12.

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Entro nella sua stanza al buio, non volevo svegliarlo.
Richiusi la porta alle mie spalle ma non appena misi il primo passo qualcosa mi fece inciampare, cercai di aggrapparmi a qualcosa ma riuscì solo a prendere un soprammobile di vetro che venne giù con me rompendosi in mille pezzi provocando un gran baccano.
La luce si accese e io vidi le mie gambe ricoperte di sangue, un piede e una caviglia mi facevano malissimo.
-“Ehi che combini?” disse Claudio alzandosi un po’ barcollante dal letto, doveva essere un po’ brillo
-“Mi sono svegliata, ho avuto un incubo e..” dissi mentre mi aiutava ad alzarmi dal pavimento senza calpestare vetri
-“Con chi parli?” disse una voce femminile proveniente dal suo letto
-“oh. Io non..” solo allora mi accorsi che il pavimento era pieno di vestiti e la ragazza era praticamente nuda nel suo letto “non sapevo avessi compagnia” dissi cominciando ad indietreggiare e sentendo gli occhi pizzicare.
-“No Bea aspetta, non  è come sembra, noi” disse seguendomi nella stanza degli ospiti
-“Cla, smettila, non mi devi spiegazioni” dissi cercando di tamponare con un asciugamano le mie ferite e cercando le mie cose per andare via da quella casa
-“No, ti prego non andare via” mi si parò davanti e cercò di non farmi passare
-“Fammi passare, non ho tempo da perdere”
-“Che stai dicendo?”
-“Mi sembra abbastanza chiaro” indiaci la ragazza rossa che si era affacciata, completamente nuda, alla porta della mia stanza “tu hai da fare e io non ho tempo da perdere! Te lo dico per l’ultima volta, fammi passare!”
-“Torna con me a letto, fa andare via questa mocciosa!” disse la rossa mentre io riuscì a sorpassare Claudio ed ero quasi vicina alla porta quando questa frase mi arrivò diritta alle orecchie.
Non sono mai stata un tipo violento ma quella zoccoletta ha superato il limite, mi catapultai su di lei le tirai i capelli e la feci inginocchiare strattonandola in malo modo
-“Senti zoccoletta dei miei stivali, non permetterti mai più di giudicarmi, io sarò pure una mocciosa ma sicuramente sono molto meglio di una che si concede ad un ragazzo di cui non sa neanche il nome” Claudio era immobile, mi guardava con gli occhi lucidi, ma io ero troppo arrabbiata
-“Non le dici niente? Mi sta facendo male!” disse piagnucolando la rossa
-“Rivestiti e va via!” disse guardandola con rabbia
-“No tu rimani, quella che va via qui sono io!” dissi alzandomi e zoppicando verso la porta.
Arrivai a casa in taxi e non appena entrai corsi in stanza di Andrea e mi infilai nel suo letto
-“Bea?”
-“Si” dissi singhiozzando
-“Tesoro che è successo?”
Le raccontai tutto per filo e per segno
-“Bea tu la tua scelta l’hai fatta. Ok, lui ha sbagliato, ma era ubriaco e poi l’ha cacciata non l’ha mica difesa”
-“Non difenderlo, ti prego”
-“Non lo sto difendendo, sto cercando di farti ragionare, ora sei arrabbiata e non puoi prendere decisioni razionali adesso”
-“Io la mia scelta l’ho fatta! È la più giusta” dissi e dopo poco ci addormentammo.
Erano le 17 del pomeriggio, ero già in autostrada, stavo tornando a Milano per un paio di giorni.
Non riuscivo a togliermi dalla testa quella scena, quella ragazza, loro due in quel letto, questo fu il pensiero che mi accompagnò per tutto il viaggio.
Una volta a Milano mi recai a Milanello dove il Milan si stava allenando per l’imminente ripresa di campionato.
Andai a posizionarmi sugli spalti semi vuoti e guardai l’allenamento finché non si accorsero di me
-“Oh ma guardate, qualcuno ci spia per poi andare a riferire al papà tutte le tattiche” mi urlò Ignazio, era un ragazzo troppo simpatico ed eravamo grandi amici
-“Signorina Conte, ma quale onore averti qui è da tanto che non ti si vede” disse Mister Allegri salutandomi con la mano.
Solo in quel momento Step si accorse di me. Si avvicinò al mister per chiedergli il permesso di venire da me che subito gli venne concesso.
-“Piccola cosa ci fai qui?” disse mentre gli saltavo in braccio
-“SI!” dissi guardandolo negli occhi e sorridendo
-“SI? Io ti chiedo cosa ci fai qui, e tu mi rispondi si?” disse perplesso
-“Si, Stephan si!” dissi baciandolo dolcemente e continuando a ripetergli il mio ‘si’, lui rispose al mio bacio dapprima perplesso poi sempre più deciso
-“Mi sposi? Davvero?” disse allontanandosi e fissando i suoi occhi color smeraldo nei miei color cielo
-“Si, voglio essere tua moglie. La signora El Shaarawy, suona bene no?” la sua risposta fu prendermi in braccio e baciarmi.
-“oooooooooooooooooooooh” i ragazzi della squadra ci interruppero col loro coro.
-“Vieni con me, voglio dare la notizia a tutti”
-“Ste, facciamolo il mese prossimo!” dissi convinta
-“Sei sicura? Non è troppo presto?” disse continuando a trascinarmi verso la squadra
-“Troppo presto? Potessi farlo lo farei anche domani”
-“Potrei prenderti in parola” disse fermandosi al centro del campo e lasciandomi un bacio sulle labbra
-“Ancora a sbaciucchiarvi voi due?” disse Mister Allegri
-“Mister, ho un annuncio da fare” sentivo gli occhi di tutti su di noi: la squadra, gli spettatori, gli addetti alla manutenzione e i giornalisti.
-“Spara Ste” dissero Mattia e Ignazio
-“Avete d’avanti la futura signora El Shaarawy”.

Che sei il mio sole anche di notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora