Capitolo 9.

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CAPITOLO 9.

Feci un respiro profondo prima di entrare nel bar.

Era abbastanza affollato, ma lo vidi subito.

Jake era poggiato con i gomiti sul tavolo di legno,

Aveva tra le labbra una cannuccia. Stava bevendo una coca-cola.

Il pensiero che non stesse bevendo alcool mi travolse e mi consolò subito.

Mi avvicinai piano.

<<Ciao.>> dissi in un soffio.

Alzò di scatto gli occhi su di me e alzandosi mi diede un piccolo innocente bacio sulla guancia.

<<Hai letto la mia lettera?>> chiese mentre prendevamo entrambi posto, uno di fronte all'altra.

Sospirai e iniziai a torturarmi le mani.

<<Si, Jake. E...
ti perdono. Sono anche troppo arrabbiata con gli altri, con Daniel, per
quello che ti ha fatto!>>

Mi bloccai quando la solita ragazza carina,
Anne credo si chiamasse,
venne a prendere l'ordine.

Presi anche io una Coca-Cola.

Continuai a spiegargli per quale motivo ce l'avessi con Grace, che mi aveva sempre riferito tutto, prima di allora. E di quanto sia rimasta ferita del fatto che fossi stata presa in giro da tutti, il giorno del mio compleanno.

<<A proposito di compleanno...
Hai aperto il mio pacchetto?>>

Un sorriso si dipinse finalmente sul mio volto.

<<Lo sai, come da tradizione i regali che mi fai vanno scartati sotto i tuoi occhi!>>

Era una stupida regola che avevamo stabilito quando una volta, regalandomi un orologio orrendo, non poté osservare la mia espressione e riuscì a credere al mio messaggio, che diceva che era un regalo stupendo.

Peccato che quando venne a casa mia lo trovò ancora nella confezione, per quello decisi di confessargli che non mi piaceva.

Sorrise anche lui e sentii i suoi occhi sulle mie mani che
levavano l'incarto della scatola.

Piccole conchiglie
attiravano la mia attenzione.

Un braccialetto d'argento, con incise le mie e le sue iniziali.

<<È bellissimo, Jake.>>

<<Ti amo.>> disse sporgendosi dal tavolo per baciarmi.

"Il modo in cui ti guarda...

Come ti afferra o come si rivolge!

È una persona violenta, devi stare lontana da lui."



Le parole di Daniel continuavano a riecheggiare nel mio cervello.

Jake si accorse che stavo pensando ad altro.

<<Tutto okay?>> disse

<<Si stavo solo pensando che domani devo svegliarmi presto.

Devo tornare a casa.>>



E mi resi conto, che anche se con Daniel non volevo avere nulla a che fare, stavo rifilando a Jake una scusa perché
continuavo a pensarlo.

Mi alzai dal tavolo, lasciandolo ancora seduto.

Arrivata alla porta mi girai un ultima volta per salutarlo.

Distratta, non mi resi conto che si era aperta e andai a sbattere contro una persona.

<<Mi dispiace!>>
iniziai a sorridere ma il sorriso mi morì quando davanti a me trovai Grace.

Era mano nella mano con Alex.

Bene.
Ovviamente ancora una volta non venivo messa al corrente di ciò che succedeva tra loro!

<< Rox, aspetta.>>
poggiò una mano sulla mia spalla e Alex dietro di lei mi sorrise.
Io feci finta di niente e mi persi a guardare la folla.

Non seppi se restare o meno.

Alla fine l'istinto ebbe la meglio.

<<Non ho intenzione
di parlarti.>>

Sembrò dispiaciuta,

ma quando i suoi occhi si posarono oltre la mia figura, si rese conto che ero qui con lui.

<<Che cosa... No, ti prego. Siete...?>>

Incrociai le braccia.

<<Non ci siamo mai lasciati. E adesso devo proprio andare.>>

Le urtai una spalla uscendo ma lei mi seguì quasi subito.

<<Aspetta!>> le si spezzò la voce.

E anche se ero di spalle, sapevo che stava piangendo.

<<Ti prego.>> continuò e io feci un sospiro tremante mentre mi avvicinavo a lei.

Ormai l'aria invernale stava iniziando a farsi sentire.

<<Ti voglio bene, Rox.
E io... Ho sbagliato.

Sei una sorella per me e hai ragione, avrei dovuto dirtelo.

Ma Daniel mi ha raccontato delle minacce e ho avuto paura.

Ho pensato che se non fossi stata al corrente sarebbe semplicemente sparito.

Non voglio che ti succeda niente perché...

Perché sei la mia migliore amica.>>

Un singhiozzo le uscì dalle labbra e mi resi conto che anche io stavo piangendo.

Ci abbracciamo e finalmente riuscii a parlare.

<<Non farlo mai più,
Mi sono sentita ferita.>>

<<Puoi giurarci non ho alcuna intenzione di essere cacciata ancora da casa tua!>>

Disse una voce alle mie spalle.

Mi girai.

<<Mad.>>

Non si fece attendere, mi buttò le braccia al collo e rimanemmo così abbracciate fino a quando dal locale non uscì Jake.

Mi lanciò un sorriso, facendo capire che non avrebbe interrotto il momento, ma con mia sorpresa fu Madison a chiamarlo.

<<Jake, hai un minuto?>>

Lui scrollò le spalle.

<<Certo.>>

IL MALE CHE TI VOGLIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora