La notte scese lentamente su Haara, i festeggiamenti terminarono e le strade si fecero sempre più deserte.
Faerneys lo percepí distintamente, nonostante fosse ancora chiusa nella caverna.
Stava decisamente meglio, però.
Le avevano dato da mangiare e da bere, uno stufato di montone e del vino inacidito, e le avevano consegnato un vestito, una sottana, delle calze e un paio di stivali bassi, decisamente troppo grandi per lei.
Aveva indossato tutto, grata del fatto che tutti gli indumenti fossero ben imbottiti, e non temeva più di soffrire il freddo gelido della notte.
Era ormai completamente buio, ma la luce della fiaccola le rendeva facile distinguere tutti gli oggetti contenuti in quella piccola caverna: un tavolino basso, di legno grezzo e scheggiato, con una caraffa sporca piena d'acqua.
Una sedia, una lampada spenta e il materasso imbottito di paglia dove era seduta completavano l'arredo.
Faerneys non sapeva bene cosa pensare di tutta quella situazione.
Il misterioso carceriere non si era più fatto vedere dall'ultima volta, e la ragazza iniziava a temere che si fosse dimenticato di lei o che avesse deciso di abbandonare quell'impresa.
Non riuscire a cavare un ragno dal buco era la cosa peggiore di tutta quella bizzarra situazione.
Perché era stata rapita?
Non riusciva a immaginare altri motivi che non fossero un riscatto, ma al momento sembrava un pretesto poco plausibile.
Non vedeva l'ora che tornasse quell'uomo a farle visita: questa volta avrebbe posto tutte le domande che voleva.
Rimanere lì senza nulla da fare era snervante.Improvvisamente i cardini cigolarono in maniera sinistra, e la porta si aprì.
La sua ombra tremoló fino a sfiorare gli stivali di Faerneys, mentre veniva spalancata.
Il suo carceriere entrò nella piccola stanza e, dopo aver chiuso la porta, si sedette accanto a lei.
Faerneys non sapeva mai cosa dire quando lo vedeva; se prima di incontrarlo sapeva esattamente cosa gli avrebbe detto, adesso non riusciva nemmeno ad aprire la bocca.
L'uomo, invece, afferrò un lembo del tashkar nuziale che la ragazza aveva tolto, e lo rigiró fra le dita. La luce della torcia investì le piccole pietre, facendole scintillare in ritmi ipnotici.
《Sono felice di vederlo nella polvere》commentò, gettandolo di nuovo per terra.
《Perché?》azzardó Faerneys, prima di mordersi il labbro inferiore, pentita di aver parlato.
《Da dove vengo io, le spose si vestono di azzurro. E cantano come spiriti della foresta, intonano gli inni a Haghya quando la luna è più alta nel cielo. E i matrimoni non sono forzati》
Gli occhi celesti dell'uomo la guardarono intensamente in volto, e Faerneys si lasciò sfuggire un brivido.
《Haya n Avas》pronunciò, stringendo gli occhi per non piangere. Lui le strinse una mano, deciso.
《Ora e per sempre, principessa. Avete capito. Io sono come voi》Faerneys era ancora decisamente sorpresa per poter dire altro.
Rimase a guardarlo in silenzio, mentre preparava con cura un bagaglio, riempiendolo di cibo e bevande sigillate.
Erano all'esterno della grotta, in una piccola radura di erba fresca, piena del frinire dei grilli.
La notte lasciava finalmente respirare Haara, e il caldo che saliva dalla terra rendeva totalmente inutile il mantello imbottito di lana bianca che la ragazza portava. Prima ancora di pensarlo, l'uomo le tolse la cappa pesante e la arrotoló come una coperta, assicurandola alla sella di uno dei due cavalli.
《Principessa, lasci che la aiuti a montare》disse, porgendogli la mano, ma la ragazza scosse la testa.
《So ancora cavalcare, grazie. Posso farcela da sola》rispose, con un timido sorriso.
Mentre saliva in sella, Faerneys pensò quanto fosse strano sentirsi di nuovo chiamare principessa.
Non ragazza, non Ejimana, ma principessa.
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Le Cronache Dei Quattro Regni- Il Sud Infuocato
Fantasy⚜ Primo libro ⚜ Cronache dei Quattro Regni Il Continente, distesa inimmaginabile di terra, è diviso da sempre. Il Sud Infuocato e il Gelido Nord si combattono e si odiano dalla notte dei tempi. Ognuno vive la propria vita separatamente, c...