// sei //

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Amy's pov

Ed eccoci, Harry ed io eravamo seduti nel nostro posto abituale, il salotto. Dopo essermi cambiata e lo stesso fece Harry, ci eravamo messi a sedere sul divano ed io ero pronta a conoscerlo. Per la seconda volta, suppongo. 

Avevo pensato che dargli una seconda occasione non sarebbe stato così male, alla fine, cosa ci avrei perso? Nonostante lo stessi facendo, non mi sentivo preoccupata perchè non c'era nulla. Non gli stavo nemmeno permettendo di 'conquistarmi' ad ogni modo. Era solo un amico o un coinquilino, qualsiasi cosa che portasse il vento. 

"Ci siamo. Cosa dovremmo fare ora?" chiesi e lui mi sorrise. 

"Farci a vicenda delle domande?" 

"Non sto davvero il motivo per cui lo stiamo facendo perdendo tempo. Ci conosciamo già Harry." 

"Tu hai detto 'come la prima volta' allora?" sospirai. 

"Dai, forza." 

"Perchè mi odi così tanto?" scoppiai a ridere. Non sapevo realmente il perchè, ma magari avevo troppe ragioni ed ero confusa. Lo odiavo sul serio o era parte di una recita, o me l'ero creata io questa cosa? "Cosa c'è di così divertente?" 

"Non so se ti odio o no a dir la verità." 

"E' positivo, potresti aver mentito tutto il tempo e non mi odi. Comunque, sembra che lo sia." 

"Cambia domanda. E, hai detto conoscerci, non giocare a obbligo o verità." lui rise. Rimase seduto in silenzio per qualche secondo ed io presi un respiro profondo aspettandolo. Non avevo dormito molto bene, quindi ero maleducata e di malumore. "Ci metterai una vita?" 

"Mio Dio, cos'hai? Hai il cicl-" 

"Ehi, controllati!" gli puntai il dito contro con un'occhiataccia. Lui roteò gli occhi e poi sbuffò. 

"Oh, qual è la prima cosa che ti è passata per la mente quando hai scoperto che fossi io il tuo coinquilino?" sogghignai con un sospiro. Non mi stava chiedendo una cosa personale e nemmeno nulla che riguardasse lui, voleva avere qualche risposta da me. E io gliele avrei date e avrei fatto anche le mie domande. 

"Facile. Peggior giorno della mia vita." lui si accigliò. 

"Oh davvero?" io annuii con un'espressione seria. "Vuoi sapere cos'ho pensato io?" io scossi la testa. 

"Non te l'ho chiesto." dissi spostandomi i capelli. 

"Stai facendo la dura ora, ok." sogghignò. 

"Mio turno. Perchè sei sempre così irritante?" 

"Dovresti saperlo. Siamo stati assieme, quindi pensavo mi conoscessi meglio." si appoggiò allo schienale e posizionò il suo braccio sul divano mentre io roteai gli occhi. "E, ti piace, non mentire." 

"Chi ti ha detto che mi piace?" 

"Beh, non è il tuo turno ora, tesoro." fece l'occhiolino. La situazione si era capovolta. 

"Allora chiedi." 

"Se cominciassi a lavorare nel bar, cosa faresti?" 

"Oh, sarebbe divertente." risi malignamente. 

"Ho paura ora." 

"Ti farei odiare il giorno in cui hai fatto domanda, ti farei scherzi tutto il tempo e non solo quello, ma tanto altro. Non voglio dire altre cose rispetto a quelle che ho già detto." 

"Odio lavorare comunque." rise nervoso. 

"Bene." dissi incrociando le braccia, fiera. "Quindi, hai degli amici?" 

"Ah sì, te li sei dimenticata? Te ne parlavo." 

"Lo so, pensavo che fossi diventato solo venendo qui. Voglio dire dove sono ora?" lui scrollò le spalle. 

"Ci parlo ancora e passiamo del tempo assieme, volevo solo vivere e non contare su nessuno al di fuori di me stesso." 

"Perchè sei qui Harry? Come mi hai trovata?" 

"Non è il tuo turno di fare domande, tesoro, di nuovo." gemetti. "Hai dei migliori amici?" chiese ignorando la mia domanda ed io annuii. Certo, avevo il mio carino, irlandese e biondo migliore amico. Nonostante lo conoscessi da un anno, gli volevo bene da morire. Era il migliore amico che avessi mai avuto. 

"Oh si, Niall. E' il mio migliore amico, anche lui lavora al bar." 


Harry's pov

Niall? Migliore amico? Da dove saltava fuori? Dal nulla? Sentii qualcosa che non avevo sentito da tempo. Oh... Gelosia. "Canti ancora?" Amy chiese, quello fu il momento in cui realizzai che fosse il suo turno così non le chiesi nient altro riguardo lui. 

Avevo detto ad Amy che ero solito cantare di fronte a lei e ai miei amici quando in realtà cantavo solo davanti a lei. Mi sentivo a mio agio, non mi giudicava mai. Non gliel'avevo mai detto perchè avrebbe pensato che fossi strano, o magari avevo paura di cantare di fronte a tutti quindi non volevo che lei ridesse di me. 

"Sì, canto ancora." era il mio turno, ma lei guardò l'orologio e poi di nuovo me. Si alzò e lasciò fuoriuscire un respiro. 

"Devo andare al lavoro, scusa. Potremmo finire dopo però." io annuii sorridendo e lei si allontanò. Era stato piacevole nonostante non fosse durato molto, ma meglio di niente. Decisi di andare fuori per fare un giro o magari ad incontrare i ragazzi. 

Mi diressi alla mia camera e lei fece lo stesso. Chiusi la porta dietro di me per cambiarmi, ma non riuscivo a togliermi dalla testa il chiedermi e pensare a domande a cui non trovavo risposta. 

Tutto ciò che sapevo era che avrei fatto di tutto quella sera per cambiare il suo punto di vista. Avrei fatto in modo di farmi dare un'altra possibilità, ma non come amico questa volta. 

Era un compito a cui stavo lavorando. 

Roommates [Harry Styles] ITALIAN TRANSLATIONWhere stories live. Discover now