20. Come out of the closet

165 9 19
                                    

Stavo decidendo come vestirmi per quando saremmo andati a prendere Michael. Ero eccitata all'idea di rivederlo, quella settimana senza di lui era stata lunga e noiosa e non vedevo l'ora di potermi buttare tra le sue braccia.
«Samantha, Marvin» la voce di Daryl mi raggiunse dal corridoio, «vi state preparando? Tra mezz'ora dobbiamo essere fuori casa!»
Cazzo! Non pensavo fosse così tardi. Cominciai a fissare l'armadio in cerca di ispirazione, non avevo la minima idea di cosa indossare, come al solito d'altronde.
Il mio telefono iniziò a squillare attirando la mia attenzione e così mi precipitai a rispondere. «Ehi Michael, come va?».
«Ciao Sam, mi sono seduto ora, appena finiscono di salire gli altri passeggeri partiremo.» si bloccò e lo sentì parlottare con qualcuno, «Scusa, l'hostess mi ha chiesto di spegnere il cellulare. Ci vediamo tra un'ora e mezza, ti voglio bene!»
«Anche io te ne voglio, ci vediamo dopo!» Chiusi la chiamata posando il telefono sulla scrivania e iniziai finalmente a vestirmi.

Eravamo partiti da appena una ventina di minuti quando la canzone che stava passando alla radio venne improvvisamente sospesa per lasciare posto alla voce dello speaker radiofonico.
«Ci scusiamo per l'interruzione, abbiamo appena saputo di una tragica notizia: il volo aereo "Y.O.S.M." da Melburn diretto al Sydney Airport delle ore tredici e cinque ha incontrato una turbolenza che ha portato i piloti a perdere il controllo del veicolo che è precipitato. Sul luogo dello schianto sono accorsi subito vigili del fuoco e paramedici, non si hanno ancora notizie dei danni e dei sopravvissuti...»
Ci misi qualche secondo per elaborare le informazioni date dalla voce alla radio, la notizia mi colpì come una fucilata, smisi di ascoltare mentre la testa iniziava a pulsare isolando i rumori intorno e le parole successive diventarono mute.
Iniziai a sperare che non fosse lo stesso volo di Michael.

I sopravvissuti al disastro aereo erano stati ben pochi e purtroppo Michael non aveva avuto questa fortuna.
Maledissi il cielo senza una nuvola chiedendomi come potesse essere così sereno difronte a tanto dolore, sembrava burlarsi della nostra perdita.
Mi strinsi ad Ashton che era venuto al funerale anche se non aveva mai realmente conosciuto Mike e lo ringraziai per il suo sostegno, mi guardai intorno osservando i presenti che si erano raccolti nel camposanto dove si stava tenendo la funzione: la scomparsa prematura di Michael aveva lasciato un grande vuoto in tutti quelli che lo conoscevano.
Luke e Calum mi stavano accanto, il primo cercava di mantenere uno atteggiamento distaccato ma gli occhi gonfi e umidi lo tradivano, il secondo invece aveva lo sguardo perso nel vuoto; quando si accorse che mi ero voltata ad osservarlo mi posò una mano sulla spalla per darmi conforto ed io mi sforzai di fargli un sorriso per ricambiare.
Tornai a guardare verso Daryl e la donna che si aggrappava alla sua spalla; la madre di Michael era accorsa appena aveva saputo della tragica notizia ed ora piangeva insieme all'uomo che un tempo aveva amato, uniti dal dolore della morte del loro unico figlio.
Professori e compagni di scuola, amici e parenti si avvicinavano un po' alla volta ai genitori distrutti per fare le loro condoglianze e, dopo essersi congedati, si raccoglievano in gruppi ristretti per scambiare due parole sull'accaduto oppure si dirigevano verso l'uscita del cimitero senza neanche voltarsi.
Mi avvicinai al buco rettangolare nel terreno e mi sforzai di guardare giù, verso la bara di legno lucido, e mi si formò un groppo alla gola, al suo interno c'era il mio amato Michael (o almeno quello che erano riusciti ad estrarre dalle macerie dell'aereo), la testa iniziò a girarmi mentre un saporaccio aspro mi risaliva in gola e dovetti distogliere lo sguardo per non rischiare di vomitare.
Mi voltai con uno scatto senza riuscire a stare li un secondo di più ed andai anche io da Daryl e l'ex-moglie abbracciando entrambi, mia madre mi raggiunse ed io mi lasciai stringere tra le sue braccia cominciando a singhiozzare.

Presi un biscotto, il primo cibo che toccavo in tutta la giornata, e lo mandai giù a forza mentre Ashton si sedeva accanto a me sul letto, Luke e Calum erano rimasti a tenermi compagnia fino a mezz'oretta prima mentre lui aveva deciso di fermarsi anche per la notte per non lasciarmi da sola neanche un minuto.
Mi ritenni fortunata ad avere amici come loro.
Ashton mi porse una tazza fumante, «Tieni, bevi: ti aiuterà a calmarti. Hai bisogno di riposare.»
«Ho solo bisogno di piangere, di nient'altro.» obiettai tirando su col naso e sfregandomi gli occhi già arrossati, «Grazie» obbedii comunque prendendo la tazza ed iniziando a bere la camomilla calda.
«Vuoi che rimanga qua con te o che vada a dormire sul divano?»
Sospirai e gli porsi la tazza mezza vuota, «Puoi restare qui?»
«Va bene, vado a posare questa e torno subito.»
Mentre aspettavo che Ashton tornasse mi misi sotto le coperte di quel letto troppo grande per una sola persona, dove la fredda mancanza di un altro corpo mi faceva sentire ancora più persa, e senza che potessi controllarmi iniziai nuovamente a piangere. Alle mie spalle il materasso si abbassò sotto al peso del mio migliore amico che si sdraiava sopra le lenzuola iniziando a fregarmi la schiena con la mano per farmi calmare, riuscendo nel suo intento, e finalmente mi addormentai.

Siblings by chance ♡ Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora