3. Waiting PT1

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[ PoV Jared Leto ] 


Jared non si era mai accorto di quanto lungo fosse davvero un minuto fino a che non si era ritrovato, nascosto all'ombra di un albero, a contare meccanicamente i secondi che lo componevano.

Da 1 a 60 e viceversa, riuscì a fare quella conta soltanto 5 volte prima di arrendersi e lasciarsi andare con le spalle contro il muro.

Doveva darsi una regolata, erano solo 5 minuti, non un'eternità, non significavano niente, non implicavano niente e, di certo, contarli non li avrebbe fatti passare più velocemente, al contrario.

Si allargò il colletto della camicia, spostando appena la giacca; faceva più caldo di prima o era solo una sua impressione? Dio, era così agitato che quasi gli venne da ridere.

Si spostò dal muro per fare qualcosa, mentre i minuti erano diventati 12, e cominciò a fare avanti e indietro come una tigre in gabbia, guardando verso il balcone da cui era sceso come un alternativo Romeo dei tempi moderni: sapeva bene che ogni gesto che stava compiendo in quel momento fosse esagerato e anche inopportuno data la situazione, ma non riusciva a ragionare o a comportarsi diversamente.

Ci provò, fermandosi in mezzo allo spiazzale senza pensare a chi avrebbe potuto vederlo.

Provò a chiudere gli occhi e prendere un respiro, guardando la situazione per quella che davvero era, togliendole d'importanza, investendoci di meno e controllandola di più, ma il risultato fu vano.

Chiuse gli occhi e l'unica cosa che vide fu comunque il volto di lei, bello all'inverosimile, i tratti definiti come dallo scalpello del più esperto degli scultori.

Li riaprì sbuffando e sfilando il cellulare dalla tasca del pantalone dovette realizzare che i minuti adesso erano divenuti 17, il che significava forse che lei non sarebbe arrivata e lui sarebbe semplicemente rimasto lì, come il Re degli Idioti, dopo essersi praticamente lanciato da un balcone, o quasi, per lei.

Sbloccò la tastiera del suo smartphone e aprendo la rubrica pensò a cosa fare; andava col dito su e giù, facendo scorrere i troppi nomi salvati, tentennando su quello di lei che sembrava attirarlo e spingerlo a chiamarla o a fare qualcosa, ma proprio in quel momento, nel più catartico, lo schermò mostrò una notifica sms.

L'uomo, la fretta e ansia di un adolescente alle prime armi, aprì il messaggio carico di aspettative e solo quando lesse il nome di lei e tirò un lungo sospiro si rese conto che aveva trattenuto il fiato fino a quel momento.

Non diceva molto, certo, ma a lui sembrava di non aver mai letto nulla che suonasse più musicale;

[ s m s ] : " 5 minuti ed arrivo.
                                                   Ps. Avresti dovuto farmi scendere dal balcone insieme a te! "

Le rispose con qualche minuto di differita, solo perché dovette ragionare su cosa scriverle per fare effetto:

[ s m s ] : " Sono dove mi hai lasciato.
                                                     Ps. Non avrei mai rischiato di rovinare il tuo bel vestito. "

Non doveva aver ragionato molto, comunque, perché le rispose nella maniera più immatura e frivola possibile.

Solo 5 minuti, dunque, poteva gestirli e lo fece, ma poi si tramutarono in 10 e, quando addirittura volsero a 20, lui era ormai seduto a terra, le braccia appoggiate sulle gambe e lo sguardo fisso sullo schermo luminoso e silenzioso del cellulare.

A quel punto era così disperato che fece l'unica cosa che qualcuno possa fare in determinate situazioni; chiamò suo fratello, dando per scontato che essendo il maggiore dovesse per forza di cose saperne di più su tutto.

Il telefono squillò 4 volte, e Jared fu sul punto di credere che fosse lui il problema quella sera, prima che Shannon, la voce di chi è appena rinsavito dal coma, rispondesse, o almeno ci provasse, perché non fece in tempo a parlare che Jared gli parlò sopra.

" Dove sei? Sei sveglio? Stai facendo qualcosa?! "

Dovette sembrare un interrogatorio, ed in parte lo era, tanto che l'altro per un attimo non rispose dando al fratello l'impressione che la chiamata si fosse interrotta.

" Non sto più dormendo e qualsiasi cosa stessi facendo l'ho interrotta per risponderti.
Ma che ore sono? Non eri ad un qualche evento di quelli che odierei?? "

Jared fece una smorfia, non sapendo da dove cominciare, poi si mise a parlare di tutto ciò che non contava girando intorno a ciò che voleva davvero sapere.

" Sono ad un evento, o almeno ero ad un evento fino a che 40 minuti fa, poi mi sono calato dal balcone. E' carino qui, secondo me ti sarebbe piaciuto. O forse ti saresti limitato ad odiarlo come odi tutto. Si, forse. "

L'altro sbadigliò, prima di rispondere, la voce più calma di quanto Jared si fosse aspettato.

" Perché ti sei calato dal balcone? Anzi no, non rispondermi, non voglio sapere, però adesso dimmi perché cazzo mi hai chiamato a quest'ora assurda della notte. "

Il giovane Leto si passò una mano dietro la testa, poi parlò ponderando le parole.

" Secondo te cosa significa se qualcuno con cui --- "

Cominciò, ma poi si interruppe e riformulò la domanda, nel modo giusto.

" Oh, al Diavolo; se una donna ti dice di aspettare 5 minuti e poi ne passano 20, significa qualcosa? E' grave? Voglio dire, potrebbe essere un messaggio in codice, una metafora, un modo barbaro di dire che non vuole la mia compagnia, o chissà cosa di altro. "

Dovette fermarsi per prendere fiato visto che aveva detto tutto di getto e sentì, chiaramente, il fratello ridacchiare dall'altro capo del telefono.

Benissimo, ci mancava l'essere derisi quella sera.

" Se non passa almeno un'oretta è ancora tutto okay. E' una donna, fa ritardo per principio e, detto in tutta sincerità, non credo che esista qualcuna che davvero non ti voglia. Ora posso tornare a dormire? "

Un po' si tranquillizzò, e stava sul punto di dire qualcosa al fratello ma poi sentì una voce di donna dall'altro capo del telefono e --- Oh.

" Sei con una donna? Che schifo, mi hai risposto mentre facevi sesso?? Non hai decoro. "

L'altro trattenne una risata dicendo qualcosa alla donna e poi rispondendo a lui.

" Stavamo dormendo. E per parlare con te l'ho svegliata e adesso mi detesta probabilmente. "

Jared scosse la testa, non credendo a quella storia che pure aveva senso.

" Si, certo. Non voglio saperne niente, ci vediamo domani. "

Disse, chiudendo la chiamata, più rilassato seppur solo in parte.

Passarono solo altri 2 minuti, da quella telefonata, che ovviamente lui contò come aveva fatto con i precedenti 6 miliardi di secondi.

Sentì i passi prima di vederla, leggeri sull'asfalto, alzò la testa ad incontrare un'ombra ben definita che seppe essere la sua prima ancora che, il viso mezzo stranito, facesse capolinea nel suo campo visivo, ben visibile. 


[ note dell'autore: 
Volevo solo dirvi che il prossimo capitolo , che sarà la seconda parte di questo e seguirà le vicende di Margot che nel precedente capitolo era rimasta bloccata in sala, sarà pubblicato con un pò di ritardo a causa di impegni universitari.

Volevo anche ringraziarvi per i mi piace, i commenti e per seguire questa piccola avventura con me. 

Alla prossima. <3 ] 

Mad LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora