《Non troveremo mai una soluzione in così poche ore...》
Il volto di sua sorella si presentò dietro le palpebre con così tanta forza da crederla vicina. Era solito parlare con lei ogni volta che aveva un problema, intravedendo il suo viso liscio e sorridente dietro le sbarre, ma questa volta avrebbe dovuto cavarsela totalmente da solo.
Gashir riaprí gli occhi su quella realtà che odiava vedere. Il parco pieno di fiori del Palazzo ardeva di sole, ma non c'era nessuno che potesse goderne. Le giovani fanciulle ospiti che solamente quella mattina ridevano e cantavano ora erano state ben chiuse nelle loro camere per non intralciare le marce dei soldati che, per ingannare il tempo, si esercitavano all'ombra dei loti.
Le ore scorrevano con la lentezza di gocce d'acqua, ma in realtà era conscio di averne veramente poco; la soluzione sembrava ben lontana dal trovarsi, e suo padre non metteva fuori il naso da ore.
Osservó il volo pigro degli uccelli ancora per qualche istante prima di prendere un grosso sospiro e alzarsi.
Meraz di Ashmira, colui che doveva rivelarsi il salvatore, non si era ancora fatto vivo. Da quando lo aveva incontrato per la prima volta, Gashir dubitava di lui. Il suo volto sfacciato e il suo sorriso sicuro lo avevano irritato e non aveva alcuna fretta di rivederlo. Se non fosse stato per suo padre e quella sua stupida insistenza...
Si sentiva uno stupido, e sapeva che tutti si stavano prendendo gioco di lui. Non era riuscito nemmeno a tenersi stretto una ragazzina, le aveva permesso di fuggire, di umiliare lui e la sua famiglia. L'intera dinastia era stata infangata, e nonostante fosse tutta colpa sua continuava a non essere coinvolto.
Prendi coraggio, scansa tutte quelle guardie e guarda in faccia tuo padre. Devi essere coinvolto, devi farti rispettare!
Gli sembrava di ascoltare di nuovo la voce di Yeraz, il maestro d'armi del palazzo, urlargli contro, incitarlo a prendere la sciabola, picchiarlo con il bastone di ebano sulle gambe quando non era abbastanza veloce.
La lama danza, Gashir! E tu, cosa fai? Se resti fermo muori!
Danza, danza insieme a lei!
Se non danzi muori!Lui danzava, danzava e cadeva sulla sabbia ardente del cortile. Ogni volta, però, si rialzava. Aveva più ferite di quando era caduto il giorno addietro, ma continuava in quell'esercizio estenuante ad ogni levar del sole.
Doveva imparare la danza della sciabola, non poteva morire.
Ma in quel momento poteva permettersi di cadere. Doveva danzare al meglio che poteva.
Si alzò, e andò a cercare suo padre.《Non ho niente da dire al tuo signore.》
Il giovane, in piedi di fronte allo scranno, si leccó le labbra sottili, sorridendo.
《La prego di ripensarci, sommo Khadir. Sapete bene cosa può fare il nostro Aji, se non viene a conoscenza di ciò che vuole sapere》
Il Khadir lo sapeva bene, purtroppo, cosa succedeva quando il capo di Jemsush temeva anche un minimo per i suoi preziosi traffici. Aveva visitato la città dei mercanti solo una volta, molti anni prima, quando era lui che si preparava al governo, e si era meravigliato di come tutti i suoi abitanti parevano essere costantemente al lavoro. Nelle ampie piazze c'era sempre chi contrattava, chi urlava prezzi, chi picchiava un'avversario d'asta. E aveva imparato che tipi fossero quelli di Jemsush; gente pronta ad affondarti un coltello nella pancia per un pugno d'oro.
《Non so chi abbia detto questa sciocchezza al tuo padrone, ma posso assicurarti che la situazione è pienamente sotto controllo e non c'è alcun pericolo. Men che meno per la gloriosa città di Jemsush》Il ragazzo imberbe arricció il naso, irritato. Il Khadir si chiese se non avesse calcato troppo la voce sulla parola "gloriosa".
Il messaggero distese improvvisamente i muscoli del volto, e piegó le labbra in un sorriso inquietante, falso come monete di stagno.
《D'accordo, sommo Khadir. Certamente, il nostro Aji è stato ingannato e i colpevoli che hanno osato cospirare contro di voi saranno puniti. Ora, se vostra eccellenza me ne darà il permesso, dovrei ritirarmi per spedire un messaggio al mio signore》
《Il Khadir ve lo concede》
L'uomo si inchinó brevemente e uscì dalla sala, scortato dai mercenari con i quali era venuto.
Doveva assolutamente farlo seguire e scoprire il contenuto del messaggio, anche se era quasi certo di conoscerne bene i dettagli. Quel gioco stava diventando pericoloso, e le notizie avevano iniziato a fare il giro delle Libere Città. E lui non aveva ancora una minima traccia della principessa.
Improvvisamente un gran trambusto arrivò alle orecchie del Khadir, e le guardie che erano con lui si precipitarono fuori.
《Che sta succedendo?》esclamò, alzandosi.
《Mio signore, sta tentando di entrare!》
《Chi? Chi osa?》
《È suo figlio, mio signore》
Era l'ultima persona che si sognava di vedere, e non poté evitare di essere sorpreso.
《Fatelo entrare, ma che sia celere》
《Sì signore》
La guardia richiuse la porta, e dopo qualche minuto il caos all'esterno parve cessare.
Poi, finalmente, suo figlio entrò nella stanza. Il Khadir lo guardò da capo a piedi; non sembrava troppo malridotto.
Gashir era rosso in volto dalla rabbia, i capelli scompigliati sulla testa e un sottile taglio al lato della guancia. Ma era serio, e non accennava ad abbassare lo sguardo.
《Allora? Hai deciso di disobbedirmi?》
Suo figlio non rispose.
Il Khadir tornò a sedersi, e indicò a Gashir una sedia libera, ma il ragazzo non si mosse.
Suo padre si versò del vino.
Dalla finestra aperta entrò una timida brezza, e con essa la luce fievole del primo pomeriggio. Il Khadir si chiese se suo figlio avesse mangiato o fosse digiuno come lui.《Hai intenzione di rimanere in questo tuo silenzio cocciuto? Speri forse di ottenere qualcosa?》
Alzò il calice e bevve, ma continuò a guardarlo attraverso il vetro. Lui restò in silenzio, ma suo padre giurò di vedere quasi un'ombra di esitazione nel suo sguardo.《Voglio essere coinvolto in questa storia》
Il Khadir alzó un sopracciglio, sorpreso. Non era ciò che si aspettava di sentire.
《Ah, davvero?》si limitò a commentare. Non pensava che avrebbe cercato di mettersi in mezzo. Ma forse era meglio così.
《Quindi vuoi prenderti questa responsabilità?》
Gashir faticó a contenere la vergogna e la frustrazione, ma era sua intenzione mettere da parte l'orgoglio quella volta.
《Faerneys è la mia promessa. Sono io che devo occuparmi di ritrovarla》
Il Khadir non aveva idea di dove avesse preso quel coraggio, ma sapeva che era tutta una finzione. Suo figlio non era cambiato, e restava completamente inadatto a tutto, men che meno ad un compito così delicato come quello.
《Non mi interessa cosa dirai. Ho già deciso, e puoi farmi anche picchiare. Io la troverò》
Gli occhi verdi del suo primogenito erano velati dalla rabbia, dall'orgoglio ferito, dal desiderio di essere considerato un vero uomo.
E ci vedeva molto di ciò che era stato lui, quando aveva la sua stessa età e desiderava rendere orgogliosi i suoi antenati.
Ricordava ancora come, a dieci anni, Gashir si svegliasse all'alba ogni giorno solo per potersi allenare con la spada. Aveva a mente ogni ferita, ogni sbucciatura e ogni livido che si era procurato nel cortile del palazzo. E vedeva ancora le lacrime di gioia della sua sposa, distrutta dal parto e con gli abiti sanguinanti, che gli porgeva il suo bambino.
Questo è tuo figlio.E ora quel figlio era cresciuto e chiedeva fiducia.
Per un lungo istante, il sommo Khadir di Haara guardò negli occhi il giovane principe che aveva cresciuto per farne un signore.
Non mi da fiducia. Ho fatto tutto quello che voleva, e l'ho fatto per renderlo fiero di me. Ma ancora non basta.
Gashir vedeva la verità con chiarezza adesso. Qualunque cosa facesse, per lui non era mai abbastanza.
Scrolló le spalle e si voltò.
Non poteva più tollerare quel silenzio.
《Dove stai andando?》
《Vado a cercare la mia sposa》
Prima ancora che il Khadir riuscisse a proferire parola, suo figlio aveva lasciato la stanza.Note dell'autrice
Haghesh Ijia a tutti!
Ho aggiornato YEEE!
Finalmente qualcuno si è mosso e ha deciso di prendere le redini del suo destino. Sono curiosa di vedere come si comporterà adesso che è praticamente solo, chissà se riuscirà a diventare abbastanza furbo da destreggiarsi in questa complicatissima vicenda. Sono passati quasi due giorni dalla scomparsa di Faerneys e le Libere Città non hanno perso tempo. Vedremo nei prossimi capitoli cosa ne sarà della principessa del Nord. E Jahamal? Cosa gli sarà accaduto a bordo della Stella Nera?
Un grazie davvero di cuore a Alebluerose, che ha recensito Le Cronache e mi ha aiutato ad individuare alcuni punti deboli della storia. Sei stata magnifica, ancora grazie♥
Ci vediamo nei prossimi capitoli!
Kisses♥Sophie
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Le Cronache Dei Quattro Regni- Il Sud Infuocato
Fantasy⚜ Primo libro ⚜ Cronache dei Quattro Regni Il Continente, distesa inimmaginabile di terra, è diviso da sempre. Il Sud Infuocato e il Gelido Nord si combattono e si odiano dalla notte dei tempi. Ognuno vive la propria vita separatamente, c...