15. Ti ricordi di me?

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Mi risveglio in un letto, un letto non mio e non sono in un ospedale ma a casa di qualcuno, ma chi?
Mi guardo attorno con fatica visto che non riesco a muovermi senza provare dolore.
Il mio collo è stato fasciato da questo sconosciuto, ma perché non mi ha portata in ospedale? Cosa vorrà farmi?
Devo chiamare Simone.
Controllo nelle tasche ma il cellulare non c'è.
Non ci credo, deve essermi caduto.
Controllo meglio, ma niente.

Sento una porta aprirsi e fingo di dormire.

x: Stai ancora dormendo, per fortuna non hai perso molto sangue, sono riuscito a salvarti in tempo. Ehi Mar, riprenditi okay?

Mi dà un bacio sulla fronte e sento un brivido attraversare il mio corpo.
Ma chi è questa persona? Perché mi ha chiamata Mar, nessuno mi chiama così o mi ha mai chiamata così, almeno non che io ricordi.

Non riesco a trattenermi dalla curiosità e quindi apro gli occhi. Lui mi guarda con aria sollevata.

x: Stai bene? Mi hai fatto preoccupare
K: Ma tu chi sei?
x: Non ti ricordi di me? Sono Dario
K: Non ti conosco. Perché mi hai portata qui? Cosa vuoi?
D: Se avessi voluto farti del male non ti avrei curata. Davvero ti sei dimenticata di me?
K: Io davvero non ti conosco. Ora però puoi dirmi se hai tu il mio cellulare?
D: Si, ce l'ho io
K: E allora ridammelo
D: Okay okay, l'avevo preso solo per contattare uno dei tuoi parenti. Comunque prego eh per averti salvata da morte certa
K: Scusa hai ragione. Grazie per avermi salvata da morte certa
D: Ecco brava, non sei cambiata affatto
K: Ma forse anche tu mi hai scambiato per quella ragazza. Non capisco chi sia, mi causa sempre problemi
D: Mi dispiace che questa tua "sosia" ti faccia passare queste cose terrificanti, ma non mi sbaglio! Sei tu, ne sono sicuro

Suona il cellulare e Dario risponde al mio posto.

x: Ehi ma che fine hai fatto? Perché non rispondevi al cellulare?!

Faccio segno di passarmi il cellulare ma lui scuote la testa.

D: Pronto?
x: Tu chi sei? Dov'è Martina?
D: Io mi chiamo Dario. Martina è a casa mia perché degli idioti si sono vendicati nei suoi confronti e le hanno fatto un lieve taglio vicino alla gola, ha perso molto sangue ma non ti devi preoccupare, mi prendo cura io di lei. Tu chi sei?
x: Sono Simone, puoi passarmela?
D: Non credo proprio. Quando starà meglio sarai il primo ad essere contattato
E: No aspetta!

Termina la chiamata.

K: Perché hai staccato?!
D: Tranquilla, lo richiamerai più tardi. Simone è un nome familiare..ah! È tuo cugino vero?
K: Si..beh diciamo di si, ma ora mi spieghi chi diavolo sei?
D: Sono quel ragazzino che si vestiva sempre di giallo e che insultava gli altri ragazzini definendo le loro madri dei lama

No, non può essere.
Non puoi essere lui. Non può.

K: Continuo a non capire chi sei
D: Magari c'è un modo per farti tornare la memoria
K: Qu-..

Nemmeno il tempo di finire la frase che lui appoggia le sue labbra sulle mie e io resto immobile, stupefatta.

Lui si stacca da me e si morde le labbra.
Il mio cuore batte all'impazzata.

D: Ora ti ricordi?
K: Ma cosa fai?! Non ricorderò nulla in questo modo stupido
D: Lo so, ma avevo tanta voglia di farlo
K: Sei un idiota schifoso
D: Comunque facendo sul serio, ti mostro una cosa

Si alza dalla sedia vicino al letto e si dirige verso l'armadio, prende l'oggetto e si risiede accanto a me.

D: Ecco.

Mi mostra uno strano pupazzetto a forma di cubo.

K: Ma questo è..
D: Un Kibur! Il nostro Kibur

Non posso crederci.
È proprio lui, il mio primo amore.

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