11. The vow

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Margot non lo sentiva, si rese conto che non sentiva niente mentre si avviava verso le scale.

Dovette fermarsi un attimo, una mano sul corrimano, si accorse suo malgrado che le mancava il fiato e le mancava in un modo in cui non avrebbe dovuto, quasi come se ce lo avesse avuto ancora lì, ad un soffio, le labbra sulle proprie e – i suoi pensieri, che le invasero la testa come un fiume in piena che rompe gli argini, furono bruscamente interrotti da un tocco, troppo invasivo, sul braccio.

Non dovette neanche voltarsi per capire che colui dalla quale scappava l'aveva raggiunta, strattonò il braccio dalla sua presa che si accorse non fosse forte come aveva creduto o immaginato e si voltò a fulminarlo con un'occhiata che se avesse potuto uccidere di sicuro lo avrebbe ridotto in cenere.

" Non osare, Jay. Toglimi le mani di dosso e non osare aprire la bocca perché potrei non rispondere delle mie azioni. "

Gli rispose così, quasi aggredendolo, sibilandogli quella parola contro e facendo un passo indietro, una scala di più a separarla da lui.

Scese una scala, e lui pure, lei ne scese due di seguito e lui solo una, restando poi a guardarla da quella breve distanza.

Doveva andarsene perché invece se ne stava lì impalata in mezzo alle scale a fissarlo.

" In mia discolpa – "

Cominciò soltanto Jared e la bionda alzò un dito a zittirlo e poi risalì la scala che la separava da lui e gli puntò il dito contro il petto, spingendolo appena.

" Non puoi discolparti. Mi hai – aggredita e baciata contro la mia volontà! "

Stava esagerando e lo stava facendo proprio perché sapeva che in realtà era stata anche la sua, di volontà, fin dall'ultima volta che si erano visti.

Un guizzo passò negli occhi azzurri dell'uomo davanti a se, Margot mise a fuoco i particolari del suo viso solo in quel momento: aveva i capelli un po' cresciuti, spettinati, e anche la barba era cresciuta dall'ultima volta – era vestito come nessuno si sarebbe mai vestito ad una veglione di capodanno, giacca di jeans e un maglione nero con una stampa a serpenti.

Era così fuori dalle righe che non potevi fare a meno di restare a guardarlo, così fuori dal mondo che non potevi non rimanerne affascinato in ogni modo possibile.

Quel suo excursus venne interrotto giacché la mano di Jared si chiuse intorno al suo dito e l'uomo, spostandole la mano e attirandolo più a se parlò, per la prima volta nella serata finendo un periodo intero.

" Tu hai fatto una promessa, Margot. Hai fatto un giuramento e lo hai infranto questo rende te l'unica che non può discolparsi, te ne rendi conto? Un mese, e ne hai fatti passare 3! "

Margot sapeva che si sarebbe dovuti per forza finire a parlare di quella promessa e tutto il resto anche se, per un momento davvero lungo e intenso, aveva sperato si potesse evitarlo.

Non rispose, non subito – come rispondergli e contraddirlo se aveva ragione?

Aveva ragione lui, punto, e lei si sentì ancora peggio di quanto si fosse sentita in quei lunghi mesi in cui, seppur lui non poteva immaginarlo e lei non glielo avrebbe detto, la sua vita era andata un po' a rotoli, come quella promessa spezzata e tutto ciò che erano quasi diventati senza diventarlo davvero.

Forse quel bacio se l'era meritato, come pegno per ciò che lei aveva gettato via in nome di entrambi.

Forse se l'erano meritato entrambi ma anche quello non lo disse.

" T i ho fatto una promessa che non potevo mantenere e tu mi hai appena dato un bacio che non ti spettava – direi che siamo pari, no? "

Pareva lo rispondesse così di proposito, neanche avesse voluto istigarlo per vedere fino a che punto poteva spingersi, la verità però era che una parte di lei sperava davvero che quelle parole sortissero effetto e lo allontanassero, ma quella parte di lei era sempre più debole mentre acquistava forza l'altra parte, quella che quasi bramava il momento in cui l'altro perdesse il controllo.

E quasi non accadde quando lui se la tirò un po' più vicina: la donna non aveva mai pensato di poter vedere quel tipo di rabbia negli occhi di Jared, doveva derivare dalla frustrazione che quella situazione sortiva, a lei certo ma a lui molto di più visto che era quello che non poteva prendere decisioni.

" Non saremo mai pari. Tu non torni a Londra. Non ci torni a Londra, questa volta non rifaccio lo stesso errore. "

Margot lo guardò basita, che cos'era quella, una sorta di comando?

Gli pareva il caso di mettersi a dare ordini? Cosi complicava la cosa, indispettendola anche.

La donna gli si avvicinò appena, quasi sfiorò le sue labbra, la vicinanza le fece socchiudere gli occhi per istinto mentre aggiungeva piano quelle parole.

" Dovresti dimenticarmi. Dovresti lasciarmi andare e basta, anche perché non hai scelta. "

E detto quello sgusciò via dalla sua presa, per l'ennesima volta, e percorse tutta la scalinata.

Ma Jared, si sa, quella sera era proprio ingestibile, si poteva quasi dire fosse posseduto per quanta vitalità aveva nel tallonarla e riprenderla ogni volta che lei scappava.

Margot ritornò di sotto, la sua fedele ombra lanciata dietro, sviò per la parte meno affollata della casa, o almeno l'unica in cui non c'era ancora gente ovunque, e lo fece con così tanta fretta che non si accorse che c'era qualcuno.

Fini addosso ad un uomo che non inquadrò subito, Jared le camminava dietro così veloce che non si accorse di niente lui stesso e finì addosso a lei.

Fu quasi comica a vedere dall'esterno quella scena, una catena umana quasi.

La bionda si voltò verso il cantante fulminandolo e spingendolo appena con il gomito, poi si voltò giacché riconobbe la voce che le si rivolse.


PS.
Ben trovate fanciulle, scusate l'attesa ma sono stata risucchiata dal buco nero degli esami. <3 

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