3. Let's make a truce

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Il suono fastidioso della sveglia per la scuola, che avevo scordato di staccare la sera prima, suonò per un po' prima che allungassi il braccio per afferrare il cellulare; mi stiracchiai sbadigliando, fuori dalla finestra splendeva un pallido sole.

Quel sabato mattina mi ero svegliata con una strana sensazione addosso, come se ci fosse qualcosa di importante che dovessi ricordare, ma proprio non sapevo di che cosa si trattasse. Scesi le scale seguendo il profumo e il rumore di pentolame che provenivano dalla cucina, pensando ancora a cosa dovessi ricordarmi.

«Buongiorno mattiniera. Io e Marvin abbiamo fatto i pancakes, fai colazione con noi?» salutò mamma, mentre vi versava sopra dello sciroppo d'acero.

Ringraziai e mi sedetti al tavolo, sorridendo al bambino coperto di farina fin sopra i capelli,  mentre la mamma ci porgeva i piatti.

«Sono contenta che tu e Michael vi conoscevate già.» disse allegra, sedendosi anche lei a tavola.

«Michael?» chiesi tra un boccone e l'altro.

«Il figlio di Daryl. Ieri sera mi hai detto che andate insieme alla Norwest.»

Nella mia testa udii un fragore di vetri schiantarsi al suolo mentre la notizia mi cadeva addosso con il peso di un macigno.

Ecco cosa dovevo ricordarmi, non me lo ero immaginato! Ed io che speravo fosse solo uno scherzo della mia mente ancora addormentata: Michael Clifford era veramente il figlio di Daryl!

*  *  *

Finito di fare colazione mi precipitai a prepararmi e poi uscii di casa, dovevo fare quattro passi per metabolizzare la fatidica notizia.

Presi il cellulare scorrendo la rubrica; avrei voluto chiamare Luke, lui avrebbe sicuramente capito il mio disagio, ma sapevo che quel giorno era via con la sua famiglia e non volevo disturbarlo. Selezionai il numero di Ashton e quando stavo per perdere la speranza e spegnere la chiamata finalmente rispose.

«Samantha, hai presente che ore sono?» mi ammonì con la voce impastata dal sonno, Ash era sempre stato un gran dormiglione.

«Le nove passate. È ora di alzarsi, bello addormentato!» risposi allegramente, ma facendomi più seria subito dopo, «Ti devo raccontare una cosa.»

«Non puoi dirmelo più tardi? Stanotte ho fatto tardissimo.» obiettò. Lo immaginai nel letto con un braccio a coprire gli occhi ancora chiusi, nella speranza che demordessi.

«No, non posso. Sto prendendo il pullman, mezz'ora e sono da te.» ribadii staccando la chiamata.

*  *  *

Decisi di non bussare, ma di fare il giro della casa e di entrare dalla porta secondaria che sarebbe stata sicuramente aperta. Sul retro trovai la madre di Ash intenta a curare il giardino.

«Buongiorno zia Anne» salutai andandole incontro per darle un bacio sulla guancia. Sebbene non fossimo imparentate fin da piccola l'avevo sempre chiamata così, e lo stesso facevano i suoi figli con mia madre.

«'Giorno cara. Ashton è in camera sua, credo stia ancora dormendo.» disse, immaginando il motivo di quella mia visita.

Siblings by chance ♡ Michael CliffordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora