9. Changes - Pov's Michael

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Rientrai nella camera dello chalet che condividevo con Samantha passando dalla finestra, senza aspettare che mi seguisse anche lei, e mi chiusi nel piccolo bagno: non volevo darle ulteriori spiegazioni.

Mi guardai allo specchio e i miei occhi si posarono immediatamente sui capelli fucsia, iniziai a tirarmi alcune chiocce sulla fronte analizzandone la tinta e finendo per darle ragione: quel colore non mi stava così male.

Senza che potessi controllarlo, notai un sorriso farsi largo sul mio viso mentre nella mia mente si idealizzava un volto femminile, lunghi capelli dorati ad incorniciarlo e due occhi luccicanti color mare. Pensai a quelle iridi profonde proprio come l'oceano e come esso così colmi di segreti, pochi minuti prima ero riuscito anche a scorgerne le molteplici lacrime salate che erano state versate nel silenzio. Tutte per causa mia

“Tu mi odi, vero?”

Gli angoli della bocca si abbassarono verso il basso mentre le parole di Samantha si ripetevano nella testa come un disco rotto; semplici come il sussurro in cui erano state pronunciate, ma pesanti più di un macigno e dure quanto una pugnalata in pieno petto.

Non avevo mai pensato che la malinconia che si poteva scorgere nei suoi occhi fosse in parte colpa mia, non mi ero mai nemmeno reso conto che l'avevo ferita a tal punto. I miei scherzi nei suoi confronti non avevano mai avuto lo scopo di farle del male, ma ripensandoci dovevo ammettere che in alcuni casi avevo esagerato e tante, troppe volte mi ero forse spinto troppo oltre.

“Tu mi odi, vero?”

Eppure, nonostante a come la trattavo a scuola, lei aveva costantemente un sorriso ad illuminarle il volto, mentre magari i suoi occhi venivano invece coperti da una patina liquida.

Samantha aveva una forza formidabile e non lo sapeva nemmeno: poteva cadere tante volte, però si rialzava, forse più ammaccata di prima, ma sempre con la testa alta.

L'avevo vista tante volte e mi ero scoperto ad invidiarla, io non ero altrettanto tenace, tutt'altro: spesso venivo trascinato giù da ciò che non riuscivo a superare o controllare.

Si faceva sempre in quattro per gli amici e aveva una parola di conforto per tutti, era capace di mettere da parte i suoi demoni per aiutare chi le stava a cuore a sconfiggerli, senza mia chiedere niente in cambio. Ricordai quando cercò di consolarmi quel giorno a scuola ed io, invece di ringraziarla per essermi vicina, le avevo gridato di andarsene.

“Tu mi odi, vero?”

L'ultima cosa che volevo era che Samantha credesse che la odiassi. Strinsi i pugni.

Avrei dato di tutto per tornare indietro e cancellare ciò che le avevo fatto passare, per poter essere li ad asciugare le sue lacrime e non a causarle.

Mi sentivo un verme, ero stato davvero subdolo! E poi per cosa?

Tu mi odi, vero?”

Non avrei potuto cambiare il passato, ma avrei potuto combinare il futuro. Quella notte avevo finalmente aperto gli occhi. Mi sarei fatto perdonare, o almeno ci avrei provato con tutto me stesso.

Mi guardai nuovamente allo specchio e annuii fermamente dando a me stesso il tacito accordo che quella era una promessa che avrei mantenuto a tutti i costi.

Restai in bagno ancora qualche momento e poi uscii, nel frattempo Samantha era rientrata ed ora dormiva beatamente nel suo letto.  L'osservai in silenzio, quasi trattenendo il respiro per paura che si potesse svegliare, poi mi avvicinai a lei.

«Mi dispiace tanto.» mormorai chinandomi per posare le labbra sulla sua fronte lasciandole un leggero bacio, in quel momento notai che sulla sua bocca di disegnava un impercettibile sorriso. Sorrisi anche io.

Rimasi qualche secondo davanti al suo letto, osservandola mentre dormiva e chiedendomi cosa stesse sognando; poi mi sistemai anche io nel mio giaciglio avvolgendomi nelle lenzuola. Mi addormentai con un nuovo obiettivo in mente e un sorriso sulle labbra.

Da quel momento tutto sarebbe cambiato. Io sarei cambiato: sarei diventato colui che Samantha meritava di avere vicino. Un fratello che l'avrebbe difesa e un amico che l'avrebbe fatta sorridere: il ragazzo che si sarebbe preso cura di lei.

Siblings by chance ♡ Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora