ᴅᴏᴅɪᴄᴇꜱɪᴍᴏ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ

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𝓛𝓾𝓬𝔂


Le lezioni sono terminate.
Sto già per passare le porte del cancello della scuola, però noto che manca qualcosa all'interno della mia tasca: il mio cellulare. Solitamente è sempre lì, quindi l'avrò sicuramente dimenticato da qualche parte. L'ultima volta in cui ce l'avevo era in classe. Devo assolutamente correre, prima che non lo trovi. Attraverso il corridoio scolastico in pochi minuti, è così strano che in pochi istanti dal termine delle lezioni non ci stia nessuno per la scuola. Gli studenti, ma anche gli insegnanti fuggo subito, come se odiassero rimanere qui un secondo di più.  Per mia fortuna il mio cellulare è rimasto sotto al mio banco. Lo stringi tra le mani per vedere se è ancora vivo e vegeto, infatti lo è. Lo metto dentro lo zaino, almeno lì dentro è sicuro che non scappa.
Pure all'uscita è tutto vuoto, sembra quasi deserto, meglio andare subito a casa. Faccio un passo avanti, quasi vicino al cancello, però mi blocco, perché vedo uno zaino familiare.
Non tutti posseggono uno zaino ricoperto da spille colorate, solo la mia  migliore amica è colei che lo indossa sempre.  Mi abbasso per vedere se è proprio il suo, è noto che oltre alle spille c'è pure un ciondolo con la sua iniziale. Quando alzo lo sguardo, convinta che abbia dimenticato lo zaino in cortile, rimango scombussolata nel vederla appiccicata al professore​ Allen. Si stanno solamente abbracciando, ma non so se il loro affetto finisce lì.
Mille domande stanno attraversando la mia mente. Una sola è quella giusta: Perché sono ancora ferma qui?
Faccio un passo indietro, fin quando non mi allontano del tutto e vado via.
Avrei preferito non essere lì, così non avrei saputo nulla. Era questo il segreto che si ostinava a tenermi nascosto? Le uscite improvvise, l'incontro timido al centro commerciale, insomma tutto si collega sempre di più.
Ho pure paura di parlarle di questo, forse è meglio tacere per un po'.

                         
Qualche ora dopo..

Davanti al divano ci sono Josh e Robert intendi a giocare con la PlayStation. Un sorriso attraversa il mio volto.
Josh è tornato! Questa volta sarà per sempre, o almeno spero sia così.
«Bambola sei tornata!», direi che Robert, sia felice di vedermi. Mi tira verso il divano e mi stringe a se. Lo sguardo della persona accanto a lui si è irrigidito. Sarà mica geloso? Scaccio questo pensiero dalla mia mente.
«Pronta per sabato?», mi chiede sempre e solo il suo migliore amico, ma non capisco a cosa si riferisca.
«Cosa c'è sabato?», domando scombussolata, eppure la sua espressione è divertita.
«Ti sei scordata del ballo invernale?», mi chiede. Mi ero organizzata fin da subito con l'abbigliamento, però durante queste settimane, l'ho completamente scordato. Me ne vergogno così tanto, infatti annuisco senza aggiungere altro.
«Hai già un accompagnatore?», la domanda sembra quasi stupida, lo sanno anche i muri che non ne ho uno. La mia autostima si sta abbassando sempre si più. Quella che ha ricevuto inviti è stata Meghan, non uno, ma ben tre. Non so neanche con chi si recherà al ballo, ma almeno può scegliere bene. Scuoto la testa per dare un segno di negazione alla sua domanda. Lui sorride, come se gli avessi dato chissà quale notizia positiva.
«Allora ti passo a prendere alle nove». È una sorta di invito? Perché se lo fosse è pessimo. Non è neanche bravo nel fare un invito decente. Josh, dall'altra parte del divano, sghignazza di santa ragione.
«Voi due al ballo? Siamo seri?»
La sua risata mi sta soltanto innervosendo. Non sono all'altezza di Robert secondo lui? Sono così sfigata che non posso andarci con un ragazzo popolare? Oppure quello che non è all'altezza è il suo migliore? 
Ho tantissime domande da fare, ma l'unica cosa che faccio, è innervosirlo.
«Ti aspetto domani», mi alzo dal divano, perché ad un tratto mi sento il bisogno di una boccata d'aria. Ho un cavaliere per il ballo? Io non ci sono mai andata, non so nemmeno cosa aspettarmi. Qualche settimana fa non ero affatto preoccupa, ma ora l'ansia si sta impossessando di me, ho bisogno di sostegno. L'unica di cui ho bisogno è: Meghan. Le invio un SMS.

A Meghan:
Possiamo vederci?

Da Meghan:
Vieni da me.

Meghan e io non abitiamo per nulla vicino. Quindi mi metto l'auricolare ed attivo la mia playlist.
Sono pronta per una lunga passeggiata.

