Incurante delle regole delle lance dei soldati di suo padre, Gashir incedette per il corridoio lastricato, in preda alla rabbia più accecante che avesse mai provato.
《Perquisite a fondo questo dannato palazzo. Se lei è qui, voglio che la troviate》ordinò seccamente, non smettendo di camminare.
Il comandante della piccola guarnigione che lo aveva raggiunto annuì in silenzio, e tornò indietro con un paio di uomini.
Il ragazzo uscì finalmente all'esterno del Palazzo del Loto, e il vento caldo tornò a sfiorargli le guance congestionate.
Si sentiva in fiamme, furioso, agitato e, soprattutto, profondamente umiliato.
Temeva l'arrivo di suo padre, temeva il suo sguardo deluso, la sua disapprovazione per qualcosa che avrebbe dovuto evitare.
Ma non c'era stato assolutamente nulla che potesse fargli prevedere qualcosa del genere, proprio nulla.
Semplicemente, Faerneys non si trovava, e nessuno sapeva dove fosse. L'anziana Ejimana aveva negato ogni coinvolgimento, asserendo di aver lasciato la ragazza in compagnia di due consorelle per la preparazione, e di averla vista di nuovo appena pronta, con l'abito e il velo indosso.Gashir non riusciva a capire come avesse fatto a sparire completamente in quel minuscolo, insignificante lasso di tempo.
Osservava la strada di fronte al Palazzo, totalmente sgombra e silenziosa; evidentemente, le persone si erano accorte delle guardie del Khadir, e preferivano starne ben lontani.
Dopo qualche minuto, udì un rumore lontano di ruote e cavalli, prima che una carrozza chiusa piombasse di gran carriera nel cortile antistante al palazzo.
Il simbolo del Khadir sulle portiere era ben evidente.
Un'armigiero dai lunghi baffi neri si precipitò a scendere da cavallo, e aprì lo sportello di legno della carrozza, facendo immediatamente spazio a suo padre.
Il Khadir, imponente nella tunica rossa con i paramenti dorati, scese dagli scalini e piombó sulla terra sabbiosa. Gli occhi neri come la pece erano scintillanti di rabbia, e Gashir ne era ben consapevole, nonostante la distanza.
Comunque, ebbe il coraggio di farsi avanti.
《Padre...》
Il Khadir non rispose e lo superò, dandogli le spalle. Comunicò qualcosa al suo capo guardia e si fece accompagnare all'interno, senza rivolgere neppure un cenno a suo figlio.
Da dentro la carrozza sua madre, avvolta nei veli rossi, piangeva tutte le sue lacrime.
《L'hai persa! Hai perso una dannata ragazzina!》
Gashir, in silenzio e a testa bassa, ascoltava tutti gli improperi che suo padre gli stava rivolgendo.
Il Palazzo del Loto, così delicato e silenzioso, era diventato una sorta di caserma, pieno com'era di soldati, messaggeri e servitori.
Il Khadir aveva preso possesso di una delle sale adibite al ricevimento dell'Ejimana più anziana, e lo aveva trasformato nel suo ufficio. Tutte le giovani ospiti e le Sacerdotesse erano state rinchiuse nell'ala sud del palazzo, per dare modo al Khadir di eseguire tutte le ricerche che desiderava.
Al momento, il padre di Gashir aveva dato istruzioni affinché un contingente armato di settanta uomini fosse inviato in città per effettuare le ricerche, mentre il resto della sua guardia privata era stato impiegato per scandagliare completamente il Palazzo, impresa non facile, date le sue enormi dimensioni.
《Padre, ho già detto che non ne avevo alcuna idea! Quando sono arrivato mi è stato semplicemente detto che era tutto pronto, che la cerimonia sarebbe cominciata senza indugi, ma al momento dell'entrata...》
《Sì, sì! Conosco già la tua versione》
Suo padre prese a massaggiarsi i lati della testa, ad occhi chiusi, nel tentativo di riflettere.
Poi, improvvisamente, chiamò una delle schiave Khoole, prontamente in piedi accanto alla porta.
《Manda a chiamare Meraz di Ashmira. Che venga immediatamente, non mi interessa cosa ha da fare》
La ragazza annuì con un leggero mugolío, e si affrettò ad uscire dalla sala. Come la maggior parte dei servitori privati del Khadir, la giovane Khoole era muta, una senzalingua, mutilata affinché non rivelasse nessun segreto del suo padrone ad altri.
Gashir si ricosse, sorpreso.
《Intende far chiamare il Mercenario?》
《Trovi qualcosa di meglio da fare?》
Gashir si avvicinò alla scrivania di legno, osservando una mappa di Haara, stesa sul ripiano.
《Cosa gli chiederai di fare?》domandò, alzando lo sguardo su suo padre per la prima volta dal suo arrivo.
Anche lui lo guardò per un attimo, prima di tornare a puntare gli occhi sulla carta.
《Di trovare quella ragazzina, se gli riesce. Non ho tempo da perdere, nessuno sa della scomparsa, neppure i membri del Consiglio. Meraz è la mia ultima occasione》
《Non credi sia piuttosto imprudente? Il Mercenario è di Ashmira, potrebbe rivelare immediatamente la scomparsa...》
《Il Mercenario appartiene a chi lo ricopre d'oro, e quel qualcuno al momento sono io. Da quando è stato cacciato per tradimento dalla Lega della Stella a Sette Punte non ha trovato nessun'altro che lo accogliesse, tranne Haara. Fará ciò che gli ordineró di fare, se non vuole ritrovarsi il cervello divorato dagli sciacalli della Depressione》 Gashir ammutolí immediatamente, e in quell'istante bussarono alla porta. Suo padre diede l'ordine di passare, e la testa di un giovane soldato comparve nel vano della porta.
《Sommo Khadir, è arrivato》annunciò.
《Il Mercenario è qui》
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Le Cronache Dei Quattro Regni- Il Sud Infuocato
Fantasy⚜ Primo libro ⚜ Cronache dei Quattro Regni Il Continente, distesa inimmaginabile di terra, è diviso da sempre. Il Sud Infuocato e il Gelido Nord si combattono e si odiano dalla notte dei tempi. Ognuno vive la propria vita separatamente, c...