Capitolo 8~Alicia~

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                                        ALICIA

Il lunedì mattina giunsi al liceo, notai subito l'assenza di Ian.

Il banco che condividevo con lui, il posto che il mio amato occupava era vuoto, Ian era assente. Non c'era.

Mi sedetti al mio banco e con tristezza trascorsi le ore di lezione, i miei pensieri erano rivolti a lui. 

Mi chiedevo perché non era venuto? Seguii le lezioni, ma non  riuscivo a fare almeno di pensare a Ian. Le ore trascorsero tranquille, al termine delle lezioni, tornai a casa. 

Dopo che ebbi pranzato insieme ai miei genitori, e una volta terminato di pranzare, dissi: «Vado in camera mia a studiare», annunciai in modo freddo.

I miei genitori acconsentirono.
Mi chiusi in camera mia a studiare, e una volta terminato ordinai lo zaino, lo riposi sulla scrivania. 

Mi sedetti sul letto, e con gli occhi lucidi pensavo alla sera precedente, i miei genitori avevano litigato, mio padre mi aveva proibito di frequentare Ian, sentivo la mancanza del giovane, con le mani tremanti presi il mio cellulare un samsung s6 rosa e lo telefonai. Attesi in linea…

  

                                              IAN

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                                              IAN

Nel frattempo, ero ancora nel letto, febbricitante.
Udii il cellulare squillare, mio padre che mi aveva premurosamente preparato un minestrone caldo con carne e verdure, disse: «Come ti senti? Adesso devi mettere qualcosa sotto i denti!» Poggiò il piatto sul comodino, prese il cellulare: «Ian, tesoro, hai una chiamata in arrivo, è Alicia chi è?» Mi consegnò il cellulare. Incredulo sorrisi e sussurrai: «Grazie, papà, Alicia è una mia amica. Chissà cosa vorrà dirmi» risposi confuso.

Mio  padre mi lasciò da solo, uscì dalla stanza,  risposi alla chiamata: «Alicia. Tutto bene?»  

«Ian, che bello sentire la tua voce, mi manchi sai? Perché non sei venuto oggi a scuola?» Chiese preoccupata. 

Ero sorpreso nel comprendere che si preoccupasse per me, risposi: «Non sono potuto venire, ieri ho avuto la febbre alta, e ancora adesso sto a letto per evitare una ricaduta. Ti eri preoccupata per me? Oh, che dolce che sei».

«Capisco, Allora resta al caldo, non prendere freddo, cerca di guarire presto, ok? Ti voglio bene».

Ero  felice, poiché compresi che Alicia mi voleva bene,  sorridendo risposi: «Ciao Alicia, ci vedremo domani promesso! Anch'io ti voglio bene!» Detto ciò riattaccai. 

Sorrisi e desiderai guarire presto, per tornare al liceo e vedere la mia amata Alicia.

Presi il piatto col minestrone e i crostini di pane e iniziai a mangiare con più appetito. Mio padre entrò nella stanza, vide  che mangiavo e sorridendo disse: «Ti piace, tesoro?» Lo guardai e sorridendo gli risposi: «Sì, era buonissimo, grazie papà, ti voglio bene».  Mio padre mi accarezzò dolcemente il viso, disse: «Anch'io te ne voglio tanto, tesoro adesso misuriamo la febbre, ok?» Sussurrò in tono cordiale.

Annuii con cenno del capo: «Va bene, papà spero che domani guarirò. Voglio tornare al liceo.»
Mio  padre prese il termometro e misurò la temperatura, era scesa di poco, disse: «Hm, hai ancora i decimi di febbre, per domani sarai guarito.»  

A quella notizia lo abbracciai: «Evviva! Che bello papà, potrò tornare presto a studiare.
Ho tanto sonno, buona notte». Era ormai sera, mio padre mi  si addormentò accanto.

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