Se il tempo avesse avuto un colore, la ragazza ne era sicura, avrebbe avuto la sfumatura degli occhi di lui, quando si posavano su di lei.
L'aveva sempre guardata così, ogni volta un po' sorpreso, come se fosse stata la prima volta che la vedeva, ogni volta con un po' di rimpianto, come se dovesse essere l'ultima.
Sembrò passare un'eternità, ma dovettero essere stati solo pochi secondi perché a distoglierla da quel mezzo incanto fu il rumore del microfono che veniva acceso.
Si voltò verso la platea, sorridendo leggermente a disagio come temendo che chiunque avesse potuto leggere un sotto testo in quel breve ma intenso scambio di sguardi che era stato, comunque fu l'unica a mostrare un po' di maturità, quanto a lui continuò a tenerle gli occhi puntati addosso un altro po', prima di sorridere e prendere parola, dando inizio alla serata, che per Margot sarebbe già potuta terminare lì.
Il tempo volò sul palco, a quanto pareva Jared sapeva fare / davvero / tutto, compreso intrattenere il pubblico, presentare la causa, ispirare la platea e flirtare con lei, tutto nello stesso momento.
Erano tutti entusiasti, lei compresa, tanto che quasi le dispiacque quando la luce sul palco si spense e si riaccesero tutte le altre, segno che il loro momento era finito.
Passarono la parola a Leo che rimaneva la vera star della serata e scesero dal palco, lei aiutata da Leto che in un attimo era già diventato la sua inseparabile ombra in quel modo che lei adorava, anche se non lo avrebbe mai ammesso neanche a se stessa, probabilmente.
L'aiutò a scendere le scale e la guidò verso il tavolo che a quanto pareva condividevano.
Margot, il vestito che le stringeva fin troppo, le scarpe che facevano male, le sembrò un miracolo potersi sedere, ma quel miracolo durò veramente poco.
Bevve un sorso di champagne per rinfrescarsi, ma non servì a nulla: tutti continuavano a parlarle intorno, le rivolgevano domande, facevano conversazione, l'odore di lui, pungente e familiare, le arrivava ad ogni movimento dell'altro, facendole girare la testa.
Aveva caldo, non riusciva a respirare e nemmeno a pensare, dopo qualche istante non poté più nemmeno fingere di sorridere, quindi si alzò, convinta che prendere una boccata d'aria fosse la sola ed unica soluzione.
Ma quella sera doveva essere complicato anche semplicemente respirare perché, non fece in tempo ad alzarsi che Jared si materializzò al suo fianco, in piedi quasi prima di lei: le poggiò una mano sotto il gomito, come a sorreggerla, o qualcosa di simile.
" Stai bene?! "
Era la prima volta che le si rivolgeva direttamente quella sera e lei si limitò ad annuire, aggiungendo quasi pratica.
" Ho solo bisogno di un po' d'aria fresca. "
Lui non sembrò convinto, disse qualcosa agli altri seduti al tavolo e poi le poggiò una mano dietro la schiena, senza aggiungere niente, guidandola personalmente verso il balcone.
Una parte di lei avrebbe voluto dirgli di smetterla di toccarla, ad ogni buona occasione e con ogni scusa, ma un'altra parte la invitava a stare zitta e a lasciarlo fare.
Quando uscirono dalla sala le sembrò di tornare a vivere, ma solo a metà.
L'aria fresca della sera le rinfresco il viso, passandole tra i capelli, ma il corpetto ancora troppo stretto non le dava pace e, spostatasi da lui, si avvicinò alla balaustra di marmo, dove si appoggiò, una mano sotto il seno.
" E' il vestito il problema? "
La ragazza, che aveva ben pensato di fingere che l'uomo non fosse lì con lei, fu costretta ad alzare lo sguardo, a quella domanda, facendo una smorfia.

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Mad Love
FanfictionFanfiction a capitoli sugli attori Margot Robbie e Jared Leto. Fatti narrati sono tutto frutto della mia fantasia. La storia prende corpo alcuni mesi dopo la fine della promozione di Suicide Squad.