5. Clair de lune

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« Queste gioie violente hanno violenta fine.

Muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere che si distruggono al primo bacio. »

Margot non riusciva a togliersi quella frase così celebre dalla testa mentre, giunta finalmente dinanzi a lui, sentiva il cuore batterle nella gabbia toracica quasi fosse stato un uccello in una gabbia troppo stretta, pronto a spiccare il volo.

Doveva essere stata la mezza corsa e i bicchieri di champagne consumati in sala, continuava a ripetersi che doveva essere stato tutto quello mentre non riusciva a mettere in silenzio il cuore e a proferir parola.

Lo guardò. 

Si guardarono, entrambi in silenzio ed in un improvviso imbarazzo, quando lei abbassò gli occhi sui suoi piedi e lui si passò una mano dietro la testa guardando altrove, prima di guardarsi poi con la coda dell'occhio.

Scoppiarono a ridere nella stessa fase, rendendosi conto da soli di quanto fosse tutto stupido, seppur così folle ed intenso da non lasciar spazio a ripensamenti e pentimenti di alcun genere.

Margot ripensò di nuovo a quella frase e si accorse di non riuscire a pensare ad altro perché in quel momento era felice, davvero così felice che immaginò sarebbe potuto piovere un meteorite sulle loro teste in quello stesso momento per porre fine al suo rubato momento di gioia e gloria.

" Non avevi qualche bel posto da farmi vedere? "

Chiese, rompendo lei il silenzio, e lui la guardò mezzo in difficoltà, sorridendo appena in un modo terribilmente adorabile, tanto da essere scorretto.

" In realtà potrei aver mentito per farti uscire. Ma posso davvero mostrarti l'altra faccia della Città degli Angeli, se ci muoviamo di qui. "

Oh, giusto, dovevano muoversi di lì e lei come una stupida lo aveva completamente rimosso.

Sentirono delle voci concitate fuori al balcone dalla quale poco prima lui si era calato e alzarono entrambi la testa, lo stesso timore di venir colti in flagrante, Jared ne approfittò per afferrare la mano della ragazza e trascinarla via di lì.


Il resto della serata trascorse così rapido e piacevolmente che i minuti volsero in ore senza che nessuno dei due se ne rendesse davvero conto.

Jared sembrava conoscere tutta Los Angeles e le fece visitare quella che secondo il suo parere era la vera Los Angeles; i bar negli angoli, i negozietti che rimanevano aperti fino a tardi, le scorciatoie e qualche posticino caratteristico che quasi sembrava stonare col resto della città.

Il cielo volse ad un buio maggiore segno che si avvicinava l'ora dell'alba, eppure loro erano così presi l'uno dalla presenza dell'altro che non vi diedero peso.

Illuminati solo dalle luci dei lampioni, lei a piedi scalzi che camminava all'indietro, lui che rideva con le sue scarpe in mano, chiunque avrebbe visto quella scena da fuori avrebbe semplicemente pensato ad un uomo ed una donna qualunque, al loro primo appuntamento, che semplicemente come nei migliori libri trovano subito una sincronia che è puro equilibrio e sinfonia.

Non ci furono silenzi, non più imbarazzi, sembrava che semplicemente tutto fosse destinato a scorrere in quel modo.

Margot era così presa a raccontare un avvenimento stupido di molti anni prima, ad una delle sue prime audizioni, che continuando a camminare all'indietro non si accorse del piccolo dosso che, ad un certo punto, incespicava la superficie altrimenti lineare del marciapiede.

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