La porta d'ingresso viene aperta da sua madre, che mi annuncia che sua figlia si trova di sopra, così corro fino ad arrivare nella sua stanza, quest'ultima é molto ordinata.
È sdraiata sul letto, sta prendendo l'idea del ballo alla leggera? Oppure sta prendendo alla leggera la sua nuova relazione?
Scaccio l'ultimo pensiero dalla mia amante. Non sono qui per dirle ciò che deve fare riguardo alla propria vita, sono qui per un'emergenza.
«Devi aiutarmi», sgrana gli occhi terrorizzata.
«Cos'è successo?», mi domanda, spogliando una rivista di gossip, che tiene fra le mani.
«Domani c'è il ballo!», esclamo in modo terrorizzato, perché lo sono. Ad accompagnare la mia ansia c'è anche la disperazione.
«Stai tranquilla. Ti sei dimenticata che abbiamo tutto sotto controllo?» 
È lei quella che ha tutto organizzato. Io ci sto ancora lavorando, nel vero senso della parola, all'ultimo momento.
«Hai già scelto un cavaliere?», le domando, almeno che non abbia deciso di andarci da sola.
Alza gli occhi al cielo e si rotola attorno al piumone, evitando così una risposta. «Non provare a mentire. Ormai è così ovvio che tu mi stia nascondendo qualcosa», le sto facendo sapere che la conosco fin troppo bene.
Lei si alza e incrocia le gambe. È rilassata, ma sono sicura che vuole sapere fino a dove si spinge la mia conoscenza.
«A cosa ti riferisci?», mi chiede, sempre in tono curioso. Quanto ci vuole a capire che di me può fidarsi?
Al massimo, la sgriderei una volta, eppure dopo cercherei di aiutarla.
«Ti ho vista nel parcheggio alla fine delle lezioni». Adesso è sicuro che immagina ciò di cui mi riferisco, ma è non esistono altre parole per spiegare e definire questo casino.
«Avrei voluto dirtelo» scuoto con entrambe le mani, in segno di protesta.
Dopotutto neanche io sono stata sincera al cento per cento con lei.
«Hai ragione, poi per quanto​ riguarda le relazioni complicate, io sono leggermente più avanti», dico per sdrammatizzare tutto.
«Parliamo per il motivo per quale tu sei qui, cosa ti serve?», almeno ha capito, che oltre a farla confidare con me, io ho altre priorità.
«Mi aiuti a cacciare via l'ansia?», la mia non è solo una domanda, ma anche una richiesta d'aiuto. Devo battere la mia nemica, ma per far in modo di vincerla, ho bisogno di aiuto.
In questo caso quello della mia migliore amica, è l'ideale per me.
«Sono la tua migliore amica, non la fata madrina», questo si che è un vero peccato cara Meghan, perché avevo giusto bisogno di una magia, e che magia..

Josh

Sono incazzato. Sono furioso. Sono un uomo senza palle.
Lucy mi avrà scambiato per un imbecille. Prima la bacio e poi non ho nemmeno il coraggio di chiederle di venire al ballo con me. Sapere che ci va con Robert mi rende geloso. Non mi preoccupo per ciò che potrebbero fare, perché di lui mi fido, ma sapere che non potrà ballare con lei, mi delude.
Mi ha preceduto di qualche minuto, avevo in mente di dirglielo quella sera stessa. In un posto appartato per rendere tutto più romantico, ma come al solito i miei piani, vanno per i fatti propri.

Avevo già pure scelto che bracciale floreale darle. Lo so che è patetico, ma ero sicuro di andarci con lei.
Invece adesso? Sono senza una accompagnatrice. Non voglio nemmeno un rimpiazzo.
Voglio solo lei.
«Com'è finita con Summer?», Robert si avvicina, porgendomi una lattina di birra.
«In realtà con lei non è mai iniziata!», viva la sincerità, anzi non sono stato più sincero di così in vita mia.
«Lei non la pensa come te. Va dicendo in giro che scopate», mi informa il mio amico, fra una risata e l'altra. 
Poi ultimamente non mi saluta nemmeno, dopo quella specie di umiliazione la capisco. Peccato che io non voglia avere niente a che fare con lei. Da me non otterrà nulla, oltre un altro un no. «Sono solo cazzate!», gli dico, invece lui scuote la testa e ride. L'ultima cosa che mi mancava era di essere preso in giro dal mio migliore amico.
«Sei restato senza una accompagnatrice», sghignazza sotto i baffi.
«Giusto, la mia me l'hai fottuta tu!»
La mia calma ha un limite. Non è colpa mia se sono rimasto a mani vuote.
«Lucy?», mi chiede come se non fosse ovvio, quindi annuisco soltanto. Mi conosce più di chiunque altro, ma per capire quello che sento è il più ritardatario.
«Ma se hai passato la maggior parte degli anni della tua vita a prenderla in giro», afferma dandomi una gomitata, cerca di ricordarmi i miei vecchi modi di fare? Mi dispiace, però c'è  bisogno di un ripristino, perché sono tutti fissi nella mia mente.
«Abbiamo», gli ricordo. Non può dare la colpa di tutto a me. Era mio complice ed era colpevole almeno quanto me.
«A me non ha mai dato fastidio, lo sai anche tu». So pure questo, però sto cercando di mettere una pietra sopra al vecchio me.
«Sto cercando di migliorare», è assolutamente. Voglio farmi perdonare da tutto ciò che le ho causato.
«Andrai a finire comunque all'inferno!»
Ha ragione, perché il paradiso l'ho già vissuto qualche anno fa.
Però questo lo tengo per me, me lo porterò per sempre dentro.

UN DISASTRO CHIAMATO AMORE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora