Dopo aver assistito all'omicidio del barone, davanti ai suoi occhi, Alois non aveva avuto nessuna reazione, si era girato dalla parte opposta ed era tornato indietro correndo, ignaro che ad appena pochi metri da lui ci fosse Ciel, con il fucile ancora in mano, che fissava il vuoto a bocca aperta.
-Oh beh- disse Sebastian stiracchiandosi le braccia e togliendo l'arma dalle mani del più piccolo -E' sempre così piacevole vincere-
Ciel non parlava, continuava a guardare fuori dalla finestra, fissava il corpo steso sul marciapiede in maniera scomposta, con il sangue che imbrattava il pavimento e arrivava fino alla strada.
E così aveva ucciso un uomo, allora era vero, era cambiato, aveva perso la scommessa. Eppure... si sentiva stranamente bene. Non si sentiva in colpa per ciò che aveva fatto, anzi, ne era quasi fiero, per qualche ragione non vedeva l'ora di dirlo ad Alois, voleva sapere come l'avrebbe presa, voleva che ammirasse il fatto che l'aveva fatto per lui, per difenderlo.
Nonostante ciò non poteva impedire che gli tornassero in mente le parole di Sebastian, forse era vero, lui e Claude si somigliavano.
-Dobbiamo andarcene, tra poco passerà qualcuno e non voglio essere uno dei sospettati- concluse Sebastian, mettendosi sulle spalle il fucile e uscendo dall'appartamento.
Ciel lo seguì in silenzio -Tu non hai ucciso nessuno...sono io il colpevole-
Sebastian lo guardò dall'alto in basso, alzando il sopracciglio -Tesoro, io non ho ucciso nessuno oggi, se la polizia mi fermasse di nuovo andrei in prigione per tipo sempre-
Ciel non rispose, non dubitava delle parole del corvino, così si limitò a seguirlo sulla strada di casa, pensando a quale sarebbe stata la decisione del più grande in merito alla sua sconfitta.
Una volta arrivati Sebastian sistemò il fucile in una specie di cantina nascosta nel muro, dopodichè salì in camera sua, facendo segno a Ciel di seguirlo. La casa era completamente vuota, non che ci si aspettasse qualcosa di diverso visto che era appena mezzanotte.
La camera di Sebastian era abbastanza grande ma con un arredamento molto semplice, un semplice letto matrimoniale, un armadio, una scrivania e una porta che conduceva al bagno personale. L'unica decorazione era una cuccetta per gatti al bordo del letto, due ciotole d'acciaio e un paio di foto di mici incorniciate e appese al muro.
-Allora, visto che ho vinto- annunciò Sebastian buttandosi sul letto -ho diritto al premio-
Ciel abbassò lo sguardo -Che cosa vuoi da me?-
Sebastian parve pensarci un po', dopodichè si decise -Due cose, niente di che preoccuparsi-
Ciel non rispose, non sapeva che cosa poteva desiderare, non lo conosceva così bene, eppure temeva per una sola cosa, aveva paura che l'avrebbe costretto ad andarsene, infondo lì non era di nessuna utilità.
-Bene, numero uno, voglio un gatto- annunciò il più grande, in tono estremamente serio.
-Un gatto?!-
-Esatto, non so in che modo tu te lo possa procurare e non mi interessa, l'importante è che tu mi porti un gatto-
-Mmh ok-
Il volto di Sebastian parve illuminarsi -Perfetto, cosa numero due, voglio che inizi a lavorare per me-
Anche questa condizione colse Ciel alla sprovvista, certo non voleva andarsene, ma Sebastian aveva una strana concezione di lavorare per lui.
E lui aveva solo 15 anni, non voleva fare la prostituta.
-Lo so che non sei così tanto esperto ma per questo basta che tu chieda consiglio al tuo adorato Alois, no? Infondo, ora che hai fatto fuori il suo cliente migliore è il caso che inizi a pagare anche tu la tua parte, o mi sbaglio?-
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Il fascino del Male ||Cielois||
FanficCiel Phantomhive è l'erede di una nobile famiglia inglese e, come tale, è iscritto alla più prestigiosa scuola di Londra, la Weston School. Ciel però odia quel mondo, fatto solo di ipocrisia e falso perbenismo. Così una sera decide di lasciare il co...