⚜JAHAMAL- Acqua e sale

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Svegliato dal gracchiare degli uccelli, Jahamal uscì dalla porta della cuccetta, la spada alla cintura e l'armatura già allacciata

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Svegliato dal gracchiare degli uccelli, Jahamal uscì dalla porta della cuccetta, la spada alla cintura e l'armatura già allacciata.
Il promontorio lontano della costa orientale era ben visibile, così come era ormai scomparsa ogni traccia dell'isola di Haara.
Il ponte della Stella Nera ferveva di ogni attività: marinai, giovani reclute in divisa, anziani sacerdoti dalla pelle avvizzita, fanciulle cariche di secchi pesanti, uomini che trasportavano corde.
Lo schioccare delle vele al vento era stato l'unico sottofondo che aveva accompagnato la prima notte della traversata, la partenza dal porto di Haara era avvenuta in segreto, senza alcun intervento, per evitare che la notizia arrivasse a orecchie indesiderate.
Il desiderio del sommo Hafhez era stato evidentemente esaudito, poiché nessuno aveva osato bloccare la partenza o esigere di esaminare la nave.
Semplicemente, l'enorme galea nera aveva mollato gli ormeggi e abbandonato il golfo, silenziosa così come era venuta.
Jahamal non ricordava nulla di Haara, né delle sue strade e neppure dei suoi abitanti, di ciò che aveva vissuto lì e con chi avesse parlato. Il suo primo ricordo riguardava il fuoco, qualcosa che ardeva in un braciere, poi più nulla.
Sapeva solo che era lì, che aveva una missione da compiere.
Quale che fosse, però, non lo aveva ancora scoperto.
《Ammiri il mare, Jahamal?》
La voce profonda del sommo Hafhez lo riscosse, e il ragazzo si inchinó immediatamente a terra, il ginocchio destro sul pavimento di legno.
《Sommo maestro. Sono onorato di ricevere una tua parola》
La mano raggrinzita dell'uomo gli strinse affettuosamente una spalla, e Jahamal si rialzó.
Il Sommo Hafhez stringeva il bastone ricurvo, e cercava di tenere dietro di sé l'orlo della tunica di lana grezza, sballottata dal vento che sferzava la prua.
《Sono felice che ti sia adattato bene alla tua nuova vita. Temevo potessimo riscontrare problemi nel tuo caso》
Il giovane si voltò a guardarlo, sorpreso.
《Il mio caso?》
《Generalmente i prescelti vengono selezionati con molta cura, mesi e mesi prima. Tu sei stato un caso un po' particolare》
Jahamal non sapeva cosa dire, per cui rimase in silenzio.
Un grosso albatross riemerse dai flutti con un pesce nel becco, ancora guizzante.
《Non fraintendere le mie parole, ragazzo. Non sei stato scelto a caso》

Il giovane pendeva letteralmente dalle labbra dell'anziano sapiente, e tutto quello che desiderava era conoscere ciò che pensava.
《Sommo Hafhez, sappiate che sarei pronto ad ogni cosa per voi. Solo un vostro comando, e vi ubbidiró ciecamente》
Il vecchio rise apertamente, mostrando una fila di denti bianichissimi e perfetti come quelli di un ragazzino.
《Ah, Jahamal, mio caro! La strada è lunga e tortuosa, hai appena cominciato il tuo cammino. Verrà anche il tempo dell'obbedienza, ma non oggi》
Il ragazzo non demorse.
《E cosa posso fare adesso?》
Hafhez smise di sorridere, e assunse un'aria più seria.
Jahamal temette di averlo fatto arrabbiare.
《Seguimi》rispose, prima di voltarsi e scendere la scaletta di legno che portava al ponte.
Jahamal si affrettò a imitarlo.

I due scesero sottocoperta, un largo spazio polveroso diviso in cabine.
Il Sommo Hafhez, nonostante il buio quasi completo, si muoveva molto rapidamente tra barili e sartiame, molto più che Jahamal, ancora poco abituato alla vita di mare.
Attraversarono un piccolo corridoio rivestito di legno d'abete, costellato da diverse lampade a olio a vetri rossi, che davano al posto un'aria vagamente inquietante.
Decine e decine di porte chiuse a chiave riempivano le pareti, ma nessun rumore riusciva a penetrare quelle mura; il silenzio era una regola, a bordo della Stella Nera.
Finalmente, il Sommo Hafhez si bloccò di fronte all'ultima porta, proprio al termine del lungo corridoio.
Jahamal si arrestò alle sue spalle, riuscendo a scorgere un simbolo inciso nel legno della soglia: la stella a sette punte.
Ormai si era abituato a vederla in ogni dove, perfino dipinta nella tela delle vele, ma ogni volta che si trovava di fronte a quel simbolo il cuore perdeva un battito dall'emozione.
Riusciva ad elevarsi quando era al suo cospetto, quasi confortato davanti alle preoccupazioni e ai cattivi pensieri che ogni tanto provava.

Le Cronache Dei Quattro Regni- Il Sud InfuocatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora