e Milano era affollata. Giovani che camminavano spensierati con i propri amici, che ridevano e scherzavano, coppie che si abbracciavano ai propri partner, poi c'ero io: incappucciata per non mostrare il mio viso e abbracciata da mio fratello.
Quando arrivammo alla pizzeria, mio fratello strinse la mano al suo amico, che ci riservò un tavolo in un angolo del locale, dove nessuno ci avrebbe visti.
Mi liberai del cappuccio, ma tenni il cappello.
Ordinammo due piatti di patatine con salse, una pizza vegetariana per me è una 4 stagioni per Frankie, due porzioni di tiramisù e due fette di cheescake ai frutti di bosco.
"Sto per scoppiare!" Sbuffai poggiandomi sullo schienale della sedia.
Frankie mi sorrise. Quanto era bello quando sorrideva.
Mi guardai intorno per osservare meglio il locale: stile moderno, ma raffinato, schizzi di fumetti disegnati sulle pareti, quadri con collage di foto di personaggi famosi, lampadari grandi e emanavano una forte luce.
"Tutto ok, ragazzi?" Giulio si avvicinò al tavolo: fu lui e solo lui a servirci per tutta la sera. Era molto gentile e carino.
"Sì, grazie" rispondemmo io e mio fratello.
"Bene, sono contento" ci sorrise "serve altro?" Chiese.
"No, grazie" risposi.
"Ok, allora puoi portarci il conto" affermò Frankie.
"Fran, Ari, non dovete pagar nulla: è tutto offerto dalla casa!"
"No Giù, dai, non scherzare!"
"Non scherzo" il ragazzo sorrise ancora una volta "siete miei ospiti e meritate di essere trattati come tale"
"Allora grazie mille, per tutto!" Mi alzai e lo abbracciai, ma mi cadde il cappello dalla testa.
Quando mi staccai da Giulio, sentimmo qualcuno bussare alla grande finestra che dava sulla strada. Mi voltai e vidi un gruppetto di ragazzine che, con aria eccitata, mi salutavano con la mano e urlavano il mio nome.
"Oh cazzo" Frankie sussurrò.
"Uscirete dalla cucina, seguitemi" affermò Giulio e io e mio fratello lo seguimmo.
Ma quando entrammo in cucina e il ragazzo ci stava dando indicazioni per uscire, sentimmo urla e schiamazzi provenire dalla sala principale.
Giulio ci incitò a muoverci, in quanto il gruppetto si stava avvicinando sempre di più.
Quando uscimmo, io e Frankie ci poggiammo al muro del palazzo per prendere fiato. Era una stradina interna è isolata, quindi nessuno ci avrebbe trovati li.
Sentimmo dei passi avvicinarsi, così io e Fran ci nascondemmo in una piccola "cava" del portone di un palazzo, mettendoci di spalle al muro: in questo modo la persona ci sarebbe passata davanti e noi saremmo potuti fuggire.
Ma quando questa persona si fermò per prendere fiato poco dopo il portone, lo riconobbi: Ian.
"Ian" lui si girò "che ci fai qui?" Chiesi, mentre lui si avvicinava a me.
"Potrei farti la stessa domanda, sai?" Rispose.
"Qui ragazze! La cucina esce in questa stradina!" La voce di una ragazza.
Noi tre ci guardammo spaventati.
"Dai a tuo fratello la felpa e il cappello, veloce!" Affermò Ian.
"Perché?" Chiesi mentre Fran prendeva i due indumenti e li indossava.
"Fran può sviare la pista e portare le ragazze dall'altra parte della città, mentre io e te torniamo in hotel." Spiegò Ian. "Ora va'" sussurrò a Fran.
Mio fratello uscì dal nascondiglio e sentimmo le ragazze urlare e correre dalla nostra parte.
"A dopo, sis!" Fran sussurrò prima di scappare.
Quando i passi delle ragazze si facevano sempre più vicini, Ian mi pose davanti a sè in modo tale che lui potesse dare le spalle alla strada e, dopo aver preso il viso tra le sue mani, mi baciò in modo delicato. Un bacio che mi causò un tumulto nello stomaco e potevo sentire le ali delle farfalle solleticarmi lo stomaco, le gambe molli e il cuore che batteva veloce e forte.
Ci staccammo solo quando il gruppo delle ragazze ci superò.
"Bene, andiamo in hotel" Ian mi prese per il polso e mi trascinò con sè.
Salimmo in macchina e per tutto il tragitto c'era solo silenzio.
"Come hai fatto a trovarmi?" Chiesi guardandolo.
"Il tuo cellulare contiene un microchip che permette di individuarti.." Rispose guardando la strada. Non mi degnò di uno sguardo.
"È come hai fatto a capire che io e Frankie non eravamo più in camera?" Chiesi ancora.
"Tu e tuo fratello avevate improvvisamente smesso di parlare, così, dalla fessura della porta, ho visto che la finestra era aperta. Ho attivato il telefono per cercarti e, dopo che i tuoi genitori e Kelly mi hanno chiesto se tutto fosse ok e io ho risposto con un 'Oh sì, dormono come ghiri', e si sono ritirati nelle loro stanze, ho preso la mia chiave di riserva e sono entrato nella tua stanza. Ho controllato se tu e Frankie foste davvero usciti dalla finestra e ho trovato la prova" terminò.
"Cioè?" Chiesi.
"Questo" dalla tasca della giacca, estrasse un braccialetto in argento con tre ciondoli: una J, un cuore rosso è una A.
"Il bracciale che mi ha regalato Jake" sussurrai.
"Esatto" Ian me lo porse "ti sarà caduto mentre scivolavi dal lenzuolo.
Lo afferrai e lo legai al braccio.


Il giorno successivo, io e Frankie stavamo facendo colazione in camera.
Alla fine, io e Ian ritornammo nella mia camera salendo con il lenzuolo e lui tornò alla sua posizione fuori a alla porta, mentre io aspettavo Frankie che arrivò tutto sudato e con il fiatone. Anche lui salì dalla finestra, per poi togliere immediatamente il lenzuolo dalla finestra e sedersi sul letto accanto a me.
"COOOOSA?!" Urlò il Frankie.
"Non urlare, scemo!" Lo ripresi "e sì, mi ha baciata"
"Ti ama" affermò di punto in bianco e con nonchalance mordendo un cornetto.
Tossii.
"Ma che dici? Non è possibile!" Affermai bevendo un sorso di acqua "e Jake? Dove lo mettiamo?"
"Jake non ti ama, Ari! Quando lo vuoi capire? Certo che sei cocciuta, eh!" Mi abbracciò.
"Spero solo una cosa" mi staccai guardando mio fratello negli occhi "che mamma e papà non vengano a sapere della fuga"
"Dove è Ariana? Mi deve spiegare cosa ha fatto questa notte!" La voce di mamma arrivò dal corridoio.
Oh- oh.
"Mi spieghi questo?" Mamma, seguita da papà, Kelly e Ian, sbattè il telefono sul letto, mostrandomi un articolo giornalistico in prima pagina. C'era scritto: La pop star Ariana Grande fugge con il fratello per gustarsi una pizza con patatine. Forse stanca della dieta vegetariana? Poi c'erano diverse foto di me e Frankie che mangiavamo la pizza e parlavamo con Giulio.
Nascosi il viso con le mani.
"E tu? Non hai controllato che fosse fuggita?" Mamma, ancora infuriata, si rivolse a Ian.
"Signora, io.." Ian cercò di difendersi.
"No, Ian! L'hai fatta grossa! Mi fidavo di te!" Mamma sospirò e, tutto d'un fiato, affermò "sei licenziato"
"Cosa?" Frankie si alzò dal letto "mamma, non puoi farlo!"
"Tu sta zitto, che sei nella parte del torto!" Mamma puntò un dito contro mio fratello.
"Domani vai via" affermò ancora mamma a Ian, prima di uscire dalla stanza.
"NO!" Con i pugni stesi lungo i fianchi, mi misi in piedi sul letto e attirai l'attenzione di tutti su di me.
Mamma si bloccò sull'uscio della porta e pian piano si voltò, fino a girarsi del tutto. Il suo viso era.. sorpreso: aveva un sopracciglio alzato.
"Come scusa?" Chiese mamma.
"No, Ian non andrà via!" Affermai "È vero, non sarà stato attento, non mi avrà sorvegliato con attenzione come suo dovere, ma alla fine mi ha trovata e mi ha riportata in albergo e sto bene. Questo è l'importante, no?" Affermai.
"È la verità" Frankie mi affiancò sul letto "dopo che siamo usciti dal retro della pizzeria, Ian ci ha trovati e ha consigliato che io indossassi la felpa e il cappello di Ari per depistare la pista alle fan e portarle all'altra parte della città, mentre lui portava Ari in hotel. È vero, io non avevo nessuno che poteva difendermi, ma la cosa che mi importava di più era che mia sorella fosse al sicuro." Voltò lo sguardo ad Ian "e sapevo che Ian fosse la persona giusta ed esatta".
"Scusatemi" intervenne Kelly "ma Frankie come ha fatto a ritornare in hotel senza fan?"
"Conosco Milano come le mie tasche, Kelly, meglio dei milanesi stessi e conosco scorciatoie che mi hanno avvantaggiato" rispose Frankie.
"Però è strano" pensò papà "Ariana ha sempre compiuto pazzie per far impazzire i bodyguard"
"Infatti questa è stata una prova e Ian l'ha superata!" Spiegai "I bodyguard precedenti si arrendevano alle mie fughe, non mi cercavano per mari e monti e alla fine si arrendevano! Invece Ian ha attivato il microchip posto nel mio telefono e non è tornato indietro fin quando mi ha trovata e riportata lui stesso!"
"Va bene" mamma sospirò "Ian puoi rimanere, continuerai a lavorare per noi. Per quanto riguarda te" mi segnò "non fare più gesti simili, chiaro? E ora preparati, che abbiamo una intervista"
E uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle.
Mi sedetti sul letto, mentre Frankie scendeva dal materasso. In camera eravamo rimasti io, mio fratello e Ian.
"Ariana" Ian ottenne la mia attenzione è lo guardai "Grazie" e dopo uno scambio di sorrisi, lui uscì dalla stanza per mettersi alla sua posizione.

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