⚜ Primo libro ⚜
Cronache dei Quattro Regni
Il Continente, distesa inimmaginabile di terra, è diviso da sempre. Il Sud Infuocato e il Gelido Nord si combattono e si odiano dalla notte dei tempi. Ognuno vive la propria vita separatamente, c...
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Il freddo del pavimento la risveglió bruscamente, accompagnato da una fitta intensa di dolore alla testa. Faerneys impiegó qualche istante per rendersi conto di dove si trovasse, e anche quando lo capí per lei fu terribile. Aveva la caviglia destra incatenata al muro, una parete di pietra scura e rugosa, fitta di crepe e rientranze coriacee, punte aguzze e muschio ruvido. Capí immediatamente di trovarsi in una caverna, certamente anche il freddo penetrante era un'indizio, così come il cinguettio degli uccelli le indicò che era giorno, probabilmente primo pomeriggio. Faerneys tentò goffamente di sedersi e si accorse, quasi con orgoglio, che il tashkar nuziale era sporco e lacero, e parecchie pietre preziose che lo adornavano avevano lasciato vuoti nella stoffa. Del velo e dei taghysh nessuna traccia, così come dei vari gioielli che le erano stati donati. Non ricordava quasi nulla di quello che le era accaduto, un enorme vuoto le occupava la mente, e un dolore lancinante alla testa la costrinse a chiudere di nuovo gli occhi. Le tenebre le avvolsero di nuovo le membra, e dormí molto, almeno cinque ore, prima di tornare alla vita. Stavolta, l'aria della caverna risultava decisamente gelida, spifferi dolorosi le raggiungevano l'epidermide scoperta, e la ragazza si raggomitoló ancora di più contro la parete, nel tentativo di ripararsi. Le vennero in mente pensieri fumosi, ricordi lontani come anni: il suo viso, quasi sorridente, allo specchio, l'abito stretto, i complimenti delle Ejimani, l'avvertimento dell'arrivo del suo futuro marito. Una mano stretta attorno al braccio, una stoffa imbevuta sul naso, un grido strozzato. Poi, il buio. Non era più al Palazzo del Loto, quello era certo, probabilmente non era più nemmeno ad Haara, sicuramente non si trovava in città. Come avevano fatto a portarla via senza che nessuno si accorgesse di nulla? Dove l'avevano condotta? Perché non permetterle di sposarsi? Per un istante, Faerneys immaginó che i misteriosi rapitori fossero ribelli del Nord, membri di un gruppo insurrezionale deciso a riportarla a casa. Ma aveva scartato immediatamente quell'idea, se così fosse stato avrebbe avuto senso avvertirla, rivelarle ciò che era stato fatto, non certo tenerla in una caverna oscura, affamata e incatenata.
Forse un mercante di schiavi? Difficile, lei non era certo una ragazza che passava inosservata, con i suoi occhi azzurri e la pelle candida era evidentemente una straniera, e senza dubbio gli uomini del Khadir le davano la caccia, venderla sarebbe stato impossibile. Un tentativo di riscatto sarebbe stato probabile, ed era l'unica spiegazione sensata che Faerneys era riuscita a darsi, in quell'ammasso di congetture e veli di finzione, ma in tal caso era necessario tenerla in buona salute, mentre ancora nessuno si era fatto vedere.
Iniziava ad avere fame, mentre il freddo diventata un serio problema, con l'avanzare della notte le temperature si erano notevolmente abbassate. In compenso, era di nuovo totalmente lucida, gli effluvi del veleno erano stati spazzati via dalla sua mente e riusciva a ragionare senza problemi. Si strappò un velo decorativo dal tashkar, gettandoselo sulle spalle nel tentativo di trovare un po' di calore, nonostante la stoffa fosse seta delicata, poco adatta a quell'uso. I piedi iniziavano a tinteggiarsi di violetto, e Faerneys tentò in ogni modo di riscaldarli sotto le cosce, ma il risultato era stato talmente vano da farla arrendere. Passavano i minuti e passavano le ore, la ragazza continuava a tremare dal freddo, lo stomaco vuoto le pulsava dolorosamente oltre la pancia, la gola secca e arida reclamava insistentemente dell'acqua. Le parve di non aver mai sentito così tanto freddo nemmeno quando, a nove anni, era partita con la sua famiglia per il castello di Kardsjalia, nell'estremo settentrione del regno, e per errore era caduta dritta in un piccolo torrente, durante una pausa dal cammino. Jaerneys aveva dato l'allarme, e uno dei Cavalieri della Guardia l'aveva ripescata, piena di freddo e terrore, dall'acqua gelata.