A Margot, e probabilmente non solo a lei, sembrò che il tempo si fosse fermato, quasi a volerla bloccare in un loop temporale degno del migliore dei filmi di fantascienza.
Si era bloccata al momento in cui lo aveva visto entrare nel viale, ancora i vestiti della sera prima, ora sgualciti, i piedi davvero scalzi come si era lamentato lui a voce alta, i capelli sparati in testa e gli occhi azzurri come non glieli aveva mai visti: se avesse potuto portare nella mente un solo ricordo di lui, per qualche ragione avrebbe conservato quello, si disse.
" Stavo venendo da te. " – " Ero venuta per te. "
La situazione si sbloccò tutto di un tratto, come se non ci fossero state pause e i due parlarono contemporaneamente ed ovviamente la cosa li fece ridere, lei più di lui che si limitò a sorridere ed abbassare appena gli occhi; l'atmosfera fu bruscamente interrotta da un sospiro e i due, che quasi se ne erano dimenticati, si voltarono verso la porta trovandoci ancora Shannon.
Lo guardarono come se fosse stato inopportuno e Jared gli suggerì, con un gesto degli occhi e delle mani, approfittando che Margot gli desse momentaneamente le spalle, di entrare.
" Vi state rincorrendo da tutta la mattina ed è tutto quello che riuscite a dirvi? Non posso farcela. "
Dichiarò, alzando le mani al Cielo e poi entrando davvero, chiudendo la porta a chiave, per qualche ragione.
Margot si voltò verso Jared e digrignò dolcemente i denti.
" Lo abbiamo fatto arrabbiare. Credi che non mi sopporti? Oddio tuo fratello mi odia. "
Nella mente di Margot improvvisamente quello era un problema bello e grosso, ma fece solo ridere cristallino l'altro.
" Non credo che esista qualcuno che possa odiarti, di certo non quell'idiota di mio fratello; è solo un po' teatrale, è una cosa di famiglia. "
Le disse, sembrando improvvisamente aver fatto il carico di tutto ciò che serve per portare avanti una conversazione, e facendole persino l'occhiolino, complice.
Ma se lui aveva superato l'impasse, lei si ritrovò ancora di più incatenata nell'impossibilità di reagire, o parlare in maniera più coincisa.
Si guardò appena intorno, poi guardò lui da sotto le ciglia.
" Io forse dovrei andare?! Volevo solo vederti prima di partire, credo. "
Lo disse e fece anche un passo, poi due, per poterlo superare e tornare in strada, ma nel farlo dovette passargli vicino e lui la fermò, trattenendola per la manica un po' troppo lunga della giacca che indossava, la propria.
" Hai la mia giacca ed hai attraversato mezza città solo per vedermi? "
Chiese, cauto, quasi a farle rendere conto, e rendersi conto anche lui stesso, dell'implicazione di quelle parole.
" Già, qualche volta mi capita di fare cose senza senso. "
Disse lei che, per tagliare a corto, usò le parole sbagliate, che fecero stringere appena gli occhi dell'uomo ma senza scoraggiarlo.
" L'unica cosa senza senso è che tu voglia andartene. "
Margot prese fiato passandosi una mano davanti agli occhi, non sapendo se essere ancora più confusa, se pentita o se nessuna delle due cose.
" Okay, ho ancora la tua giacca addosso ed ho davvero attraversato mezza città solo per vederti, se vuoi saperla tutta non ho neanche chiuso occhio e non so perché. Io non lo so, e devo tornare a casa. Che altro dovrei fare se non tornarmene a casa?! "
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Mad Love
FanfictionFanfiction a capitoli sugli attori Margot Robbie e Jared Leto. Fatti narrati sono tutto frutto della mia fantasia. La storia prende corpo alcuni mesi dopo la fine della promozione di Suicide Squad.