⚜SHEREEZE- Fumo di morte

135 23 6
                                    

La massa delle persone, accalcate attorno all'ampia scalinata del Tempio del Fuoco, parlottavano sommessamente fra di loro, sgomitando per passare dal grande cancello

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

La massa delle persone, accalcate attorno all'ampia scalinata del Tempio del Fuoco, parlottavano sommessamente fra di loro, sgomitando per passare dal grande cancello.
Sheereze, dietro il velo nero, pregava silenziosamente, piena di terrore.
Era stata catturata da uno dei governanti di Haara, uno dei membri del Consiglio del Khadir, accusata di un omicidio che non aveva compiuto.
La sua condanna era pressoché certa, e lei non riusciva a smettere di piangere.
Davanti a lei, il palanchino chiuso dalle tende del sommo Hafhez venne appoggiato delicatamente per terra, impossibilitato a muoversi a causa di tutte quelle persone.
Le donne accanto e dietro di lei non osavano fiatare, e nemmeno il suo carceriere, un uomo muscoloso e abbigliato di sete colorate, certamente un kodjiano della peggior specie.
Masticava foglie di menta in silenzio, imperturbabile, stringendo le catene che le legavano polsi e caviglie.
La corte di Hafhez, composta da soldati e concubine, procedeva imperiosamente lungo la strada, facendosi largo fra la folla con grida e spinte.
Un povero mendicante Khoole venne picchiato con un grosso bastone dal capo della fila, colui che doveva occuparsi di fare strada alla portantina.
A Sheereze si strinse il cuore, vedendo il vecchio sbattuto via, sanguinante e gemente, al lato della strada, lontano da tutti i Kodjiani che aveva attorno.
Era un suo fratello, e condividevano la stessa sventura di essere nati diversi, schiavi senza nome e senza diritti.
Il carceriere tirò con forza la catena, scavandole nel solco sempre più profondo sui polsi, facendola avanzare quasi di corsa.
I piedi erano viscidi di sangue, sgorgato dalle piaghe aperte sulle caviglie, e le piante bruciavano sulla sabbia ardente, rendendole ogni passo un'agonia.
Ringraziò il cielo per il velo nero, che rendeva impossibile riuscire a scorgere le lacrime.

Il corteo salì lentamente le scale, preceduti da un giovane accolito del Tempio, lasciandosi il popolo alle spalle, dietro il cancello di ferro. Il palanchino si fermò di fronte al grande portone di legno, e i portatori lo appoggiarono lentamente sul marmo lucido, permettendo alla sottile figura del sommo Hafhez di poter uscire. La veste di tela grezza e la lunga barba bianca furono le uniche traccie di lui che riuscì ad intravedere Sheereze, prima di venire accolto nel buio del Tempio.
Come tutti i nobili Kodjani e i membri del clero, il sommo Hafhez entrava in anticipo rispetto all'inizio della cerimonia, e molto probabilmente possedeva uno scranno riservato da cui osservare il rito preliminare.
Sheereze, assieme al resto della corte, restò seduta sui gradini antistanti la piazza, cercando in ogni modo di tenere alzati i piedi dalla sabbia.
La pelle era diventata molto rossa, e si tendeva sottile sui talloni e sulle dita, segno evidente di un'ustione prossima.
L'osso dei polsi doleva terribilmente a causa dei pesanti cerchi di ferro, e la ragazza non riusciva nemmeno a sollevare la mano per scostare un'ape molesta, che le ronzava insistentemente attorno alla bocca.
《Hai mangiato miele, ragazza?》chiese improvvisamente il suo carceriere, togliendosi dalle labbra il bocchino della khedish di legno, espirando grosse volute di fumo turchese dalle narici.
Sheereze scosse la testa con forza, sentendo la gola troppo secca anche solo per respirare.
《Beh, in genere sentono l'odore del nettare attraverso la gola, e tentano di prenderne un po' per l'alveare. Ma questa qui, evidentemente, ha preso un granchio》sbuffó l'uomo, ricaricando la khedish con altre foglie di athong e salvia selvatica, prese da una piccola borsa appesa alla cintura. La riaccese con un fiammifero, strusciato con forza contro la pietra del gradino, e aspiró la prima boccata come un uomo che ha rischiato di annegare.
Sheereze osservò affascinata tutti quei movimenti, parte del misterioso rito del fumo che aveva visto così poche volte in vita sua.
Gli uomini Khoole non amavano fumare athong, essendo un'erba troppo costosa e rara da trovare.
Preferivano semplici foglie di thokeh selvatica, di quella che cresceva stopposa lungo il limitare della Depressione.
I Kodjiani li disprezzavano anche per quello.
Finalmente, l'ape si stancó di girarle attorno e si allontanò, probabilmente spaventata dall'improvviso rumore dei tamburi battuti dagli accoliti, che richiamavano i fedeli al Tempio.
Un grasso prelato, vestito di un prezioso tashkar rosso, si affacciò dalla porta del tempio, suonando con forza quasi sovrumana un corno, gonfiando le guance a ritmo del suono assordante.
Dalla piazza giunsero i rumori della folla, che sgomitava per poter entrare, ma che veniva costantemente ricacciata indietro dalle guardie cittadine del Consiglio, aventi l'ordine di non far assolutamente passare nessuno.

L'ultima epidemia di khashji, la Morte Rossa, aveva decimato una parte consistente della popolazione che, terrorizzata, aveva tentato un'irruzione nel Tempio, finita in una strage ancora più grande. Da quel momento schiere di soldati pattugliavano le strade, pronti a sedare qualsiasi accenno di ribellione e a trascinare, spesso con la forza, chi aveva anche solo una minima traccia di malattia al terrificante Campo del Silenzio, in cui attendevano la morte.
Sheereze ricordava bene quei giorni oscuri, in cui le strade erano piene zeppe di cadaveri, alcuni addirittura senza bara, che attendevano qualcuno che li portasse alla pira pubblica per essere bruciati.
Aveva visto una bambina che, fra le lacrime, restava aggrappata al corpo arso dalla malattia della madre, senza che nessuno riuscisse a staccarla da lì. Alla fine, un giovane soldato riuscì a toglierle le manine dalle membra rigide della madre, conducendola lontano da quell'orribile vista e permettendo ai compagni di sbarazzarsi del corpo.
Dopodiché, nonostante le proteste della famiglia, la bambina venne condotta al Campo; aveva una parte della guancia parzialmente bruciata, segno inequivocabile di contagio.
Sheereze tornò immediatamente alla realtà quando si accorse, con stupore, di due uomini in armatura appena usciti dal Tempio.
Le due guardie, i mantelli appuntati sulla maglia di ferro da un grosso Sole d'oro, borbottarono qualche parola al fumatore di khedish, che rispose loro in kodja stretto, talmente veloce che Sheereze non poté capire neanche una parola.
Il carceriere si alzò lentamente dal gradino e le fece segno di avanzare, osservandola di sottecchi.
《Vieni qui ragazza, questi uomini ti cercano》
Sheereze provò a spiegarsi.
《Non so cosa possano volere da me, fratello. Io non ho mai compiuto atti sconvenienti contro il Sacro Tempio》
《Poche chiacchiere, e vieni qui》
La ragazza, rassegnata, poggió di nuovo i piedi ustionati sulla pietra bollente, reprimendo un grido di dolore. Avanzò lentamente, le catene che tintinnavano come monete d'oro sui gradini.

In pochi passi si trovò di fronte alle guardie del Tempio, ma i due sembravano statue mentre afferravano le sue catene e la tiravano dietro di loro.
《Che significa? Dove mi stanno portando?》gridò, in preda al panico. Tentò di divincolarsi, ma i due la strattonarono talmente forte da inciderle ancora di più la pelle dei polsi, e da farle emettere un grido strozzato.
Il suo carceriere alzò le spalle, come a volersi sottrarre da ogni responsabilità, e ricadde di nuovo sul gradino, aspirando accuratamente le ultime traccie di erba dalla khedish.
《Mi dispiace ragazza, ma gli ordini sono ordini. Haghesh ye toshir》
Sheereze pensò a quanto fossero orribilmente ironiche quelle parole di buona fortuna, dette in un momento come quello, a lei che andava a morire.
Perché ne era assolutamente certa, sarebbe morta, non avrebbe mai visto le pareti della Jhika.
Represse un singhiozzo e seguì le due guardie all'interno del Tempio, completamente rassegnata al suo destino.

Note dell'autrice
Ecco un nuovo capitolo delle Cronache, finalmente sono riuscita a finirlo!
Sarà spezzato in tre parti, le altre due avranno come protagonisti rispettivamente Faerneys e Gashir. Ho dovuto optare per questa soluzione perché ciò che accadrà avverrà in contemporanea, e per non creare un capitolo troppo corposo (un grazie speciale va a ergoscripsit per i graditissimi consigli, spero possa piacergli anche questo nuovo capitolo)
Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate e se avete suggerimenti/critiche da fare.
Un bacio!
Sophie

Le Cronache Dei Quattro Regni- Il Sud InfuocatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora