Venticinquesimo Capitolo

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Josh

Per tutta la notte non ho chiuso occhio. Mi rigiravo di continuo nel letto, fino a quando ho capito che non sarei riuscito a dormire comunque. Perché la mia testa non riusciva a stare tranquilla, ripensava sempre ad una sola persona. Odio averla lasciata lì, ma allo stesso tempo odio il suo modo di pensare. Robert mi ha detto che ho fatto bene, solo così lei avrebbe potuto capire tutto, secondo me non capirà mai nulla. Guarda il mondo sempre in maniera positiva, per lei sono tutti buoni ed innocenti. Non possono somigliare tutti a lei. Avrei dovuto dirle che Mitch ha una pistola a portata di mano, appena l'avesse saputo avrebbe smesso di contraddirmi.
Mi manca darle il bacio mattutino. Vorrei stringerla forte a me per dimostrarle quanto tengo a lei.
Tengo una una lattina di Coca-Cola in mano o meglio la tenevo, l'ho trasformata in poltiglia.
A causa della rabbia che provo vedendoli insieme, Mitch e Lucy parlano tranquillamente davanti ai miei occhi.
«Amico, smettila prima che ti tagli»,
Robert mi toglie la lattina dalle mani e con un solo colpo la butta nella pattumiera facendo un brillante canestro.
«Il dolore di un taglio fa meno male di quello del mio cuore in questo momento», dico sinceramente.
«Da quando sei diventato così poetico? L'amore ti ha dato alla testa!», esclama, il mio amico, però mi sa che ha ragione.

A scuola la giornata sembra non voler finire mai. Per la mia grande gioia, mi sono toccate due lezioni in comune con Mitch.
Ho passato entrambe le ore ad osservare ogni suo comportamento. A prima vista sembrerebbe una persona tranquilla, molto ordinato ed attendo alla lezione, non faceva altro che alzare la mano, durante la lezione di storia.
Almeno non è stupido, anzi sa tutte le date delle rivoluzioni a memoria.
Il suo modo di fare mi ricorda Lucy. Cazzo potrebbe pure diventare il ragazzo perfetto per lei, se si escludesse il rapimento.
Un pizzico di gelosia mi colpisce allo stomaco provocandomi un dolore improvviso.
No, lui non deve avvicinarsi a lei, almeno non in quel senso. Posso accettare con ampio sforzo il fatto di essere suo amico, ma mai accetterei il fatto che diventasse la sua ragazza. So anche che è egoista pensare a queste cose, eppure voglio che sia solo mia. Voglio poterla guardare solo io, abbracciarla solo io e soprattutto baciarla solo io.

All'improvviso mi viene un'idea folle, che forse potrebbe aiutarmi per le indagini che sto eseguendo. Se Lucy potesse essere sua amica, cosa impedirebbe anche a me di esserlo?
Perché non usare pure io il suo sistema.

Al termine dell'ora di storia, cammino dietro di lui. Devo solo trovare il coraggio per chiamarlo e dirgli di passare del tempo con me.
«Mitch!», grido, mettendomi a correre per arrivare nella sua stessa lunghezza d'onda. Si volta guardandomi con un strano modo che mi fa capire, Che cazzo vuole questo?, in verità vorrei strapparti le palle, ma questo piccolissimo dettaglio lo tengo per me.

«Amico caro», dico falsamente, sempre con un sorriso, gli do degli amichevoli colpi sulle spalle. «Sto andando a fare un bella partitella a basket con i miei amici, ti va di unirti a noi?», chiedo educatamente.
La partita è davvero stata programmata. Quindi se portassi un amico non dispiacerebbe a nessuno, con questo non sto ammettendo che sia mio amico anzi, tutt'altro.
«Vorrei tanto, ma devo studiare per una relazione».
Mi ero scordato di un particolare. Oggi pomeriggio passerà il tempo con Lucy.
Devo farmi venire qualcosa immediatamente, oppure tutto ciò che ho fatto verrà buttato al vento.
«Prima ci facciamo un giocata e dopo puoi andare a studiare. Non accetto un no come risposta», gli propongo, sempre con un sorriso tirato per trasmettere un'aria divertente. Gli do un altro colpetto sulla spalle, però questa volta meno amichevole del precedente. Sarà meglio per lui accettare.
Mi fa cenno di si, quindi ci sarà.
Dovevo passare a queste maniere molto prima, almeno mi sarei risparmiato questa falsa.
                          
Il pomeriggio seguente..

UN DISASTRO CHIAMATO AMORE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora