Cap 12

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"Dicono che il tempo guarisca tutte le ferite, ma più grande e la perdita, più profondo è il taglio, e più difficile è il processo di guarigione. ll dolore può affievolire, ma le cicatrici ci ricordano il nostro soffrire e rendono, chi le porta, sempre più determinato a non farsi mai più ferire. Per ciò, col passare del tempo, ci perdiamo nelle distrazioni, sfoghiamo la nostra frustazione, reagiamo con l'aggressività, cediamo alla rabbia e, allo stesso tempo, tramiamo complotti nell'attesa di diventare più forti e, prima di rendercene conto, il temo passa. Siamo guariti, pronti a ricominciare."
(Niklaus Mikaelson, "The Originals"
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La notte mi era sempre piaciuta: così piena di mistero e di silenzio.
"Buona notte, Ian" il signor Grande mi sorrise prima di andare a dormire.
"Buona notte, signore" risposi.
"Ian" il signor Grande si fermò davanti a me "sai, mi sto preoccupando per mia figlia..  È dal funerale di Frankie che Ariana non esce da quella stanza, rifiuta il cibo.. Sono seriamente preoccupato" potevo vedere la preoccupazione nei suoi occhi.
"Non si preoccupi, signore, si riprenderà" lo consolai.
Il signor Grande mi ringraziò e si recò nella sua camera, nella quale si chiuse.
Mi guardai intorno e poggiai la mano sulla maniglia della porta. Feci un sospiro ed entrai pian piano. La stanza era illuminata solo dal lampione che si affacciava alla finestra, Ariana mi dava le spalle ed era rannicchiata su se stessa. Guardai davanti a me e notai che la grande finestra era aperta, così mi avvicinai e la chiusi, senza far rumore. Non volevo svegliare Ariana. Quando mi voltai, la vidi in posizione fetale, in pigiama, più magra del solito; il suo viso era nascosto da un orsacchiotto sul cui petto erano state cucite due lettere, una F e una A. Feci un sospiro e mi recai verso l'uscita, ma sull'uscio della porta, la chiusi e mi avvicinai al letto. Mi stesi con Ariana e feci combaciare il mio petto con la sua schiena. Poggiai la mia mano sul fianco della ragazza e cominciai a parlare.
"So come ti senti." Cominciai "Completamente vuota, come se ti avessero tolto tutti i muscoli, le ossa e vivessi solo di pelle. Quando la gente ti fa' le condoglianze, ti dà fastidio, perchè sai che loro torneranno alla loro vita normale e felice, mentre tu continuerai a vivere il tuo dolore che ti lacera dentro, e anche se ti ripetono in continuazione "per qualsiasi cosa, io ci sono", sai che in realtà è una cavolata. Lo è perchè provano compassione. E quando una persona prova compassione per te è brutto. Ma l'unica cosa che vorresti è un abbraccio. Non importa da chi, ma desideri un abbraccio lungo, infinito e forte che ti faccia star bene. Ariana, ti capisco perfettamente come ti senti. Anche a me strapparono via una persona a me molto Cara: mio padre. Papà era un eroe per me, un Superman in casa. Era invidiato da tutta la gente perché era sempre sorridente, aiutava tutti e quando tornava a casa, nonostante la stanchezza per il lavoro, giocava con me, Robyn e Bob, scherzava sempre, amava la mamma come non mai. Poi, una notte, me lo portarono via. Un trio di ladri riuscii ad entrare in casa e papà, sentendo rumori sospetti, si recò in soggiorno e vide i tre ladri. Papà disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa, ma l'importante era non svegliare il resto della famiglia che stava dormendo. I tre ladri se ne approfittarono, cosí dopo aver fatto aprire la cassaforte a papà, lo ringraziarono sparandogli in piena fronte e poi fuggirono. Utilizzarono il silenziatore. Il giorno successivo, quando mi recai in soggiorno, trovai il resto della famiglia parlare con la polizia, altri poliziotti che tastavano il pavimento sul quale erano stati posti rettangoli con numeri e lettere. Poi notai un sacco bianco e da lì capii tutto. Quindi non ti abbattere, anche se so che è difficile, fatti forza! E penso proprio che Frenkie avrebbe voluto che tu lo ricordassi come il tuo tutto, sempre sorridente."
Mi alzai dal letto, ma ariana mi fermò per il polso, senza girarsi.
"Vorrei quell'abbraccio di cui hai parlato" disse.
E dopo essermi tolto la giacca e posata sul suo gracile corpo, la abbracciai, donandole quella forza e quella vicinanza che nessuno, fino a quel momento, le aveva donato.


Dopo un mese, Ariana si riprese, ricominciò a fare il tour, recuperò tutte le date perse e riprese a vivere. Riprese a mangiare e a cantare. L'amore per i fan l'avevano resa più forte di prima. Al primo concerto in Giappone, a Tokyo, non appena comparve sul palco con tutti i ballerini, tutti i fan urlarono ed espressero la loro felicità nel rivederla attiva sul palco. Le lacrime di gioia non mancarono: i fan erano una seconda famiglia più allargata. Non mancarono anche le lacrime per il ricordo di Frankie: Ari dedicava la canzone "My Everything" a suo fratello ed ogni volta si emozionava.
La tappa preferita di Ari fu quella di Torino: nello stadio i fan fecero una fan action meravigliosa: alzando dei fogli, formarono la frase "Ariana, you have a Grande ❤️!" Lei rise per il gioco di parole. Era così bella quando sorrideva.


Giugno stava per giungere al termine e il compleanno di Ariana si avvicinava.
Per il suo compleanno, Ari organizzò una mega festa con tutti i cantanti e il mondo dei vip. Tutti, tranne Jake e Nicki Minaj, naturalmente.
Io ero all'ingresso della stanza per controllare gli invitati e sorvegliare Ariana. Era bellissima quella sera: l'eye-liner che evidenziava gli occhi ed intensificava lo sguardo, rossetto rosso fuoco e un vestito lungo fin sopra il ginocchio nero con spalline in pizzo e tacchi dello stesso colore; i capelli erano legati allo stesso modo.
Pian piano la sala si riempì e la festa iniziò. Musica a destra e manca, persone che si scatenavano al centro pista, luci e colori che illuminavano la stanza.
Nell'aria si respirava aria di festa, ma Ariana era seduta ad un tavolo con aria annoiata. Sospirò due volte, poi si alzò e uscii dal retro. La seguii e la raggiunsi, affiancandola, nel giardino al retro della struttura.
"Troppa gente?" Chiesi.
"No" rispose osservando davanti a sè.
"Sigaretta?" Chiesi mostrando il pacchetto.
"No" rispose lei.
"Vorresti che la festa finisse?" Tentai.
"Si" rispose lei.
"Perché?" Chiesi "È una festa mozzafiato ed è appena cominciata" le dissi.
"Ian" mi guardò negli occhi "tutto questo è stato organizzato dai miei genitori per farmi notare dai paparazzi.. Se fossi stata io a scegliere, sarei rimasta a festeggiare a casa o in hotel con una torta. Come una persona normale" e quando si girò per ritornare dentro, la bloccai per un braccio.
Lei si voltò e mi osservò.
"Quando torneremo a casa, questa sera," cominciai sussurrandole all'orecchio "cambiati, indossa i vestiti più comodi che tu abbia e aspettami.. Voglio portarti in un posto"
Ariana mi fece segno di sì con la testa e rientrò alla festa.

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Non chiedetemi perché, ma questo è il capitolo che preferisco di più in assoluto!
Ciò che dice Ian, lo pensavo da giorni e c'è l'ho messa davvero tutta.
Spero che la storia vi stia piacendo e che non vi stia annoiando.

Un bacio! ❤️

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