Ventiduesimo Capitolo

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Lucy

Il ritorno a scuola dopo le vacanze è stato molto straziante, in tutti i punti di vista.
Non soltanto a causa della scuola, ma anche per i problemi familiari, che sono aumentati nel corso del tempo.
Non so neanche più se tra me e mio padre le cose si sistemeranno.
Sapere che ricattava Josh è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Mio padre è convinto che tutto sia come un tempo, soprattutto dopo la vacanza siamo tornati la famiglia felice che eravamo un tempo, peccato che si sbaglia e pure di grosso.
A casa faccio di tutto per evitarlo, l'unica cosa che aspetto con ansia è che questo anno termini in fretta, così che io possa trasferirmi ed andare via da questo posto, magari via con Josh. Infatti il mio sentimento nei suoi confronti è cresciuto giorno dopo giorno, ho paura che per la forte emozione il mio cuore possa esplodere da un momento all'altro, potrei dire che le cose vadano bene, anche se ho come l'impressione che potrà succedere qualcosa di brutto, quando meno me l'aspetti, quindi devo restare in uno stato di allerta.
Dopo tre settimane di vacanze, posso di nuovo camminare tra i corridoi della scuola. Nell'ultimo periodo avevo un po' di paura a passare da qui, perché gli studenti mi fissavano costantemente, non facevano che spettegolare del mio rapimento, eppure ora sembra che non importa più a nessuno e sembra che se lo siano dimenticati, spero proprio che sia così sul serio.
Estraggo dallo zaino l'orario delle lezioni, dove mi dice di recarmi dell'aula di fisica. Nemmeno il tempo passare la soglia della porta che vedo Meghan, la mia straordinaria migliore amica.
Stavo giusto morendo dalla voglia di rivederla e sfogarmi con lei.
«Ehi straniera!», mi grida vedendomi.
«Ciao Meg!», corro da lei e la braccio fortemente, stringendola a me. Sono anche contenta di averla vicino.
«Ho tante cose da raccontarti!», la informo. Ormai le nostre conversazioni stanno facendo sempre più interessanti.
Non parliamo più dei libri d'amore che leggo, ma della storia d'amore che sto vivendo.
Mi volto, in modo tale che il mio sguardo, senza farlo di proposito, si imbatte in quello di colui che invade la mia mente. Mi fa un sorrisino abbastanza sexy, che potrebbe farmi sciogliere, se lo guardassi ancora per un po'.
«So a cosa è dovuta la tua felicità», dice dopo aver visto gli sguardi che ci siamo scambiati con Josh.
Mi guarda come se mi volesse dire io l'ho so sempre saputo.

Durante la lezione non faccio altro che fissarlo, come una bambina che vuole una caramella e non fa altro che guardarla da lontano.
Non pensavo di essere così patetica, però, devo dire di essermi superata alla grande. Terminata pure questa lezione, non mi resta che andare in segreteria per chiedere informazioni per mettermi alla pari con il programma. Mi metto a correre, per paura che la campana della prossima lezioni suoni.
Durante la mia corsa mattutina sbatto contro qualcuno.
«Scusami non volevo», dico. Una volta sollevato lo sguardo posso vedere con chi mi sono scontrata.
Fortunatamente durante l'impatto non sono caduti ne libri nè altro, però rimango senza parole e senza fiato.  Non pensavo l'avrei più rivisto anzi, volevo dimenticarmi di tutto quell'incubo, invece mi sta di fronte, che mi fissa con i suoi occhi color sabbia.
Inizio ad indietreggiare, lentamente, ma ormai non ho altre possibilità, mi ha vista.
Compio il passo più difficile della mia vita e decido di affrontarlo per chiudere definitamente la storia.
«Che ci fai qui?», chiedo. Sono impaurita. Il battito del mio cuore giurerei che sia aumentato di colpo, per non parlare delle mie mani, che si intrecciano fra di loro, a causa del nervosismo.
Mi guarda intensamente, eppure non riesco a tradurre ciò che vorrebbe dirmi.
«Stammi a sentire», mi avvicino con un tono più duro, puntandogli il dito contro, «non voglio più vederti vicino a me. Oppure ti troverai in guai seri. Stammi alla larga!», ho detto ciò che volevo dire, ciononostante non so quale sia il suo scopo, ma non mi sembra un caso che sia venuto in qui.
Al termine del mio avvertimento, vado via, senza voltarmi. Ho bisogno di confessarmi e dire tutto a qualcuno. So da chi dirlo, so dove trovarlo: in palestra.
Sono immediatamente lì, i giocatori sono tutti impegnati ad allenarsi e nessuno fa caso a me, nemmeno Josh.
È uno di quelli molto concentrati, con il sudore che gli cola e con tutta la maglietta sudata. È stupendo ugualmente, mi siedo sulla panchina, indaffarata ad assistere al suo allenamento.
Tutti i pensieri negativi che avevo un secondo prima sono andati via. È  rimasta solo la voglia matta di baciarlo.
Quando l'incontro termina, lui alza lo sguardo verso di me, dove mi rivolge un sorriso. Si affretta a prendere un asciugamano, per poi raggiungermi.
«Lus», mi chiama. Dalle sue parole noto che è sorpreso di vedermi.
Si avvicina a me e mi cinge la vita, ma non termina lì la sua avventura, si avvicina al mio viso e mi bacia. Con un bacio lieve ed anche fin troppo leggero. Ormai mi sono abituata. Non riesce a non baciarmi, infatti lo fa comunque, ma sempre con prudenza.
«Cos'hai? Ti vedo turbata», chiede.
La cosa che amo di lui è che mi sa leggere dentro con una sola occhiata.
»Ho bisogno di parlarti è importante>», dico. Lui annuisce, per poi prendere la mia mano con la sua per portami lontano da sguardi indiscreti.
Ci fermiamo, rivolti uno di
fronte all'altra. Siamo dietro la palestra, in un angolino abbastanza nascosto e solitario.
Mi guarda, per darmi la possibilità di iniziare a parlare.
«Ricordi ogni singola cosa del rapimento?» So che non è una domanda intelligente, sono pure sicura che ricorda ogni cosa, proprio come me. Infatti, mi fa cenno di si con la testa. «C'era quel ragazzo..», non trovo le parole esatte per esprimere il mio terrore.
«Arriva al punto», dice invitandomi a parlare.
«L'ho rivisto dopo la lezione», ecco ho buttato via tutto.
Ne suoi occhi leggo panico e paura.
«Chi sarebbe?», mi fa una domanda, ma so già che ha capito tutto.
«Uno dei rapitori», rispondo.
Il suo sguardo cambia colore, da una tonalità rosa, si avvicina ad una più violetta. Sono sicura che provi il mio stesso dolore, indescrivibile ed unito alla paura.

UN DISASTRO CHIAMATO AMORE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora