1. Friends and pizza

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Se c'era una cosa con cui proprio non riuscivo ad accordarmi era la puntualità. Mi detti una pettinata veloce per districare i capelli ancora caldi di fohn e corsi nella mia camera, consapevole che erano le sette e che Ashton sarebbe arrivato a momenti, mentre io dovevo ancora prepararmi completamente.

Infilai degli shorts beige e una maglietta bianca che avevo già preparato sul letto e tornai nel bagno per mettermi un velo di trucco, in quel momento il campanello suonò. Sentì mia madre andare ad aprire la porta e delle voci al piano inferiore, poi dei passi sulle scale.

Il nostro ospite si annunciò poco dopo spalancando la porta e facendomi prendere un colpo. «Ehi bionda, ancora a prepararti?» salutò appoggiandosi allo stipite con le braccia conserte, «Speravo di trovarti già pronta, sono andato anche piano per darti più tempo.»

Sbuffai osservandolo dallo specchio, lo vidi sollevare gli angoli della bocca in un sorriso e immaginai fosse divertente vedermi alle prese con il rimmel.

«Tranquillo, ho finito. Possiamo andare.» risposi dando un'ultima occhiata alla mia immagine, sorridendo soddisfatta al mio riflesso. Un fischio di approvazione accompagnò la mia uscita dalla stanza.

«Che schianto!» commentò Ashton prendendomi una mano per farmi fare una lenta piroetta su me stessa, osservandomi compiaciuto, «Ti sei fatta bella per me?» scherzò.

«Certamente, e per chi altri sennò?!» risposi a tono strizzando l'occhio. Lo adoravo quando mi dedicata quelle piccole attenzioni.

Finalmente pronta per l'uscita con il mio migliore amico, e salutati mia madre e il mio fratellino Marvin, mi apprestai a seguirlo nella sua auto parcheggiata sul lato opposto della strada. Mi aprì la porta del passeggero e poi si accomodò alla guida; mentre infilava le chiavi nel cruscotto notai una Rang Rover grigia metallizzata parcheggiarsi davanti alla mia abitazione, ne uscirono due persone (di cui però non riuscii a riconoscere i volti) che si diressero all'ingresso.

«Chi sono quelli?» anche lui li aveva visti.

Ci pensai un po' su prima di azzardare una risposta. «Uno è il nuovo uomo che frequenta mia madre, l'altro credo sia il figlio: mamma aveva accennato qualcosa a proposito. Però non li ho ancora conosciuti, avrebbe dovuto presentarceli stasera.» spiegai senza distogliere lo sguardo dalla porta da cui erano scomparse le due figure.

«Samantha, sei sicura di non volere rimanere? Noi possiamo uscire un'altra sera.» chiese pensieroso, le mani sul volante in attesa che scegliessi.

Dopo un mio dissenso e, sebbene non fosse ancora del tutto convinto della mia motivazione (avevo raccontato che a mia madre non dava fastidio, che anzi preferiva far conoscere all'uomo un figlio alla volta e che quindi ci sarebbero state altre occasioni), Ashton fece fremere il vecchio motore della sua Holden mezza scassata e partimmo.

Dimenticati completamente dell'uomo e del figlio, io e Ash ci mettemmo a chiacchierare spensieratamente e, come mio solito da quando aveva salvato quella carretta dallo sfasciacarrozze, monopolizzai la radio.

«Allora riccio, quali sono i programmi per stasera?» domandai mentre trafficavo in cerca di una stazione di mio piacimento, «Pizza e film da te?»

«All'incirca, ma non più a casa mia: RJ ci ha invitato tutti da lui. Va bene per te? Gli ho detto che lo chiamavo per dargli conferma.»

Siblings by chance ♡ Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora