Mianne

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-Non può essere vero... Insomma Lucifero non esiste!- lo sto ripetendo da quando mi ha lasciata qui in lacrime.
Questa camera sembra finta, le pareti grigio fumo, il pavimento in marmo nero, il letto a baldacchino coperto da raso rosso, un camino ai piedi del letto e un bagno completamente nero con vasca grigia.
-Questo posto è assurdo!- rido istericamente.
Mi guardo intorno cercando qualcosa da fare con "scarsi" risultati.
-Maledetto lui.- poco dopo notò una piccola libreria.
-Ok Mianne leggiti qualcosa.- afferro un libro che tratta una storia dolorosa, di un amore mai voluto e della costrizione che il padre impone alla figlia.
Sento le palpebre pesanti per le lacrime e la stanchezza.

Sento un profumo di menta, che buono, i miei sensi sono all'erta.
-Svegliati su...- una mano mi accarezza e io lascio fare. Abbassa la carezza sul seno, il fianco, il sedere e la coscia.
-Fermo!- strillo allontanandomi. Ride.
-Muoviti donna! Dobbiamo andare a vedere uno spettacolo all'arena.- mi lancia un abito rosso fuoco.
Lo fisso, è estremamente sexy e corto, guardo Lucifero.
-Non lo metto.- lui ghigna
-Te lo metto io a forza, bambolina?!- sbianco e scuoto la testa per poi spogliarmi.
Mi svesto dandogli le spalle e rivestendomi subito dopo.
L'abito è adatto a una prostituta, arriva poco sotto il sedere, sulla schiena ha una scollatura spropositata e sul davanti anche.
-Tieni le scarpe.- mi porge delle scarpe con un tacco non altissimo, no, di più.
-Ahm... Io preferirei andare a piedi nudi...- mormoro subendomi una sua occhiataccia. Si avvicina velocemente facendomi sbattere la schiena al muro.
-Tu metti, fai, dici tutto quello che voglio IO!- ringhia.
Alza il mio vestito e, spostando i miei slip, inserisce due dita in me.
-TU.SEI.MIA.- sibila al mio orecchio pompando sempre più veloce. Mi sento morire, le sue dita sembrano magiche ed io sto per venire, come una ragazzina di quindici anni alle prime esperienze, dopo due secondi neanche. Butto indietro la testa ma lui si ferma.
-Togli l'intimo qui non serve. E se ho voglia di toccarti all'arena devo essere libero di farlo.- un sussurro roco, ecco cos'è stato quest'ordine. Annuisco e levo l'intimo per poi indossare le scarpe.

Siamo all'arena da forse dieci minuti e tutti i diavoli sono presenti.
Lucifero mi ha lasciata sola sulla poltroncina accanto alla sua al momento vuota.
Mi alzo e mi sporgo dal balconcino su cui siamo noi.
Tutte le persone sono in visibilio, non aspettano altro che lo spettacolo, diavoli ovunque, persone normali ma che nascondono lati perversi.
-Se stai piagata così non puoi pretendere che non ti prenda.- sussurra al mio orecchio, sobbalzo.
-Stavo guardando, possiamo sederci.- cerco di spostarmi ma mi blocca, alza il vestitino e sono completamente esposta. Arrossisco.
-Non ti vedrà nessuno. Siamo completamente coperti e io DEVO prenderti.- mi afferra i fianchi e sento la sua erezione entrare in me lentamente, un pensiero mi sorge: quando si è tolto i pantaloni? Che però scompare quando centimetro dopo centimetro la sua erezione raggiunge il fondo. Mugolo di piacere, mi guardo attorno nessuno si accorge di noi. Inizia ad aumentare le spinte. Inizio a gemere più forte. -Zitta bambolina.- ghigna lo stronzo. Sento un sibilo e vedo un uomo che si masturba guardandoci. Sento adrenalina, vergogna ma anche tanto piacere, manca poco a tutti e due lo sento.
-Ti prego... Ti prego...- sussurro stringendo il muro del balcone.
-Dì che mi vuoi e ti sbatterò per benino.- mi morde il collo.
-Ti voglio Lucifero, ti prego...- mi alza trascinandomi sopra di se sul trono.
-Preparati.- ringhia e subito aumenta il ritmo, mi afferra le cosce e le apre, il suo cazzo entra ed esce a velocità anormale. Mi sento svenire e di colpo eccolo. L'orgasmo. -Vieni per me bambolina.- mi tiene ferma una mano sulla pancia una massaggia il clitoride, i miei muscoli si stringono attorno a lui e viene dentro di me come una furia. Mi appoggio a lui stanca e spossata.
-Dormi bambolina, dormi.-



~Spazio autrice~
È un po' rude ma ditemi se vi piace...

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